Ponyo sulla scogliera |
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Un film di Hayao Miyazaki.
Con Yuria Nana, Hiroki Doi, Jôji Tokoro, Tomoko Yamaguchi.
continua»
Titolo originale Gake no ue no Ponyo.
Animazione,
Ratings: Kids,
durata 100 min.
- Giappone 2008.
- Lucky Red
uscita giovedì 6 luglio 2023.
MYMONETRO
Ponyo sulla scogliera
valutazione media:
3,67
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Ponyo, una poesia di cartoon
di Roberto Nepoti La Repubblica
Il mio nome è Ponyo e prima ero un pesce" dice la protagonista del nuovo film di Hayao Miyazaki, maestro del cartoon giapponese internazionalmente consacrato dalla "Città incantata", Oscar 2002 e Orso d' oro a Berlino. E' assurdo, ma è proprio quel che rende il suo cinema impagabile: il senso del meraviglioso, la capacità di spaesamento e di stupore che questo "sensei" sessantottenne sembra provare ancor prima dei suoi personaggi, e del suo pubblico. Capelli rosso fiamma, abitino dello stesso colore, Ponyo nasce a seconda vita incontrando un bambino di cinque anni, Sosuke. Per amore di lui, che le dà il nome, si trasforma da pesciolino rosso in essere umano, provoca uno tsunami, rivolta letteralmente la terra e il mare, surfando sulle onde alle note della "Cavalcata delle Valchirie". Figlia di uno stregone e della Gran Mamare, specie di dea degli abissi, Ponyo è un personaggio commovente quanto buffo: ghiotta di prosciutto, sa far magie e, anche una volta bimba, si comporta un po' da pesce, meravigliandosi delle usanze umane ("ti esce acqua dagli occhi" dice quando vede Sosuke piangere). Le sta intorno un piccolo universo assurdo di bambini dell' asilo, marinai, vecchierelle in carrozzina. Se il nucleo fiabesco della "Città incantata" era Alice nel Paese delle Meraviglie, qui Miyazaki evoca la Sirenetta; però lo fa con una serenità ben lontana dalla cupa fiaba di Andersen. Pensato soprattutto per i bambini, il suo decimo lungometraggio è caldo, accogliente, allegro. Al confronto, i pur ammirevoli film americani in animazione computerizzata diventano d' improvviso un po' freddi, un po' sciapi come i cibi precotti. Lui, alla sua età, non rinuncia alla squisita cucina della tradizione. Anche se ciò significa far eseguire dal suo Studio Ghibli qualcosa come 180mila disegni, acquerellati in colori pastello. Su un tratto grafico immutato nel tempo (il disegno dei personaggi è fortemente convenzionalizzato), con una cura del dettaglio che sorprende ogni volta (vedere l' effetto cromatico dei "tagli" di luce), il vecchio bambino continua a regalarci i suoi mondi bizzarri, pervasi di quieta follia, dannatamente poetici. Ha detto che questo è il suo ultimo film; ma lo ripete ogni volta e, per fortuna, si ricrede sempre.
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