cronix1981
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domenica 10 ottobre 2010
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un mistero tra matematica e filosofia
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Una serie di omicidi. Una serie logica misteriosa. L’università di Oxford. Un vecchio professore di matematica. Un giovane tirocinante americano. Sono questi gli ingredienti del film di Álex De la Iglesia.
Un thriller vecchio stile, compenetrato di elementi noir, a partire dalla location e dalla scenografia. Martin (Elijah Wood) si ritrova, suo malgrado, coinvolto nella caccia ad un serial killer, insieme al professor Seldom (John Hurt). In quello che sembra più un enigma matematico, tutti i protagonisti possono finire sul banco degli imputati. E fino alla conclusione si può dubitare di ogni personaggio.
Se l’inizio è ben orchestrato e la curiosità dello spettatore è catturata costantemente anche durante la parte centrale del film, il finale arriva un po’ in sordina e a ben vedere è più il frutto della casualità che non della logica degli eventi.
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Una serie di omicidi. Una serie logica misteriosa. L’università di Oxford. Un vecchio professore di matematica. Un giovane tirocinante americano. Sono questi gli ingredienti del film di Álex De la Iglesia.
Un thriller vecchio stile, compenetrato di elementi noir, a partire dalla location e dalla scenografia. Martin (Elijah Wood) si ritrova, suo malgrado, coinvolto nella caccia ad un serial killer, insieme al professor Seldom (John Hurt). In quello che sembra più un enigma matematico, tutti i protagonisti possono finire sul banco degli imputati. E fino alla conclusione si può dubitare di ogni personaggio.
Se l’inizio è ben orchestrato e la curiosità dello spettatore è catturata costantemente anche durante la parte centrale del film, il finale arriva un po’ in sordina e a ben vedere è più il frutto della casualità che non della logica degli eventi. Ma tant’è, perché il film si apre proprio con la diatriba tra matematica (scienza esatta) e filosofia.
Nè il vecchio professor Seldom, secondo cui la verità non esiste, nè Martin, fiducioso che la matematica possa risolvere qualsiasi enigma, alla fine avranno le stesse convinzioni di prima.
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dezio
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giovedì 11 luglio 2013
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matematica e omicidi
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«Cosa succede se buttiamo nel calderone matematica e serial killer?» Con questa domanda probabilmente si potrebbe riassumere il film «Oxford Murders», dato che, senza i lunghi ragionamenti logici in base a teoremi matematici, l'opera potrebbe essere benissimo un normale film giallo, con assassino da identificare, investigazioni e tutto quanto ci si aspetta solitamente dal genere. La storia narra di un serial killer che sfida un insegnante universitario a scoprire la sua prossima vittima, non tramite i soliti enigmi ma risolvendo una serie logica di simboli. Il protagonista è Ejah Wood, il buon Frodo, al cui personaggio, nonostante la buona recitazione, non ci riusciamo ad affezionare; più carismatico invece il professore Jhon Hurt.
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«Cosa succede se buttiamo nel calderone matematica e serial killer?» Con questa domanda probabilmente si potrebbe riassumere il film «Oxford Murders», dato che, senza i lunghi ragionamenti logici in base a teoremi matematici, l'opera potrebbe essere benissimo un normale film giallo, con assassino da identificare, investigazioni e tutto quanto ci si aspetta solitamente dal genere. La storia narra di un serial killer che sfida un insegnante universitario a scoprire la sua prossima vittima, non tramite i soliti enigmi ma risolvendo una serie logica di simboli. Il protagonista è Ejah Wood, il buon Frodo, al cui personaggio, nonostante la buona recitazione, non ci riusciamo ad affezionare; più carismatico invece il professore Jhon Hurt. L'incedere del film riesce a catturare abbastanza lo spettatore, e i dialoghi sulla matematica applicata alla realtà sono piuttosto interessanti.
A chiunque piaccia i thriller, questo lungometraggio può rappresentare una piacevole variazione al tema «scopriamo l'assassino insieme»; chi non ama il genere può comunque gustarsi i cervellotici dialoghi tra studente e insegnante e riflettere: può davvero la matematica essere una base su cui prevedere gli eventi reali?
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elgatoloco
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lunedì 4 gennaio 2016
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thriller in parte convincente
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Se la tesi del film è convincente e(per chi scrive, beninteso)accettabile, ossia la non adeguatezza della serialità logico-matematica rispetto al delitto(seriale o meno che esso sia)e , volendo, la sostanziale irrazionalità dei delitti e l'inesistenza del"delitto perfetto", non tutto quanto si vede nel film(il processo, dunque, che porta a verificare o a falsificare la tesi di fondo)è compatibile con la tesi in questione; il film, in altri termini, è inferiore al"quod erat demonstrandum", ossia la tecnica dello stesso non riesce sempre a rendere pienamente l'enunciato stesso. Tuttavia, si tratta di un film di notevole spessore, talmente superiore al film thriller"medio"che ogni paragone va a sfavore dell'eventuale competitor, con l'eccezione di alcuni film realizzati negli anni tra fine anni Novanta del Novecento e il primo(circa)lustro del nuovo millennio, prima, cioè, che ci fosse l'invasione di film simil-CSI o isipirati ai romanzi della Cornwell et similia, dove era/è puramente il referto autoptico a fornire la soluzione e ciò certo non solo per l'excursus logico-filosofico-matematico citato(dai Pitagorici a Wittegenstein a Turing).
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Se la tesi del film è convincente e(per chi scrive, beninteso)accettabile, ossia la non adeguatezza della serialità logico-matematica rispetto al delitto(seriale o meno che esso sia)e , volendo, la sostanziale irrazionalità dei delitti e l'inesistenza del"delitto perfetto", non tutto quanto si vede nel film(il processo, dunque, che porta a verificare o a falsificare la tesi di fondo)è compatibile con la tesi in questione; il film, in altri termini, è inferiore al"quod erat demonstrandum", ossia la tecnica dello stesso non riesce sempre a rendere pienamente l'enunciato stesso. Tuttavia, si tratta di un film di notevole spessore, talmente superiore al film thriller"medio"che ogni paragone va a sfavore dell'eventuale competitor, con l'eccezione di alcuni film realizzati negli anni tra fine anni Novanta del Novecento e il primo(circa)lustro del nuovo millennio, prima, cioè, che ci fosse l'invasione di film simil-CSI o isipirati ai romanzi della Cornwell et similia, dove era/è puramente il referto autoptico a fornire la soluzione e ciò certo non solo per l'excursus logico-filosofico-matematico citato(dai Pitagorici a Wittegenstein a Turing). Anche le "false piste"qui proposte sono di per sé interessanti, ma non sviluppate in peino, lasciando un fondo di insoddfsfazione in chi guarda; in altri termini, il modello"sherlock Holmes", con l'abduzione come metodo di investigazione(deduazione più intuizione più induzione, riassumendo un po'brutalmente))risulta ancora vincente nel"giallo", comunque sia. Eliah Wood e soprattutto John Hurt sono interpreti comunque all'altezza, anzi di più, interpreti di notevolissimo spessore, con un"contorno"di altri/e interpreti di notevole livello. Alex de la Inglesia, insomma, con questo"Oxford Murders"conferma un livello filmico notevole, pur se ancora da"perfezionare", pur se sul termine in questione ci sarebbbe ancora da riflettere non poco... El Gato
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elgatoloco
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venerdì 5 novembre 2021
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el loco puede ser...
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"The Oxford Murders"(Alex de la Iglesia, dal romanzo di Guillermo Martnez, scneggiatura dello stesso la Iglesia, insieme a Guillermo Guerricaechevarria,2008) parla di uno studente"straniero"(made in the USA)che va a Oxford con l'intenzionate di laurearsi conb Arthur Seldom, insigne logico-,matematico e filosofo, ma la passione e l'intenzione si fondono con la volontà di capire un rebus relativo a delle morti inspiegabili.: serialità di un serial killer ovvero singole azioni omicide scollegate? I due (insizando dal prof)daranno dlele spiegazioni, ma la "verità"si rivelerà diversa dalle supposizioni e dalla ipotesi, anche dalle più verosimili.
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"The Oxford Murders"(Alex de la Iglesia, dal romanzo di Guillermo Martnez, scneggiatura dello stesso la Iglesia, insieme a Guillermo Guerricaechevarria,2008) parla di uno studente"straniero"(made in the USA)che va a Oxford con l'intenzionate di laurearsi conb Arthur Seldom, insigne logico-,matematico e filosofo, ma la passione e l'intenzione si fondono con la volontà di capire un rebus relativo a delle morti inspiegabili.: serialità di un serial killer ovvero singole azioni omicide scollegate? I due (insizando dal prof)daranno dlele spiegazioni, ma la "verità"si rivelerà diversa dalle supposizioni e dalla ipotesi, anche dalle più verosimili. Se si mostra un film come questo al"consumatore medio"(questa è, credo, l'esprresione opportuna da usare, per definire lo spettatore medio di un thriller)dei film"polizieschi", "gialli", "thiller"etc.(anche volendo tener conto della differenza tra i sottogeneri)la risposta sarà: "Ma che cosa mi fare vedere?", "Ma che cos'è", "Che senso ha tutto questo?"etc.), proprio perché vale solo, in certi ambienti, il brivido, il "firsson"che pervade la schiena e altro. QUesto perché non ci si domanda se nell'eventuale serial killer o anche nel caso dell'emulazione di un delitto vi sia un ragionamento "previo", una molla, anche solo inconscia, che spinge l'eventuale emulatore a seguire uno schema o a fingere(semplicemente anche solo a livello di finzione)di voler seguire uno schema, per mettere in crisi chi è seriamente alla ricer5ca della verità. Con poche eccezioni(e questo film rinetra nello sparutot gruppo di questi film)si va direttamente alla soluzione, certo con mille"deviazioni", con mille infingiemnti per mettere fuori strada lo spettatore-tendenzialmente"solutore"della questione, senza porsi domande sulla logica-illogicità dell'agire umano, in specie se criminale. E allora sentire evocare i Pitagorici, Wittgenstein, Go"del, Alan Turing, e vari altri autori e relaive teorie metere in crisi il fruiotre"usa e getta", che non si pone domande né sul paino logico né su quello psicologico-psicanalitico, dove questo piano, ritorna, come già nel romanzo di Martinez a"tormentare".-mettere postivamewnte ed efficacemente in crisi le menti dei due"logici-solutori"nonché quelle degli inquirenti. A dimostrazione del fatto che, rovesciando una nota affermazione di Wittgenstein, "l'enigma esiste"(almeno talora). Eljah Wood(lo studente) e John Hurt(Seldom) sono interpreti di gran classe, come anche le interpreti femminili Jlie Cox e Leonor Walling. El Gato
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