Anno | 2008 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Italia |
Durata | 115 minuti |
Regia di | Silvio Muccino |
Attori | Silvio Muccino, Aitana Sánchez-Gijón, Carolina Crescentini, Andrea Renzi, Flavio Parenti Max Mazzotta, Geraldine Chaplin, Giorgio Colangeli, Niccolò Senni, Giorgio Sgobbi, Astrid Meloni. |
Uscita | giovedì 14 febbraio 2008 |
Distribuzione | 01 Distribution |
MYmonetro | 2,11 su 18 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 24 marzo 2014
La storia di un'educazione sentimentale che sfugge al controllo e alle regole. In cui i ruoli si confondono e si ribaltano. Il film ha ottenuto 3 candidature ai Nastri d'Argento, 6 candidature e vinto un premio ai David di Donatello, In Italia al Box Office Parlami d'amore ha incassato nelle prime 5 settimane di programmazione 7,5 milioni di euro e 3,4 milioni di euro nel primo weekend.
CONSIGLIATO NÌ
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Sasha è nato sotto una cattiva stella. I genitori tossici lo hanno isolato crescendolo in una comunità di recupero e, alla loro morte, lo hanno lasciato in un limbo di dolore. Costretto ad abbandonare il centro dopo la dipartita del direttore - l'unica persona nella quale riponeva la sua fiducia - Sasha fatica a trovare il suo posto nel mondo.
Non deve essere facile chiamarsi Muccino, né scegliere di sedersi dietro la macchina da presa per seguire le orme del più celebre fratello maggiore. Silvio affronta la sua prima volta da regista adattando il romanzo scritto a due mani insieme a Carla Vangelista - un successo letterario con le sue 300mila copie vendute - destinato al grande schermo sin dalla gestazione. Per ottenere credibilità si circonda di professionisti capaci (Arnaldo Catinari, Tonino Zera, Patrizio Marone, Maurizio Millenotti) ai quali sussurra tutte le suggestioni del cinema alto (così alto da essere irraggiungibile) per rimpolpare la sua opera prima di sequenze e location fissate nell'immaginario collettivo.
Parlami d'amore è un'accozzaglia di citazioni, un presuntuoso esercizio di stile - di un cinefilo che ha la fortuna, al contrario del suo personaggio, di essere nato sotto una buona stella - che manca di personalità e di punti di riferimento con il reale (e il sociale). Non è chiaro come questo film sia riuscito a ottenere un riconoscimento "di interesse culturale". Non è sufficiente parlare di dipendenza (dalle droghe, dall'alcol, dal gioco), di comunità di recupero e di giovani allo sbando se l'argomento viene affrontato con qualunquismo. Silvio punta sul dolore per provocare emozioni, ma per poter parlare di dolore e abbandono bisogna conoscere a fondo la materia o per lo meno saperla trattare con empatia. I personaggi, tutti maledettamente tormentati, che si muovono nella dimensione dark di una Roma notturna in sfacelo, sono stereotipati e per questo inverosimili.
Come inverosimili e alquanto irritanti appaiono i dialoghi tra i giovani borghesi spudorati (che aspirano a diventare i nuovi Dreamers di Bertolucci) e il ragazzo interrotto di Silvio Muccino. Ma ciò che irrita maggiormente è il modo in cui il Silvio regista e sceneggiatore sfrutta la sofferenza e il tema della dipendenza come mero pretesto per parlare d'amore.
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Il film di Muccino Jr. è carente sotto ogni punto di vista. A prescindere dalle molte scene di sesso, che non sfiorano mai la sensualità e la poesia restando semplicemente voyeristiche, le situazioni sono costruite con tale semplicismo da non riuscire mai a capire le vere ragioni delle scelte dei personaggi. Spesso urla, respiri affannati e scatti d'ira non hanno una spiegazione; [...] Vai alla recensione »
Ci sono tanti aggettivi validi per questo film: stupido, qualunquista, scontato, inutile. Il regista nonchè protagonista (la prossima volta si consiglia un corso di dizione quantomeno perchè in questo modo si potrebbero distinguere le battute) Muccino è un ragazzo difficile in cerca d'amore. Ci si chiede come mai un ragazzo con tante difficoltà alle spalle appaia a tratti [...] Vai alla recensione »
film inutile che sfrutta situazioni inverosimili e dialoghi imbarazzanti per emozionare....ma si prova solo un grande senso di vuoto
Decidere di intraprendere una carriera cinematografica come regista o come attore, dovrebbe essere una scelta consapevole alle proprie capacità.Muccino dovrebbe trovarsi in un altro posto, e non dietro la macchina da presa, per poi propinare al pubblico un film, sull'essenza del trash, che si riassume nella ricerca ossessiva del dolore, del pianto per scaturire le emozioni, alle quali lo [...] Vai alla recensione »
uno dei film più brutti visti negli ultimi tempi. trama a dir poco assurda e dialoghi e frasi fatte imbarazzanti. tutto scontato e prevedibile, perdono Muccino solo perchè è la sua opera prima. si salva solo la bellissima Olivia ps mi chiedo come si faccia a dare 5 stelle qst film....
Ho letto i commenti di tutti. E sono profondamente fiera di sapere, dopo aver visto il film peggiore della mia vita, che c'è ancora una buona fetta di persone, che come me, conosce il senso profondo della realtà, e che purtroppo passa anche attraverso il dolore e la sofferenza autentici. Io credo, soprattutto oggi in un'epoca dove i mass media hanno un potere pericoloso, che ci debba essere una responsabil [...] Vai alla recensione »
non ho visto mai un film coma parlami d'amore sono rimasto colpito dall'interpretazione d nicoll veritiera convincente assolutamente unica e coinvolgente,cosa dire d sasha una persona tinido riservato ma molto attento in tutto ciò ke nicol volesse fargli capire,pronto ad aiutare gli amici nel momento del bisogno quando era il primo lui ad aver bisogno d aiuto x le sue condizioni d disagio essendo appena [...] Vai alla recensione »
Andrò contro corrente ma a me il film è piaciuto. Certo, lo ammetto, non è un capolavoro...a volte i dialoghi sono incomprensibili e perchè sussurrati, e perchè sono un po' frasi buttate lì senza seguito. Silvio forse un po' troppo dannato, ma nel complesso scorre bene. Sarà magari raccontato in modo non approfondita, ma ho paura che la realtà dei giovani figli di papà, così come quella di coloro [...] Vai alla recensione »
Un film inutile, che non dice nulla, che non lascia niente, non fa riflettere, non fa pensare, non emoziona, ma questa purtroppo non è una sorpresa. Una delle tante schifezze di film made in Italy, dove se nel titolo non c'è la parola ''amore'' , ''bacio'', la gente anzi la ragazzine di 12 anni, cresciute a pane e mariaDeFilippi, non lo va a vedere.......... [...] Vai alla recensione »
La trama era un po' scontata, già dall'inizio avrei scommesso che Muccino e la donna più grande sarebbero finiti insieme. E poi è molto cupo. Non è malaccio, però niente di che.
UN FILM SENZA CAPO NE CODA DOVE NON FUNZIONA NULLA . INESISTENTE IL RITMO , SCENEGGIATURA DISTACCATA DALLA REALTà . ECCESSIVAMENTE LUNGO . SILVIO è IL VERO PROBLEMA NON SA RECITARE , PENSA DI ESSERE UN SEX SIMBOL E UN NOVELLO BERTOLUCCI . IN REALTà è IL SOLITO FRATELLO DI CHE CI DOBBIAMO SORBIRE , POVERA ITALIA . IL BELLO CHE CE LO FANNO PASSARE PURE PER UN TALENTO .
distrutto dalla critica, attaccato su più fronti, solo perchè è italiano. Se l'avesse diretto Muccino "il grande" o qualche regista hollywoodiano, probabilmente certe critiche non sarebbero mai state scritte. Il film è bello, ma pesante; pesante perchè è lento, perchè parla di vita vera e la vita vera è, a suo modo, un po' noiosa. [...] Vai alla recensione »
Ho da poco interrotto la visione di questo film, in onda su Canale 5 in questo momento. Vi sono arrivato per caso, cercavo un altro programma. Ho riconosciuto Muccino (non ricordo mai i due nomi corrispondenti ai due volti), e la Crescentini. Dai, mi sono detto, vediamo cos'è. 25-30 minuti, appunto, mi sono bastati ! La solita, stravista (e compiaciuta) descrizione di giovani "belli [...] Vai alla recensione »
Film delicato, che secondo me arriva al pubblico, Aitana Sanchez Gijon molto brava e credibile, Muccino a mio avviso una conferma come attore e una sorpresa come regista, la storia non originalissima è trattata con con delicatezza e garbo. sicuramente al di sopra della media dei film italiani in sala. Se devo trovare un neo al film è nell'esagerazione con cui si descrivono gli ambienti dei giovani, [...] Vai alla recensione »
Questo film mi è sembrato un assurdo tentativo di emulare il più meritevole e capace fratello Gabriele. Silvio dovrebbe limitarsi alla recitazione che gli riesce molto bene, anzicchè alla regia e tanto meno alla sceneggiatura che in questo caso risulta scontata...anzi mooolto scontata. Il film è un'insalata di emozioni provocate con prepotenza, c'è di tutto, il povero ragazzo proveniente da un'infanzia [...] Vai alla recensione »
Sceneggiatura imbarazzante, recitazione ridicola, storia pessima, protagonisti inguardabili. E' da vedere solo in pura ottica TRASH. Questo è il cinema spazzatura... che tristezza...
Ero in contatto da tempo con Carla Vangelista. È una sceneggiatrice, stavamo discutendo di altri progetti e mi ha raccontato che stava scrivendo un libro con Silvio Muccino. In Cattleya ci siamo innamorati subito della storia. L'idea era forte con due personaggi a tutto tondo. Quando è uscito il libro abbiamo subito chiesto a entrambi di scrivere il copione. Scrivendo il libro e poi la sceneggiatura, Silvio ha sentito così tanto la storia che a poco a poco ha maturato l'idea di dirigere il film da solo.
Lo vediamo, in questi giorni, alle prese con la promozione del suo primo film. Silvio Muccino, ospite in televisione, presenta, con grandissima trepidazione, la sua opera prima: Parlami d'amore. La pellicola, che sarà in tutte le sale proprio il giorno di San Valentino, già riscuote molta attenzione e anche curiosità per questa storia d'amore, appunto, tratta dal libro scritto dallo stesso regista insieme a Carla Vangelista.
Forse è una coincidenza ma Silvio Muccino ha atteso che il fratello maggiore prendesse (letteralmente) un aereo per Hollywood, prima di debuttare alla regia. Meno scaltro e ammiccante del Gabriele emigrante, Parlami d'amore racconta di amore, di morte, di passioni, di amicizie, di tossicofilia e di (tossico)(poker)dipendenza, ma la debolezza del film non risiede nei temi trattati quanto nelle modalità stilistiche e visive con le quali il Muccino minore li ha affrontati.
Una strada spianata. Professionalmente Silvio Muccino - classe 1982 - deve infatti parecchio anche alla fortuna, lanciato come fu dalla partecipazione al secondo lungometraggio del fratello Gabriele ("Come te nessuno mai"), capostipite del redditizio filone giovanile attraversato poi altre volte, di nuovo in veste di attore e sceneggiatore. Viene da sé che il romanzo "Parlami d'amore" - firmato da [...] Vai alla recensione »
Come il titolo lascia intendere Parlami d'amore dovrebbe parlare d'amore. D'altronde è uscito nelle sale con un giorno d'anticipo, ieri, San Valentino, e in ben 755 copie. Lo spettatore si aspetta una storia d'amore, raccontata da un regista esordiente, Silvio Muccino, famoso come attore brillante dei film del più famoso fratello Gabriele e di quelli di Carlo Verdone.
Lasciate ogni speranza o voi ch'entrate di ritrovare, nel primo film come regista del ventiseienne Silvio Muccino, tracce del fratello più grande Gabriele, quello di «L'Ultimo bacio» e «Ricordati di me», né, tampoco, dei giovanilismi del Moccia di «Ho voglia di te» e «Scusa se ti chiamo amore». «Parlami d'amore» è un film drammatico sugli spaesamenti, il malessere, le differenze sociali (rimarchevoli) [...] Vai alla recensione »
Sovraccarico d'ambizioni e di sentimenti a sensazione, è arrivato Parlami d'amore, opera del giovane Silvio Muccino, cosceneggiatore, da un libro di cui è coautore, interprete protagonista e regista. Autore, insomma. Ma di una pellicola ritorta su se stessa e arruffata nella volontà di dire d'amore, infliggendo allo spettatore lo strazio dell'esasperazione.
Orfano 25enne cresciuto in comunità per tossici chiede a bella 40enne con complesso di colpa per suicidio del marito di essere aiutato a conquistare bellissima 20enne sregolata, corrotta da smisurata ricchezza e afflitta da tragedia d'incesto infantile. Ma, conquistata la vanità del sesso e del denaro, scopre di desiderare l'amore. Si credono così normali e così «più grandi della vita» questi personaggi [...] Vai alla recensione »
Poteva essere l'altra faccia della medaglietta di "Scusa ma ti chiamo amore" (a proposito, offresi premio a film italiano con titolo deamorizzato). Un fotoromanzo (finto)giovinastro/sentimentale senza eccessive pretese e drammi troppo concentrati: l'apprendistato passionale tra un 25enne e una 40enne. Lei viene da una brutta storia, lui peggio. Lei ha paura, lui tanta rabbia.
La cinefilia ha rovinato più sceneggiatori e registi che l'ignoranza, perché quest'ultima consente, talora, di fare una cosa per primi, evitando fallimentari confronti. Parlami d'amore, di e con Silvio Muccino, affastella invece il déjà vu: di fresco resta solo lui come interprete di se stesso, dove è inarrivabile, proprio come lo è Nanni Moretti. Come regia, la sproporzione fra mire ed esiti evoca [...] Vai alla recensione »
«10, 100, 1000 Moccia», nel senso di Federico, vien da dire davanti ai dolori del giovane Muccino, compreso com’è nel sottolineare che la parola amore esiste. Meglio i teen-movie, che sono più divertenti e soprattutto non hanno ambizioni altre che passare all’incasso. Muccino Silvio, fratello di, esordisce volando altissimo, molto più dei tre metri sopra il cielo oltre i quali si perde il senso della [...] Vai alla recensione »
Sasha (Silvio Muccino) è un ventenne figlio orfano di due tossicodipendenti che lo hanno cresciuto in una comunità di recupero. Il suo unico contatto esterno è Benedetta (Carolina Crescentini), la figlia di uno dei ricchi patrocinatori del centro, ragazza di cui è innamorato da quando era bambino. Dopo la dipartita del direttore - l'unica persona nella quale riponeva la sua fiducia - Sasha si vede [...] Vai alla recensione »
Anche Silvio Muccino ha voluto diventare regista, restando però attore e sceneggiatore. L'occasione gliel'ha offerta un romanzo che aveva scritto qualche anno fa insieme con Carla Vangelista e che adesso ha riscritto con lei per il cinema. Un romanzo in cui, a giudicare dal film di oggi, in primo piano.c'era l'amore, come il titolo anche faceva intendere, ma mescolato anche ad altri temi, la droga, [...] Vai alla recensione »
Silvio Muccino debutta nella regia adattando il romanzo scritto a quattro mani con Carla Vangelista. Sasha (Silvio stesso), cresciuto in comunità di recupero da genitori tossici e sofferente di abbandono dopo che anche il capo della comunità lo ha mollato, cerca il suo posto nella vita convinto di amare la figlia del ricco datore di lavoro. Ma va a sbattere contro la matura e seducente Nicole reduce [...] Vai alla recensione »
È sin troppo anticipatore il trailer di «parlami d'amore» di Silvio Muccino, alla prima regia dopo il successo come attore: anche lo spettatore distratto capisce quale donna il 25enne protagonista Sasha (Silvio Muccino) sceglierà fra la coetanea Benedetta (Carolina Crescentini) e la 40enne Nicole (Altana Sànchez-Gijón) che gli insegna come conquistare la ragazza amata in segreto da quando era compagna [...] Vai alla recensione »
Sono ingannevoli l'uscita nel giorno di San Valentino; il titolo copiato da una canzone cantata nei Trenta da Vittorio De Sica («Parlami d'amore Mariù/Tutta la mia vita sei tu»); la storiella d'amore. In realtà il primo film diretto da Silvio Muccino è la biografia di un venticinquenne: ricca, generosa e presuntuosa. Infanzia maledetta in una comunità per tossicodipendenti, abbandono e morte da parte [...] Vai alla recensione »
A contendersi con Federico Moccia e il suo Scusa ma ti chiamo amore, arriva Parlami d'amore, opera prima come regista di Silvio Muccino; che ne è anche protagonista insieme a Aitana Sanchez-Gijon e Carolina Crescentini. La pellicola è tratta dal bestseller omonimo, edito da Rizzoli, che l'attore ha scritto insieme a Carla Vangelista, con cui ha firmato anche la sceneggiatura.
Per il suo esordio nella regia Silvio Muccino ha adattato - con qualche correzione in direzione del punto di vista femminile più radicale - il suo romanzo «Parlami d'amore», scritto come la sceneggiatura con Carla Vangelista. L'educazione sentimentale del venticinquenne romano Sasha figlio di tossicodipendenti che lo hanno abbandonato in una comunità, si snoda tra l'attrazione fatale per la bella, [...] Vai alla recensione »
La battuta che giustifica il titolo arriva quasi alla fine, quando, dopo le discese ardite (nel profondo, nel dolore, nell'autodistruzione), arrivano le risalite e il film — prima con una tesa partita a poker (efficace il cameo di Colangeli), Poi con un montaggio a perdifiato, fra corse sulle scale ed esplosione di desiderio — decolla finalmente verso la felicità.
Silvio Muccino è diventato grande. O, almeno, ci prova. Il suo primo film da regista, Parlami d'amore, che lo vede anche protagonista e sceneggiatore, insieme a Carla Vangelista, è soprattutto la dimostrazione di una maturazione di un ragazzo di soli 25 anni alla ricerca di una sua identità autoriale, professionale e personale, all'interno di un cinema che lo ha coccolato e dentro il quale si è formato. [...] Vai alla recensione »