Titolo originale Max Payne.
Azione,
Ratings: Kids+13,
durata 100 min.
- USA 2008.
- 20th Century Fox Italia
uscita venerdì 28novembre 2008.
MYMONETROMax Payne
valutazione media:
2,17
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Certo, dopo aver giocato e rigiocato ai due episodi per PC (molto più spettacolari delle versioni console) molte cose di questo film possono far sorridere, ma questo è il prezzo che si paga per la trasposizione di un videogioco che dura ore e ore ad un film che massimo ne dura due o tre.
Personalmente, avrei evitato lo stravolgimento di trama e personaggi e avrei cercato di riproporre qualcosa di più fedele al gioco, anche se ciò è molto difficile da ottenere. Le cose che proprio non mi sono piaciute sono l' aver stravolto alcuni personaggi (Jim Bravura afroamericano con un cognome italiano, arrgghhh..., B.B. anziano e boss dei cattivi ?!, ecc.) e avrei cercato di realizzare un finale più simile a quello del gioco, quindi molto più spettacolare.
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Certo, dopo aver giocato e rigiocato ai due episodi per PC (molto più spettacolari delle versioni console) molte cose di questo film possono far sorridere, ma questo è il prezzo che si paga per la trasposizione di un videogioco che dura ore e ore ad un film che massimo ne dura due o tre.
Personalmente, avrei evitato lo stravolgimento di trama e personaggi e avrei cercato di riproporre qualcosa di più fedele al gioco, anche se ciò è molto difficile da ottenere. Le cose che proprio non mi sono piaciute sono l' aver stravolto alcuni personaggi (Jim Bravura afroamericano con un cognome italiano, arrgghhh..., B.B. anziano e boss dei cattivi ?!, ecc.) e avrei cercato di realizzare un finale più simile a quello del gioco, quindi molto più spettacolare.
Per il resto, rimaneva ovviamente impossibile comprimere in due ore tutta la meraviglia del capolavoro videoludico, nato per PC e adattato per console, ma sarebbero stati comunque possibili un' interpretazione di Max più ironica e incisiva ed ottenere una maggiore caratterizzazione dei personaggi.
Per un possibile seguito del film, beh, penso proprio sia probabile che mai lo vedremo (forse per fortuna qualcuno dirà), a meno che non venga creata in toto una trama nuova. Questo lo dico perchè nel film mancano alcuni personaggi fondamentali per il proseguo della storia, quali il russo Vladimir Lux, ehmm., Vladimir Lem, Alfred Wooden, Vinnie Gognitti e non si fa alcun riferimento al "Circolo Interno", l'organizzazione massonica segreta al servizio del governo che aveva autorizzato gli esperimenti con la droga Valchiria e che nel seguito (Max Payne 2 - The Fall Of Max Payne) svolge un ruolo fondamentale, come nel primo del resto.
Avrei lasciato volentieri perdere gli incubi sui mostri alati, peraltro assenti nel videogioco e avrei cercato di realizzare una migliore caratterizzazione di ambienti e personaggi; dove sono andati gli squallidi locali per prostitute, i vicoli bui, contrapposti allo sfarzo delle ville della New York benestante, dove è andata a finire la rappresentazione da oscar e iperrealistica del cuore marcio della "Noir York City" presente nel videogame ?
Come attore avrei preferito qualcuno più ironico e meno serioso, come Mel Gibson (che però ormai ha una certa età), Nicolas Cage coi capelli corti e neri o, meglio ancora, gli attori del primo o del secondo Max Payne in versione originale.
Non sono per niente d'accordo con la frase della recensione che afferma che nei videogames la trama non è importante, in quanto, guardacaso, la trama di Max Payne videogioco è un vero capolavoro, i suoi monologhi ironici e disincantati sono resi in maniera superba, gli incubi mettono la pelle d'oca dalla paura (in particolare quando si sentono le urla della bambina, che, se si sbaglia strada nel labirinto, diventano sempre più acute e si trasformano in un vero e proprio urlo di dolore, veramente agghiacciante e molto più serio dei mostri alati). Insomma, nel gioco tutto è reso in maniera superba, tale da trasformare un trama di per sè non originale e già vista (si pensi al film "Il Corvo") in qualcosa di nuovo e sempre più coinvolgente.
Ancora un applauso ai programmatori e un caloroso invito a continuare su una strada che, se mantenuta con coerenza, farà sì che i giochi come Max Payne (anche se chiamarlo gioco è un eufemismo) un giorno (ormai vicino) prenderanno il sopravvento sui film, mezzo di comunicazione ormai stagnante e ripetitivo, che ha poco di nuovo da offrire.
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Per chi ha vissuto l'emozione di una scorribanda nella notte di una New York fatta di neve, proiettili e poligoni, la visione di Max Payne deve essere sconsigliata.
Il regista riesce ad incastrare tra effetti speciali interessanti e surreali, una fotografia di intenso effetto ed una trama appena sostenibile tutto quello che dentro al videogame c'era di buono: il protagonista dotato di struttura psicologica ed ironie al limite della psicanalisi, una storia avvincente anche se non originale, un crescendo di emozioni prettamente noir che coinvolgeva chi si metteva nei panni sdruciti e sporchi di sangue di Max Payne. Tra i pregi che la confezione del gioco proponeva: ambienti musicali inquietanti e coinvolgenti, un doppiaggio realizzato alla perfezione
Il film non stravolge i ruoli del videogame anche se i personaggi non vengono cambiati a sufficienza per nascondere la "brutta copia" di Mona Sax, BB, Jim Bravura e Jack Lupino.
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Per chi ha vissuto l'emozione di una scorribanda nella notte di una New York fatta di neve, proiettili e poligoni, la visione di Max Payne deve essere sconsigliata.
Il regista riesce ad incastrare tra effetti speciali interessanti e surreali, una fotografia di intenso effetto ed una trama appena sostenibile tutto quello che dentro al videogame c'era di buono: il protagonista dotato di struttura psicologica ed ironie al limite della psicanalisi, una storia avvincente anche se non originale, un crescendo di emozioni prettamente noir che coinvolgeva chi si metteva nei panni sdruciti e sporchi di sangue di Max Payne. Tra i pregi che la confezione del gioco proponeva: ambienti musicali inquietanti e coinvolgenti, un doppiaggio realizzato alla perfezione
Il film non stravolge i ruoli del videogame anche se i personaggi non vengono cambiati a sufficienza per nascondere la "brutta copia" di Mona Sax, BB, Jim Bravura e Jack Lupino.
Di un eroe nero, che si tiene su a forza di vendetta e antidolorifici resta il volto di Mark Wahlberg, più adatto ad impersonare Jason Bourne che lo scanzonato ed implacabile poliziotto della grande mela. La prova del Bad Boy di Boston resta comunque convincente e ricca di impegno, grazie anche all'espressività emotiva del volto.
Mona Sax, conturbante e imperscrutabile assassina nel videogioco rimane opera incompiuta nell'interpretazione di Mila Kunis.
Infine, la più deludente delle interpretazioni resta quella del doppiaggio. All'uscita del videogame la qualità degli attori vocali è stata superba; la traduzione italiana di questa pellicola non ha tenuto conto dei doppiatori originali e ha fatto perdere a tanti estimatori del gioco la familiarità con il personaggio principale.
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Personaggio molto difficile da interpretare quello impersonato da Wahlberg che supera agevolmente l'esame. Il detective tormentato e pieno di incubi ha già un nome che è tutto un programma: anche se Payne si scrive in maniera diversa si pronuncia alla stessa maniera di pain che vuol dire dolore, per la precisione massimo dolore, il che è già esplicito di ciò che ci aspetta. Il film si svolge in una New York opaca e nevosa, gelida e tenebrosa, bellissima la fotografia grigio-noir che esalta perfettamente le atmosfere create. Poi la narrazione non scorre, la storia è banale, famiglia sterminata e amico traditore, niente di nuovo in sintesi se non le sofferenze mai sopite di un uomo colpito eferito nel suo lato più intimo e profondo, che però, nell'ultimo fotogramma sembra trovare un briciolo di pace quando quel pallido raggio di sole per un attimo gli illumina il volto.
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Personaggio molto difficile da interpretare quello impersonato da Wahlberg che supera agevolmente l'esame. Il detective tormentato e pieno di incubi ha già un nome che è tutto un programma: anche se Payne si scrive in maniera diversa si pronuncia alla stessa maniera di pain che vuol dire dolore, per la precisione massimo dolore, il che è già esplicito di ciò che ci aspetta. Il film si svolge in una New York opaca e nevosa, gelida e tenebrosa, bellissima la fotografia grigio-noir che esalta perfettamente le atmosfere create. Poi la narrazione non scorre, la storia è banale, famiglia sterminata e amico traditore, niente di nuovo in sintesi se non le sofferenze mai sopite di un uomo colpito eferito nel suo lato più intimo e profondo, che però, nell'ultimo fotogramma sembra trovare un briciolo di pace quando quel pallido raggio di sole per un attimo gli illumina il volto. Il videogame ha segnato almeno un decennio, il film sicuramente no.
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Max Payne è un poliziotto della sezione Cold Case della polizia di New York che cerca di scoprire chi ha ucciso la moglie e la figlia. Per andare a fondo in questa indagine si vedrà accusato dell'omicidio del suo mogliore amico, nonchè il detective che si occupava del caso, e della moglie stessa. Diventerà quindi un fuorilegge, pieno di rabbia in cerca di vendetta.
Messa così la storia non sembrerebbe neanche tanto male, tuttavia ha un grosso problema: è tratta da un videogioco. E' come altri videogiochi portati sullo schermo, vede la storia portata all'essenziale e i personaggi stravolti. Infatti, nell'originale Max Payne, non solo viene accusato di omicidi che non ha mai commesso, ma si trova coinvolto in un immenso traffico di una droga chiamata valchiria, in patti con la malavita, ma sopratutto in personaggi che il film non ha proprio toccato.
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Max Payne è un poliziotto della sezione Cold Case della polizia di New York che cerca di scoprire chi ha ucciso la moglie e la figlia. Per andare a fondo in questa indagine si vedrà accusato dell'omicidio del suo mogliore amico, nonchè il detective che si occupava del caso, e della moglie stessa. Diventerà quindi un fuorilegge, pieno di rabbia in cerca di vendetta.
Messa così la storia non sembrerebbe neanche tanto male, tuttavia ha un grosso problema: è tratta da un videogioco. E' come altri videogiochi portati sullo schermo, vede la storia portata all'essenziale e i personaggi stravolti. Infatti, nell'originale Max Payne, non solo viene accusato di omicidi che non ha mai commesso, ma si trova coinvolto in un immenso traffico di una droga chiamata valchiria, in patti con la malavita, ma sopratutto in personaggi che il film non ha proprio toccato. Personaggi che poi sono tra i migliori del videogioco. Senza poi contare la colonna sonora che da un violino triste e malinconico che si adattava al noir del videogioco, passa a una violenta chitarra di Marilyn Manson. Tuttavia nel tutto, bisogna riconoscere l'abilità del regista John Moore, la straordinaria interpretazione di Mark Whalberg e il direttore della fotografia che hanno fatto in modo di rendre il film il più possibile fedele al videogioco, almeno nei colori.
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Il detective Max Payne, la cui famiglia è stata trucidata in circostanze misteriose, si ritrova coinvolto in due omicidi mentre, tre anni dopo l’accaduto, cerca di risolvere il caso.
La prima vittima è Natasha, una ragazza russa, la seconda un suo collega che collabora con lui nelle indagini sull’omicidio della moglie Michelle e del figlioletto. Il problema è che alcuni indizi seminati ad arte sembrano condurre a Max, e ben presto il protagonista si troverà contro anche la polizia di New York. Intanto tutte le tracce sembrano portare alla “Aesir”, la multinazionale farmaceutica in cui lavorava la moglie di Max.
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Il detective Max Payne, la cui famiglia è stata trucidata in circostanze misteriose, si ritrova coinvolto in due omicidi mentre, tre anni dopo l’accaduto, cerca di risolvere il caso.
La prima vittima è Natasha, una ragazza russa, la seconda un suo collega che collabora con lui nelle indagini sull’omicidio della moglie Michelle e del figlioletto. Il problema è che alcuni indizi seminati ad arte sembrano condurre a Max, e ben presto il protagonista si troverà contro anche la polizia di New York. Intanto tutte le tracce sembrano portare alla “Aesir”, la multinazionale farmaceutica in cui lavorava la moglie di Max. “Max Payne” mantiene esattamente quello che promette il suo titolo: “massimo dolore” sia per lo spettatore occasionale che per l’appassionato dei due titoli della Rockstar Games (“Max Payne” e “The Fall of Max Payne”), originale connubio tutt’altro che contro natura tra videogame, cinema e graphic novel.
Nell’ottica delle major hollywoodiane l’adattamento da un videogame è una sorta di ritorno del figliol prodigo, e si traduce in un riassorbimento dei codici transmediali del mezzo videoludico all’interno del sottogenere che l’ha generato, in questo caso il noir.
“Max Payne” non fa eccezione alla regola, e fa rimpiangere amaramente l’”Hitman” di Xavier Gens, che almeno assicurava un discreto sollazzo per il meditato eccesso e la sconsiderata aderenza all’originale.
Qui siamo dalle parti della sbiadita fotocopia, e se l’incipit lascia presagire un “Sin City” dei poveri, in seguito il film evolve in un mediocre noir afflitto da una sceneggiatura farneticante (dell’esordiente Beau Thorne), con qualche sprazzo di bolsi effetti CGI. Se questo è un preludio all’insofferenza per i neocon alla Cheney, ben venga, tanto più se il problema viene risolto in maniera radicale, alla Max Payne.
Il misconosciuto John Moore non è certo Rodriguez, e arranca nel tentativo d’inventarsi uno stile, sia pure di riporto. E allora via libera ad inquadrature angolate e al ricorso ad un drammatico e contrastato chiaroscuro, che da sempre fanno parte della grammatica del genere, senza dimenticare il bullet-time, punto di forza del videogame, che si risolve nelle consuete scene alla “Matrix”. Anche qui Moore perde il confronto non solo con i Wachowski, ma anche con le “pallottole flessibili” squadernate dal kazako Timur Bekmambetov in “Wanted”.
Purtroppo, a parte l’ottima fotografia, su toni bluastri, di Jonathan Sela e la neve digitale i cui fiocchi precipitano perennemente su New York (ma è Toronto), è davvero difficile trovare qualcosa di positivo da dire su “Max Payne”, a cui viene inferto il colpo di grazia da un catatonico Mark Wahlberg. Se l’attore è un buon caratterista, come ha dimostrato in “The Departed”, non è però in grado di reggere un ruolo da protagonista, com’è evidente a chi abbia avuto la sventura di vedere “E venne il giorno” di un confuso M. Night Shyamalan. Più che un uomo in cerca di vendetta, Wahlberg sembra in stato sonnambolico ed è senz’altro meno espressivo del suo contraltare videoludico, con cui condivide lo spolverino di pelle e poco altro.
Per gli estimatori, si segnala una breve quanto seduttiva apparizione di Olga Kurylenko, futura Bond girl nell’imminente “Quantum of Solace”. [-]
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Da un videogioco prende ispirazione il film "Max Payne". Il protagonista assetato di vendetta dopo che gli sono state massacrate moglie e figlia (non è una novità di questo film, era accaduto anche ne "Il giustiziere della notte") non ha pace finchè non riesce a compiere la sua vendetta! Purtroppo la sua ricerca lascia dietro di se altri cadaveri, tra cui (pare affettata) la bella protagonista di "Quantum of solace-007" Olga Kurylenko, ed un suo amico collega che avea ripreso le indagini sulla morte della sua famiglia. E durante la sua ricerca per sete di vendetta semina cadaveri a destra e a sinistra con mitragliate continue! Non sarebbe male come film d'azione se non ci fossa tutta questa mattanza! Dopo i titoli di coda un finale inaspettato: troverà poi consolazione nella bella Mila Kun
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Da un videogioco prende ispirazione il film "Max Payne". Il protagonista assetato di vendetta dopo che gli sono state massacrate moglie e figlia (non è una novità di questo film, era accaduto anche ne "Il giustiziere della notte") non ha pace finchè non riesce a compiere la sua vendetta! Purtroppo la sua ricerca lascia dietro di se altri cadaveri, tra cui (pare affettata) la bella protagonista di "Quantum of solace-007" Olga Kurylenko, ed un suo amico collega che avea ripreso le indagini sulla morte della sua famiglia. E durante la sua ricerca per sete di vendetta semina cadaveri a destra e a sinistra con mitragliate continue! Non sarebbe male come film d'azione se non ci fossa tutta questa mattanza! Dopo i titoli di coda un finale inaspettato: troverà poi consolazione nella bella Mila Kunis?
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Di simile al videogioco,c'è ben poco,giusto un uomo alla ricerca di una inarrestabile vendetta personale.
Il buon Wahlberg si impegna a dovere ma rispetto al personaggio ludico che tutti ricordavamo,almeno per chi ci ha giocato,mostra meno ironia e naturalezza finendo per assomigliare più ad un altro dei nostri eroi preferiti ovvero Robocop.
I personaggi di contorno,tipo una fanciulla armata fino ai denti e demoni alati non lo aiutano in una sceneggiatura spesso priva di mordente e di momenti veramente significativi.
L'unico vero attimo di emozione risiede probabilmente nello sguardo su quella culla e sulla moglie ormai prive di vita.
Nel videogioco procuravano molta più tensione e adrenalina il ricordo delle grida strazianti della famiglia morente che facevano eco costantemente nella memoria di Payne.
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Di simile al videogioco,c'è ben poco,giusto un uomo alla ricerca di una inarrestabile vendetta personale.
Il buon Wahlberg si impegna a dovere ma rispetto al personaggio ludico che tutti ricordavamo,almeno per chi ci ha giocato,mostra meno ironia e naturalezza finendo per assomigliare più ad un altro dei nostri eroi preferiti ovvero Robocop.
I personaggi di contorno,tipo una fanciulla armata fino ai denti e demoni alati non lo aiutano in una sceneggiatura spesso priva di mordente e di momenti veramente significativi.
L'unico vero attimo di emozione risiede probabilmente nello sguardo su quella culla e sulla moglie ormai prive di vita.
Nel videogioco procuravano molta più tensione e adrenalina il ricordo delle grida strazianti della famiglia morente che facevano eco costantemente nella memoria di Payne.
La veste grafica non è disdicevole,per chi le ama ci sono sparatorie a bizzeffe, e tutti giustifichiamo la sete di vendetta di Max,tuttavia, sopratutto nella parte finale,assistiamo ad una serie di eventi davvero discutibili che probabilmente vi faranno rimpiangere di aver perso quasi due ore davanti lo schermo.
Che siate o non siate fan del mitico Payne,poco cambia,la sensazione finale che proverete sarà quella della non soddisfazione.
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[+] lascia un commento a shingo tamai »[ - ] lascia un commento a shingo tamai »
Max Payne quel videogioco che ormai è diventato leggenda. Dopotutto si sta parlando di una trama di certo non originale, ma una delle migliori che abbia mai visto. E visto che ha raggiunto un tale splendore, qualcuno ha detto: "Facciamo un film".
Ci voleva proprio. Non ha nulla a che vedere con il videogioco, ma si considera l'azione e l'atmosfera, il film si salva.
La storia del Bullet Time è semplicemente fantastica. Crea delle sequenze che ti mettono i brividi lungo la schiena. L'atmosfera mi piace. Rende il tutto ancora più inquientante. E gli omicidi in conclusione, sono il punto cardine del Thriller. Quasi quasi fa paura. Basta? Beh, volevo sapere dove si sarebbe spinto John Moore.
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Max Payne quel videogioco che ormai è diventato leggenda. Dopotutto si sta parlando di una trama di certo non originale, ma una delle migliori che abbia mai visto. E visto che ha raggiunto un tale splendore, qualcuno ha detto: "Facciamo un film".
Ci voleva proprio. Non ha nulla a che vedere con il videogioco, ma si considera l'azione e l'atmosfera, il film si salva.
La storia del Bullet Time è semplicemente fantastica. Crea delle sequenze che ti mettono i brividi lungo la schiena. L'atmosfera mi piace. Rende il tutto ancora più inquientante. E gli omicidi in conclusione, sono il punto cardine del Thriller. Quasi quasi fa paura. Basta? Beh, volevo sapere dove si sarebbe spinto John Moore. Per fortuna che il film ha delle qualità. Quelle delle inquadrature. Senza di loro l'atmosfera sarebbe andata sprecata.
Ci sta bene Mark Wahlberg nel ruolo. Ormai rivisto E venne il giorno e Cani sciolti, quest'ultimo spassoso.
Mi piace pensare che qui Nicole Horne è buona. La prima volta che l'ho vista nel film, mi sono venuti in mente i ricordi di quanto era complicato la parte finale. Il finale del film quella con esplosione è la scena migliore, quando è stata battuta dalla scenetta finale. Tenerissima. Il resto dei personaggi sono scarsi, l'azione memorabile è molto poca. Eppure la sua vendetta doveva essere lunga, invece si è rivelata cortissima. Talmente tanto che mi dispiace che sia durato meno di 2 ore. So che era chiedere troppo, ma metterci 2 scene in croce è un pianto. Giorgio Melazzi non doppia Max Payne e questa porta il film molto in basso. Le idee ci sono, ma manca un doppiatore che mi faceva ridere un sacco e c'era armonia nelle sue parole. Molti doppiatori dovrebbero prendere spunto da lui. La trama non è complessa, quindi stona. Trovo irritante pensare che molte scene non hanno, il videogioco sì, ovvero l'effetto sorpresa. Risultano prevedibili, moscie e sono noiose. Alla fine, se cambiano i nomi e il titolo del film, sarebbe stato simile al videogioco, ma almeno bello da vedere. E invece anche qui si cerca di fare soldi e basta. Ma c'è una cosa importante da dire: Questo film non è Max Payne. [-]
[+] lascia un commento a gennaro »[ - ] lascia un commento a gennaro »
Cosa si poteva fare con i milioni di dollari spesi per portare al cinema Max Payne? Tantissimo. Forse si potevano investire nella ricerca, oppure donare all'Unicef, ci si poteva costruire un bel ospedale e dulcis in fundo se al già consistente gruzzolo si fosse aggiunta la cifra spesa per finanziare i vari Epic movie, Disaster movie, Treciento e compagnia cantando, forse si sarebbe risollevata la famosa "crisi". Invece no, i produttori e la 20th Century Fox in testa hanno deciso di creare una nuova, imbattibile, inattaccabile, rivoluzionaria ed infallibile cura per l'insonnia. Si auspica una tempestiva uscita in dvd per poter godere degli effetti benefici di Max Payne direttamente nel comodo salotto di casa, per potersi liberamente abbandonare tra le braccia di Morfeo e risolvere così un problema cronico che riguarda milioni di persone.
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Cosa si poteva fare con i milioni di dollari spesi per portare al cinema Max Payne? Tantissimo. Forse si potevano investire nella ricerca, oppure donare all'Unicef, ci si poteva costruire un bel ospedale e dulcis in fundo se al già consistente gruzzolo si fosse aggiunta la cifra spesa per finanziare i vari Epic movie, Disaster movie, Treciento e compagnia cantando, forse si sarebbe risollevata la famosa "crisi". Invece no, i produttori e la 20th Century Fox in testa hanno deciso di creare una nuova, imbattibile, inattaccabile, rivoluzionaria ed infallibile cura per l'insonnia. Si auspica una tempestiva uscita in dvd per poter godere degli effetti benefici di Max Payne direttamente nel comodo salotto di casa, per potersi liberamente abbandonare tra le braccia di Morfeo e risolvere così un problema cronico che riguarda milioni di persone. Max Payne non è un horror perchè è troppo estetizzato e freddo, laccato e privo di nerbo per esserlo, non è un action perchè l'azione latita in modo ostinato e colpevole e non è un giallo perchè della trama non frega francamente niente a nessuno, prima tra tutti allo sceneggiatore, al regista e agli attori tutti. Poi c'è Mark Wahlberg che compie il miracolo di non aggiungere nessuna espressione nuova al suo repertorio, guarda la macchina da presa perennemente ingrugnito, è sofferenza direte voi (al personaggio hanno ammazzato moglie e figlia), invece no assomiglia più a costipazione. Insomma le pecche di Max Payne non sono tragiche, in realtà le si può riscontrare nel 95% degli horror in circolazione, il problema vero è la mancanza di onestà, questo presentarsi come prodotto spaccatutto e poi in realtà essere un baraccone con tanto fumo e pochissimo arrosto alla fine non paga, anzi fa sorgere nello spettatore un sentimento che puzza di presa in giro. Ovviamente da questo discorso sono esclusi tutti coloro che stanchi e spossati dai frenetici ritmi che la vita moderna ci impone, si sono recati in sala per schiacciare un pisolino. Forget it.
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