laulilla
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martedì 2 marzo 2010
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fuorviante il titolo italiano
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Come spesso succede, i titoli tradotti in italiano sono più attenti all'effetto sensazionale che alla verità dei film, il che sarà magari utile al botteghino, ma non allo spettatore. Il titolo Ti ucciderò, infatti, crea l'aspettativa di un film duro, cattivo, incentrato sulla violenza, mentre la pellicola in questione è in realtà la storia della lenta maturazione di Alex, della presa di coscienza che nel dolore per la morte di Tamara, la prostituta ucraina che egli aveva profondamente amato, non è solo, avendo quella morte provocato anche lo sconvolgimento della vita di chi gliel'ha involontariamente uccisa, per inesperienza e incoscienza, durante un drammatico incidente fra "guardie e ladri".
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Come spesso succede, i titoli tradotti in italiano sono più attenti all'effetto sensazionale che alla verità dei film, il che sarà magari utile al botteghino, ma non allo spettatore. Il titolo Ti ucciderò, infatti, crea l'aspettativa di un film duro, cattivo, incentrato sulla violenza, mentre la pellicola in questione è in realtà la storia della lenta maturazione di Alex, della presa di coscienza che nel dolore per la morte di Tamara, la prostituta ucraina che egli aveva profondamente amato, non è solo, avendo quella morte provocato anche lo sconvolgimento della vita di chi gliel'ha involontariamente uccisa, per inesperienza e incoscienza, durante un drammatico incidente fra "guardie e ladri". Se è questo il senso del film, allora il ritmo del racconto deve rispettare tempi e modi che poco hanno a che fare con propositi di sanguinose ritorsioni, ma molto invece con il lento scorrete delle stagioni in un ambiente naturale bello e pacifico, quello della campagna viennese nella quale si svolge appunto il mutamento di Alex. In questo "luogo dell'anima" egli si rifugia infatti per sottrarsi alle ricerche della polizia e lì trova un vecchio parente che lo accoglie. Per puro caso, scopre che il poliziotto responsabile della morte di Tamara non abita a molta distanza: è un giovane, Robert, con un matrimonio in crisi, ora anche tormentato dai sensi di colpa per la morte della ragazza. Ucciderlo per vendicare Tamara diventa allora una delle possibilità che Alex prospetta a se stesso, ma direi che in tutto il film non esiste un solo momento in cui un evento del genere acquisti credibilità, perché il dolore di Alex è troppo grande per trovare risposta in una specie di legge del taglione. La pistola lanciata nello stagno dopo il colloquio con Robert, acquista perciò secondo me un significato di pacificazione, ma anche il senso di una pagina della vita che si chiude, così come i cerchi provocati dall'oggetto caduto nell'acqua torneranno a ricomporsi perché la vita riprenda con i ritmi che le sono propri.
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gadoraid
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giovedì 4 marzo 2010
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non necessariamente noir..
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Revanche è stato definito da più parti, anche autorevoli, un film “noir”, altre volte un poliziesco, altre volte addirittura un thriller o tutti e tre i generi contemporaneamente. Revanche non è però niente di tutto ciò o almeno potrebbe tingersi di noir ma rimane sostanzialmente un film drammatico. Il film noir, in particolare come sottogenere cinematografico di film giallo, nasce negli States negli anni quaranta e cinquanta. Oltre al tema di un'inchiesta ed all'ambientazione tipicamente cittadina, l'aggettivo noir (nero) fa riferimento alla cupezza di queste pellicole, sia per quel che riguarda il loro contenuto, sia per gli aspetti di carattere prettamente formale (forte uso del chiaroscuro, inquadrature distorte) che rimandano al cinema espressionista tedesco, contrasti che rappresentano simbolicamente il conflitto tra bene e male.
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Revanche è stato definito da più parti, anche autorevoli, un film “noir”, altre volte un poliziesco, altre volte addirittura un thriller o tutti e tre i generi contemporaneamente. Revanche non è però niente di tutto ciò o almeno potrebbe tingersi di noir ma rimane sostanzialmente un film drammatico. Il film noir, in particolare come sottogenere cinematografico di film giallo, nasce negli States negli anni quaranta e cinquanta. Oltre al tema di un'inchiesta ed all'ambientazione tipicamente cittadina, l'aggettivo noir (nero) fa riferimento alla cupezza di queste pellicole, sia per quel che riguarda il loro contenuto, sia per gli aspetti di carattere prettamente formale (forte uso del chiaroscuro, inquadrature distorte) che rimandano al cinema espressionista tedesco, contrasti che rappresentano simbolicamente il conflitto tra bene e male. Come anche per la letteratura noir, i personaggi di questo genere sono spesso figure oscure, ricurve sui loro tormenti con storie torbide come le loro coscienze. A differenza del giallo, nel noir si "lavora" per far trionfare la parte oscura che ogni personaggio porta dentro di sé. A questi personaggi si oppongono altre figure meno “buie” che, narrando spesso in prima persona le vicende, cercano di opporsi restando, a loro volta, in quelle stesse invischiati. La soluzione del crimine passa quasi in secondo piano. Il noir tende ad avere più un antieroe come protagonista, invece dell'eroe consolatorio del giallo. Ed è in questo ultimo senso che Revanche può essere considerato un noir e per la sua struggente fotografia espressionista, scarna, naturale. Revanche è la drammatica storia di “mezze persone”: la mezza puttana, il mezzo delinquente, il mezzo uomo-poliziotto, la mezza donna-moglie. Tutti alla ricerca dell’altra metà di se stessi, della metà più chiara di se stessi. L’unico uomo del film già completo è il vecchio contadino che, rimasto solo, riesce comunque a vivere del suo lento mondo, godendo nel morsicare la mela che cade e credendo in Dio e nel lavoro. Le mezze persone nel film crescono però tutte, la loro parte oscura, tanto cara al genere noir non vince. Anche la stessa prostituta, che da morta (e viene abbandonata non a caso nei pressi di un crocifisso) diventa il “mezzo” per la salvezza e redenzione di tutti gli altri protagonisti, beatificando pertanto anche se stessa. Non vi sono colpi di scena particolari, i dialoghi sono scarni, la regia tipicamente da scuola tedesca e oggettivamente statica (campi medi, macchina da presa troppo volte fissa), gli attori sono un po’freddi, impostati non particolarmente naturali (anch’essi tipicamente germanici). Nonostante ciò il film regge (anche se parlare di Oscar è però un tantino eccessivo) e in un certo modo ti rasserena dandoti la sensazione che alla fine dell’espiazione vi sia sempre la possibilità di una redenzione o almeno la possibilità di una serenità da ricercarsi anche in quei monotoni gesti quotidiani ben noti al mondo contadino. La pistola sempre scarica per tutto il film, viene sì caricata alla fine ma non viene usata. Viene gettata nelle acque purificatrici del lago. Peccato per il sottotitolo in italiano tipico di thriller di serie b “Ti ucciderò”: in questo film nessuno ha voluto o vuole uccidere nessuno!
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kronos
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lunedì 1 marzo 2010
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sulle tracce di haneke
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L'influenza di Haneke si fa sentire sul nuovo cinema austriaco e Revanche ne è un evidente esempio. Il canovaccio Thriller è solo un pretesto per affrontare tematiche più prettamente esistenziali: il dolore per la perdita della persona amata, il trauma indescrivibile di un assassinio (sia pure 'legale'), la maternità negata, l'istinto della vendetta.
La cura delle psicologie dei personaggi e le intense interpretazioni dei protagonisti, rendono credibile questo melodramma nero, anche se il ritmo fin troppo accademico del racconto rischia di appesantirne la visione.
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paola di giuseppe
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martedì 2 marzo 2010
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un noir di grande scuola
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Spielmann costruisce questo noir nel solco di quella tradizione, in prevalenza francese, che da Duvivier a Rénoir,da Carnè a Chenal,ha dato al genere un carattere europeo così inconfondibile e diverso dal filone americano.
Gli ingredienti sono i classici: una coppia di amanti dannati in fuga (lui ex galeotto, lei prostituta dell’Est), l’amore nonostante tutto, l’inguaribile e insostenibile ricerca di un mondo altrove, la caduta e la sconfitta annunciata, quasi fisicamente incombente su destini che ben poco hanno di imprevedibile.
C’è tanto cinema europeo d’autore in quel passare da scenari metropolitani di malaffare, interni maleodoranti e strade di una banlieu disperata, in cui la violenza è l’unica legge, a improvvise dilatazioni grandangolari su campagna, fiumi e boschi, paesi immersi in silenzi perduti, cascinali in cui il tempo è fermo, immemore, mondi che chiameremmo idilliaci se non avvertissimo forte, minacciosa, un’inquietudine nascosta, che balena a tratti, non esplode ma produce impercettibile disagio, attesa, mancanza di “finale”.
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Spielmann costruisce questo noir nel solco di quella tradizione, in prevalenza francese, che da Duvivier a Rénoir,da Carnè a Chenal,ha dato al genere un carattere europeo così inconfondibile e diverso dal filone americano.
Gli ingredienti sono i classici: una coppia di amanti dannati in fuga (lui ex galeotto, lei prostituta dell’Est), l’amore nonostante tutto, l’inguaribile e insostenibile ricerca di un mondo altrove, la caduta e la sconfitta annunciata, quasi fisicamente incombente su destini che ben poco hanno di imprevedibile.
C’è tanto cinema europeo d’autore in quel passare da scenari metropolitani di malaffare, interni maleodoranti e strade di una banlieu disperata, in cui la violenza è l’unica legge, a improvvise dilatazioni grandangolari su campagna, fiumi e boschi, paesi immersi in silenzi perduti, cascinali in cui il tempo è fermo, immemore, mondi che chiameremmo idilliaci se non avvertissimo forte, minacciosa, un’inquietudine nascosta, che balena a tratti, non esplode ma produce impercettibile disagio, attesa, mancanza di “finale”.
I titoli di coda colgono di sorpresa, il plot segue le sue tappe, allinea i numerosi colpi di scena, eppure l’opera resta aperta e irrisolta, come la vita.
Per Alex e la sua donna la fine c’è stata,voluta dal caso e dalle sue beffe (un poliziotto di paese che non sa usare la pistola con la freddezza necessaria) e ora Alex potrebbe trasformarsi in uno spietato vendicatore,la furia che mette nel tagliare la legna con motosega o accetta nel retro del cascinale del vecchio zio è lo scatenamento di una rabbia che non ha parole.
La macchina lo segue, ne registra gli sguardi rapidi, lo inquadra in semiconi di luce, sottolinea le brevissime battute.
Intorno a lui ruotano gli altri personaggi,incontri brevi,densi, pieni di non detto,pezzi di umanità con storie qualsiasi che possono d’improvviso virare al nero.
“Resterò finchè lui sarà in vita” sono le parole di Alex,in chiusura, alla moglie del poliziotto che ha ucciso la sua donna.
Non sappiamo se sia una minaccia o ancora un rimandare una vendetta che avrebbe avuto più occasioni per compiere.
Un probabile perdono? Non sembra la chiave di lettura più convincente.
Revanche è un film implacabile per l’assenza di una catarsi qualsiasi, l’impotenza sembra essere la sua cifra costante, paralisi della volontà nell’impossibilità di amare o di odiare fino ad uccidere a sangue freddo, in un gesto che sia vendetta e successiva espiazione.
Una rete fitta di segreti avvolge vite che entrano in rotta di collisione, generando una violenza amara e connivenze necessarie per mantenere in piedi maschere vuote, non ci sono svolte che non siano generate dal caso, si fluttua fra poli opposti a scoprire quanto inconsistenti e deboli siano le filosofie.
Spielmann annulla ogni commento sonoro che non sia presa diretta dalla realtà ma non rinuncia al cromatismo intenso dei luoghi, quello che Haneke, al contrario, dissangua in un bianco e nero asettico e carico di apocalittico presagio.Quei colori, però, non trasmettono vita a uomini raggomitolati su sé stessi in una costante assenza che è male di vivere.
Alex resterà a guardia della sua vittima potenziale, forse crescerà ancora la catasta di legna tagliata, forse la moglie del poliziotto sentirà ancora, a volte, il bisogno del suo corpo.
Forse il poliziotto uscirà dal suo stato di depressione e si farà una ragione dell’aver ucciso per sbaglio una donna, certo la vita andrà avanti,altri entreranno nel suo gioco assurdo.
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jafanello
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lunedì 1 marzo 2010
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un passo indietro nel presente
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Vi è una sorta di dicotomia temporale. La prima parte del film è piuttosto veloce, la seconda lenta e struggente, in cui si accompagna il personaggio in uno strano viaggio verso l'elaborazione del dolore.Fotografia veramente interessante. In generale un bel film.
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paolap
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lunedì 8 marzo 2010
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la flebile voce della coscienza
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Alex, ex galeotto alle dipendenze di un boss della prostituzione, si innamora di Tama la più richiesta delle prostitute.
Per salvare la ragazza dai debiti e da quella vita pericolosa decide di fare una rapina in banca.Ma l’uomo,come afferma lo stesso boss una sera, è un debole che si atteggia a fare il duro.Infatti non avrebbe dovuto dichiarare il suo piano alla ragazza facendola entrare in uno stato di apprensione tale da rimanere in macchina ad aspettarlo durante la rapina.Durante la fuga i due incappano in un poliziotto che,nel tentativo di bloccarli,sbaglia la mira e colpisce la ragazza che muore.Dietro l’errore del poliziotto c’è l’incuria dell’intero corpo di polizia che prenderà provvedimenti nei confronti di Robert dopo che il danno è fatto,anziché rilevare prima l’insuccesso delle sue esercitazioni al bersaglio.
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Alex, ex galeotto alle dipendenze di un boss della prostituzione, si innamora di Tama la più richiesta delle prostitute.
Per salvare la ragazza dai debiti e da quella vita pericolosa decide di fare una rapina in banca.Ma l’uomo,come afferma lo stesso boss una sera, è un debole che si atteggia a fare il duro.Infatti non avrebbe dovuto dichiarare il suo piano alla ragazza facendola entrare in uno stato di apprensione tale da rimanere in macchina ad aspettarlo durante la rapina.Durante la fuga i due incappano in un poliziotto che,nel tentativo di bloccarli,sbaglia la mira e colpisce la ragazza che muore.Dietro l’errore del poliziotto c’è l’incuria dell’intero corpo di polizia che prenderà provvedimenti nei confronti di Robert dopo che il danno è fatto,anziché rilevare prima l’insuccesso delle sue esercitazioni al bersaglio.Incapacità e superficialità sono le cause che porteranno alla morte una giovane donna.Spielmann inquadra per due volte il crocifisso lungo il sentiero nella foresta che conduce alla fattoria del nonno che sarà poi rifugio e luogo di espiazione per Alex.Verso quella casa stava correndo felice di averla scampata mentre Tamara esalava l’ultimo respiro sfiorando con la sua mano quella di lui senza dire nulla.Reclina il capo accondiscendendo al suo destino di morte così come per sopravvivere in un paese straniero assecondava, silenziosamente,ogni giorni i suoi clienti aprendo loro le gambe o inginocchiandosi automaticamente alle richieste del suo capo.La macchina fermerà la sua corsa proprio sotto quel crocifisso per ricordarci che possiamo nasconderci dagli uomini ma non dallo sguardo di Dio che vigila sempre su di noi.Alex non si vendicherà del poliziotto che ha ucciso Tamara perché dà voce della sua coscienza che lo accusa di aver portato con se la ragazza.Susanne non capisce il dramma che vive il marito,non piange mai con lui e,alla vista della foto della ragazza morta,gli ordina di buttarla,come se così facendo si possa cancellare ogni traccia di lei.Nulla deve turbare l’ordine delle cose: una bella casa, una discreta sicurezza economica e il desiderio di un figlio.Quando Alex getterà la pistola in acqua ogni cosa si è compiuta: Lui avrà smaltito il suo dolore insieme all’enorme catasta di legna che con tanto accanimento tagliava nei giorni più tristi e Susanne annuncerà al marito la nascita del loro bambino(in realtà concepito con Alex che troverà nella donna un modo per dar sfogo al suo dolore, ne più ne meno che tagliare la legna.Le conseguenze dei loro gesti,come la pistola gettata nello stagno increspa l’acqua, saranno fonte poi di una nuova quiete.I tre personaggi torneranno infatti ad una nuova vita che in qualche modo li premia (per l’arrivo di un figlio)o li redime (occupandosi dell’anziano nonno).Visione ottimistica quella del regista che evita persecuzioni giudiziarie ad Alex o il tunnel della disperazione e ai coniugi concede l’avvento di un figlio. Vera e sincera, come la campagna che fa da sfondo alla seconda parte del film,è la figura del vecchio nonno che trova nell’alternarsi delle stagioni e dei suoi frutti la sua ragione di vita.Fedele fino alla fine dei suoi giorni alla moglie con la quale spera di ricongiungersi dopo la morte, devoto osservante dei precetti cattolici, accetta con amore quello che la vita gli offre.E’il personaggio che ha più forza e credibilità proprio per questa sua rassegnata accettazione del quotidiano che si costruisce con le proprie mani giorno dopo giorno.
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reservoir dogs
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lunedì 1 novembre 2010
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comprendere la scelta
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Alex lavora come buttafuori in un night club s'innamora ricambiato di una prostituta che lavora con lui, lei ha molti debiti e per sanarli deve continuare a fare quel lavoro quallido ma remunerativo.
Lui invece medita una rapina per scappare con lei, lei accetta il fatto che lui compia il reato solo se lei lo accompagnerà...ci sarà uno scontro con un poliziotto che mirerà alla ruota della macchina in fuga ma colpirà la donna che morirà.
Scolvolto della morte di lei Alex viene a conoscenza dell'identità del poliziotto e nella casa dello zio medita la vendetta.
Vi è una forte fotogenia, una profonda armonia tra il soggetto in questo caso Alex e l'ambiente circostante come nei film di Antonioni basti pensare a "Deserto rosso" o "Professione: Reporter".
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Alex lavora come buttafuori in un night club s'innamora ricambiato di una prostituta che lavora con lui, lei ha molti debiti e per sanarli deve continuare a fare quel lavoro quallido ma remunerativo.
Lui invece medita una rapina per scappare con lei, lei accetta il fatto che lui compia il reato solo se lei lo accompagnerà...ci sarà uno scontro con un poliziotto che mirerà alla ruota della macchina in fuga ma colpirà la donna che morirà.
Scolvolto della morte di lei Alex viene a conoscenza dell'identità del poliziotto e nella casa dello zio medita la vendetta.
Vi è una forte fotogenia, una profonda armonia tra il soggetto in questo caso Alex e l'ambiente circostante come nei film di Antonioni basti pensare a "Deserto rosso" o "Professione: Reporter".
Se infatti nella prima parte Alex nella frenesia della città era preso da più pensieri: non essere ucciso, fregato, scoperto...nella seconda invece nel silenzio della campagna mentre taglia legna accumula rabbia ha un unico pensiero: quello di vendicarsi nel modo migliore.
La scena iniziale dove viene lanciato qualcosa in acqua che solo alla fine scopriremo essere una pistola indica di non dover fare una scelta (se compiere o meno vendetta) ma il comprendere le motivazioni di quella scelta. E' quindi un noir sulla vendetta e sul senso di responsabilità che invitabilmente ognuno di noi ha.
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doni64
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martedì 12 ottobre 2010
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film...intenso
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Film intenso, crudo, reale, scandaloso, drammatico, toccante, che colpisce sin dall'inzio per perdersi un po'....... solo nel finale.Nel complesso un film piu' che simpatico e godibile anche se vietato ai minori per le tante scene di sesso ma sicuramente da vedere.Voto 7+
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giorpost
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lunedì 1 marzo 2010
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storia di amori spezzati e nuove prospettive
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Austria, oggi. Siamo a cavallo tra la metropoli Vienna e le campagne lussureggianti dei dintorni. Alex è un poco di buono, prigioniero di una vita di stenti, autista e tuttofare di un magnaccia che ha tra le sue "dipendenti" Tamara, prostituta ucraina amante segreta di Alex. I due sembrano amarsi per davvero, una storia difficile, debiti, clienti violenti, prospettive zero ed ecco l'idea: classica rapina in banca, posto isolato, pochi minuti e poi via verso Ibiza per aprire un locale in società. Ma le cose non vanno sempre per come le abbiamo programmate.
Alex vive da quel momento con il solo scopo di "vendicare" la sua amata, torna dal nonno fattore che gli da cibo, un letto, un lavoro e conosce la moglie di chi gli ha sconvolto la vita, una donna complicata, con problemi coniugali di quelli tipici, pronta al tradimento.
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Austria, oggi. Siamo a cavallo tra la metropoli Vienna e le campagne lussureggianti dei dintorni. Alex è un poco di buono, prigioniero di una vita di stenti, autista e tuttofare di un magnaccia che ha tra le sue "dipendenti" Tamara, prostituta ucraina amante segreta di Alex. I due sembrano amarsi per davvero, una storia difficile, debiti, clienti violenti, prospettive zero ed ecco l'idea: classica rapina in banca, posto isolato, pochi minuti e poi via verso Ibiza per aprire un locale in società. Ma le cose non vanno sempre per come le abbiamo programmate.
Alex vive da quel momento con il solo scopo di "vendicare" la sua amata, torna dal nonno fattore che gli da cibo, un letto, un lavoro e conosce la moglie di chi gli ha sconvolto la vita, una donna complicata, con problemi coniugali di quelli tipici, pronta al tradimento.
La vita è un miscuglio di avvenimeti, a volte anche inattesi, come inattesa è la circostanza che si interpone tra Alex e la sua sete di vendetta, un vento di perdono che spinge quella pistola, dapprima scarica per fare il colpo della vita e poi caricata per uccidere, in fondo al lago che delimita il territorio. Quello stesso lago che toglie il fiato ad un povero ragazzo, Robert, che fa il poliziotto di mestiere ma che non ha avuto un adeguato addestramento, assalito dai sensi di colpa e con una vita che gli sta scivolando tra le mani.
Ad Alex, tutto sommato, potrebbe bastare anche la fattoria e il bosco per vivere serenamente, sempre che nessuno scopra il suo passato...
Un noir sui generis, poco incline alle ovvietà ma comunque prevedibile. Troppo facile il sesso selvaggio tra il vendicatore e la moglie del carnefice, troppo scontato redimersi dopo aver capito il disagio che prova un uomo quando gli capita un evento così tragico. Ma tutto questo non toglie nulla ad una buona fotografia, a scenari incantevoli ed un buon cast di caratteristi austriaci che rendono piacevole l' intera visione seppur con qualche lentezza di troppo.
L'Oscar forse non arriverà, ma un certo Cinema d'autore aveva bisogno di essere un po rinvigorito e pare che questo Spielmann abbia centrato l' obiettivo.
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[+] giusto
(di francesco2)
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chriss
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martedì 2 marzo 2010
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un noir con tre segreti...
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" Revanche-io ti ucciderò" è un noir, un romanzo nero cinematografico di Gotz Spielmann, nonché un thriller austriaco nominato all' Oscar come miglior film straniero. Alex frequenta clandestinamente Tamara, una giovane prostituta ucraina con cui vorrebbe cambiar vita, in quanto i due si amano senza vergogna. Già, senza vergogna. Perché Tamara lavora nel bordello di Konecny, mentre Alex è un criminale che fa dei lavori per quest' ultimo. Un giorno, però, gli viene in mente un piano per racimolare dei soldi e fuggire con l' amata Tamara: rapinare una banca! Così, con un passamontagna ed una pistola, che, per il resto del film non sparerà mai, decide finalmente di fare il colpo in una piccola banca dell' Austria.
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" Revanche-io ti ucciderò" è un noir, un romanzo nero cinematografico di Gotz Spielmann, nonché un thriller austriaco nominato all' Oscar come miglior film straniero. Alex frequenta clandestinamente Tamara, una giovane prostituta ucraina con cui vorrebbe cambiar vita, in quanto i due si amano senza vergogna. Già, senza vergogna. Perché Tamara lavora nel bordello di Konecny, mentre Alex è un criminale che fa dei lavori per quest' ultimo. Un giorno, però, gli viene in mente un piano per racimolare dei soldi e fuggire con l' amata Tamara: rapinare una banca! Così, con un passamontagna ed una pistola, che, per il resto del film non sparerà mai, decide finalmente di fare il colpo in una piccola banca dell' Austria. Tutto sembra andar liscio, finchè un poliziotto, Robert, trovatosi lì per caso, sparando alle gomme, finisce per colpire l' incolpevole Tamara. Alex fugge nei boschi col malloppo, ma il suo sogno in comune con Tamara viene disgraziatamente infranto: la ragazza muore poco dopo. Qui comincia un altro film. Il desiderio di vendetta di Alex è forte come l' amore che provava per Tamara. Il destino, sciagurato dico io, decide di far conoscere Alex con la moglie di Robert. Lei fa un timido passo verso di lui: si sente, infatti, attratta da quell' uomo burbero e solitario. Però si sente anche sola, visto che il marito, Robert, è sprofondato in uno stato di shock per la morte di Tamara. E' stato denunciato dal suo distretto di polizia per incauto uso di arma da fuoco. Successivamente verrà sospeso dal servizio. Forse la mancanza di un figlio sta allontanando i due coniugi. Alex fa l' amore con la moglie di Robert una prima volta. Poi ancora. Lui le racconta di aver perduto per sempre nei boschi la persona amata. .Alex ha la possibilità, più volte, di uccidere Robert. Lo ha scrutato nei boschi, mentre fa la sua solita corsetta. I due parlano di Tamara, ma Alex non gli svelerà mai che era stato lui a progettare ed effettuare il colpo nella piccola banca. Questo è il primo segreto che nel film non verrà mai svelato a Robert. Intanto la moglie è incinta, ma di chi sarà il figlio? Secondo segreto..Il film si chiude con Alex che fa vedere alla moglie di Robert una foto di Tamara; purtroppo, quella foto, l' aveva già vista nelle mani del marito, che, ossessionato dall' incidente, ne aveva conservata una per lui stesso! Il terzo segreto è che Robert non saprà mai della breve relazione clandestina della moglie col criminale Alex...Revanche è un buon film, narrato bene, ma forse manca qualcosa. Mancano, per esempio le indagini della polizia sul fuggitivo nei boschi. La relazione tra il criminale Alex e la moglie di Robert è scarna, sintetica. Resta comunque un film godibile e per nulla scontato! Il finale, tutto sommato, è come me lo aspettavo: ottimistico e con tanti segreti, tre per l' esattezza, da celare fino alla morte! Il film è tutto qui: un amore disperato, un omicidio, una relazione segreta, una vendetta mai vendicata, soltanto pensata, agognata per un breve lasso di tempo! Grazie a My Movies per la seconda occasione datami di guardare un altro bel film in streaming...A presto spero!
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[+] vendetta compiuta
(di marialop)
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