cronix1981
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mercoledì 12 gennaio 2011
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un buon finale che riscatta un inizio così-così
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Un film che sa farsi apprezzare negli ultimi 20 minuti, e con un finale rivelatore è in grado di rivalutare in parte e dare un po’ di dignità ai precedenti 60 minuti di pellicola. Già, perché nella prima ora, la sensazione che sia un film lento è senza un chiaro indirizzo si fa strada nello spettatore. Anche se qua e là il regista e lo sceneggiatore cercano di inserire indizi per mantenere l’attenzione dello spettatore . Tentativo che peraltro non sembra riuscire. La recitazione della Hathaway è buona, ma non eccezionale. Forse sono più credibili i personaggi secondari che non i protagonisti. Ma sta di fatto che sono i dialoghi una nota dolente della pellicola, tranne che nel finale, quando acquistano quel tono e quell’enfasi di cui avrebbero bisogno sin dall’inizio.
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Un film che sa farsi apprezzare negli ultimi 20 minuti, e con un finale rivelatore è in grado di rivalutare in parte e dare un po’ di dignità ai precedenti 60 minuti di pellicola. Già, perché nella prima ora, la sensazione che sia un film lento è senza un chiaro indirizzo si fa strada nello spettatore. Anche se qua e là il regista e lo sceneggiatore cercano di inserire indizi per mantenere l’attenzione dello spettatore . Tentativo che peraltro non sembra riuscire. La recitazione della Hathaway è buona, ma non eccezionale. Forse sono più credibili i personaggi secondari che non i protagonisti. Ma sta di fatto che sono i dialoghi una nota dolente della pellicola, tranne che nel finale, quando acquistano quel tono e quell’enfasi di cui avrebbero bisogno sin dall’inizio.
L’idea seppur non originale è buona ma solo parzialmente riuscita. Per buona parte del film la narrazione va a rilento e prosegue quasi d’inerzia, come una biglia che rotola giù da un piano inclinato. Manca quell’effetto valanga che da una piccola massa di neve genera un processo a catena che alimenta la valanga stessa e la estende esponenzialmente. Così si arriva alla fine tra alti e bassi e solo allora si riesce ad avere un quadro chiaro per rileggere in modo critico l’inizio.
Il peccato originale del regista (e dello sceneggiatore) è stato quello di non aver realizzato una prima parte allo stesso livello della seconda. Il film meriterebbe 2 stelle e mezzo, ma non potendo dare i mezzi voti approssimo per eccesso.
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gus da mosca
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domenica 18 gennaio 2009
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passeggeri per il volo dell'altro mondo
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Sono convinto che la sceneggiatura non-originale si poteva salvare, lavorando su storyboard, montaggio e recitazione. Tagliando via la sequenza di apertura sull'aereo e tutte le successive dell'incidente aereo a terra e a bordo, con relativi boati. Si doveva partire subito con le sedute psicologiche, senza alcuna spiegazione, dando molta piu' enfasi e drammaticita' ai dialoghi. Sarebbe stato lo spettatore a dover scoprire di cosa si stava parlando e perche' quel circolo di persone si ritrovava, chi era la psicologa e chi i pazienti. I personaggi accessori potevano restare, ma meno frequenti, meno casuali, meno sibillini e misteriosi, molto piu' drammatici. Il dubbio nello spettatore doveva essere istigato dal quel comune e variato senso di disperazione d tutti, psicologa, pazienti, amici.
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Sono convinto che la sceneggiatura non-originale si poteva salvare, lavorando su storyboard, montaggio e recitazione. Tagliando via la sequenza di apertura sull'aereo e tutte le successive dell'incidente aereo a terra e a bordo, con relativi boati. Si doveva partire subito con le sedute psicologiche, senza alcuna spiegazione, dando molta piu' enfasi e drammaticita' ai dialoghi. Sarebbe stato lo spettatore a dover scoprire di cosa si stava parlando e perche' quel circolo di persone si ritrovava, chi era la psicologa e chi i pazienti. I personaggi accessori potevano restare, ma meno frequenti, meno casuali, meno sibillini e misteriosi, molto piu' drammatici. Il dubbio nello spettatore doveva essere istigato dal quel comune e variato senso di disperazione d tutti, psicologa, pazienti, amici. Ma soprattutto assolutamente niente auto, litri di alcool, sesso, baci, scaramucce amorose da commedia rosa. Sul finale uno stacco netto a bordo aereo, ancora sensa spiegazioni, con lo spettatore stupito nel ritrovare gli stessi personaggi in una situazione totalmente diversa e scollata: sereni, scherzosi, qui si con giochi amorosi e battutine. Poi l'incidente assolutamente non spettacolare, ma mostrato solo attraverso terrore e lacrime di occhi e visi, solo intuito dallo spettatore: niente fuoco, niente fumo, niente rumore, immagini di volti in un silenzio assoluto, poi una luce finale abbagliante ed uno schianto, infine la prima pagina di un quotidiano col titolo cubitale: nessun sopravvissuto, titoli di coda. Ma con questo stile si sarebbe dovuta cambiare attrice protagonista: la Hathaway non e' per ruoli drammatici e recitazione intensa. Temo che il gran pasticcio di questo film sia stato causato dal dover ritagliare un ruolo romantico su misura per lei. Con un'altra attrice protagonista ci sarebbe stato piu' spazio per sceneggiatore e regia.
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houssy
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venerdì 2 gennaio 2009
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passengers: un valido aiuto per chi esce dal coma
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Negli ultimi anni Hollywood si è fatta sempre più sensibile verso certe tematiche, ma anche verso un certo tipo di pubblico, si è diversificato il target e dopo gli adolescenti e le casalinghe ora è giunta la volta di coloro che sono appena usciti da un coma durato 50 anni. Hollywood non dimentica questi potenziali clienti e li premia con un film cucinato e cotto solo per loro. Ecco quindi che il nostro ipotetico paziente, dopo 50 anni di buio decide di vedere un film e così a digiuno di ben 50 anni di cinematografia e sceneggiatura, letteratura e televisione, approda nella sala in cui è in programmazione Passengers. Il nostro rimmarrà estasiato e soprattutto stupito dal colpo di scena finale, uscirà dal cinema compiaciuto e si domanderà distrattamente come mai gli altri spettatori stiano invece marciando come un branco di bufali inferociti verso la cassa chiedendo la testa del titolare.
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Negli ultimi anni Hollywood si è fatta sempre più sensibile verso certe tematiche, ma anche verso un certo tipo di pubblico, si è diversificato il target e dopo gli adolescenti e le casalinghe ora è giunta la volta di coloro che sono appena usciti da un coma durato 50 anni. Hollywood non dimentica questi potenziali clienti e li premia con un film cucinato e cotto solo per loro. Ecco quindi che il nostro ipotetico paziente, dopo 50 anni di buio decide di vedere un film e così a digiuno di ben 50 anni di cinematografia e sceneggiatura, letteratura e televisione, approda nella sala in cui è in programmazione Passengers. Il nostro rimmarrà estasiato e soprattutto stupito dal colpo di scena finale, uscirà dal cinema compiaciuto e si domanderà distrattamente come mai gli altri spettatori stiano invece marciando come un branco di bufali inferociti verso la cassa chiedendo la testa del titolare. Il problema di fondo risiede nel fatto che bisogna essere stati in coma per 50 anni o aver vissuto su marte per lo stesso periodo per non trovare inutile questo film. La storia poggia tutta sul finalone ad effetto, ma purtroppo l'effetto si perde perchè dopo circa dieci minuti di film è chiaro a tutti dove si andrà a parare, risulta anche duro arrivare in fondo perchè per ottenere qualche spunto degno di nota, bisogna attendere per un'interminabile ora e 15 minuti, mettendo a dura prova le palpebre di chiunque. Ora io non credo che Hollywood pensasse di stupire nessuno, sapeva benissimo che la storia era trita e ritrita e che nessuno si sarebbe stupito, anzi molti si sarebbero irritati, a meno che come dicevo all'inizio questo film non sia confezionato per scopi umanitari e scientifici, aiutando chi meno fortunato di noi può riaffacciarsi dopo tanto tempo al mondo della celluloide. Grazie Hollywood per questa zozzeria, grazie per questo bignami su pellicola dei luoghi comuni, grazie di aver creato un prodotto per far riposare gli occhi di chi lo guarda, grazie per il coraggio che dimostri infatti il rischio è che i tuoi entusiasti clienti di oggi, decidano domani schifati di tornare in coma. Scherzi a parte state lontani da questa schifezza.
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