L'onda

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Un film di Dennis Gansel. Con Jürgen Vogel, Frederick Lau, Max Riemelt, Jennifer Ulrich, Christiane Paul.
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Titolo originale Die Welle. Drammatico, durata 101 min. - Germania 2008. - Bim Distribuzione uscita venerdì 27 febbraio 2009. MYMONETRO L'onda * * 1/2 - - valutazione media: 2,91 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Film o documentario? Né l'uno né l'altro Valutazione 1 stelle su cinque

di Francesco2


Feedback: 41559 | altri commenti e recensioni di Francesco2
martedì 14 settembre 2010

Qualunque giudizio si esprima su questo film , i riferimenti sono almeno due: snza coinvolgere il nostro "Mary per sempre",L'"Attimo fuggente", che risale a ormai vent'anni fa,ed "Elephant", che nel 2003 a Cannes vinse la Palma d'Oro(Cinque anni dopo ha fatto il "bis" un film che non ho ancora visto, "La classe"). Alcune voci dizzenzienti, proprio rispetto a "Elephant", accusavano Van Sant, che forse acquisì la patente di "autore" proprio grazie a questo film, di essersi limitato a "Documentare" senza capire. Consiglierei a Cherchi Usai, direttore di "Segnocinema", di vedere questo film , nel caso non l'abbia ancora fatto. L'inizio, per quanto "Sfilacciato",potrebbe essere ancora promettente: un docente lancia delle provocazioni in una classe su concetti come autocrazia e totalitarismo, domandandosi su quest'ultimo se un fenomeno simile non potrebbe ripetersi nella Germania di un imprecisato "Oggi": facile, forse troppo,vedrlo come un "Alter-ego" del regista, che intende provocatoriamente stimolare il pubblico. E'una storia -Pare-realmente accaduta, quindi letture del genere appaiono abbastanza dietrologiche. A questo punto, però, che appaiono le differenze tra Van Sant ed un Dennis Gansel: anziché tratteggiare, con delicatezza ma senza toni edulcorati, Gansel cade -Spiace dirlo- nella trappola di tutti i mediocri: calcare eccessivamente, e allo stesso tempo usare uno stile anonimo. I giovani appaiono caricature pessime, bozzetti quasi "Schizzati", e contemporaneamente la psicologia(?) dei personaggi e delle loro famiglie è la stessa, insipida,del "Grande sogno" di Placido: genitori che non capiscono, e figli che si autocoinvolgono in cose più grandi di loro. Le emozioni scarseggiano sempre più, tranne una scena in cui una ragazza che cerca di capire di più sulla piega che sta prendendo "L'onda" è vittima o forse no di gente che la insegue. Veniamo a sapere di una presunta pistola a salve, e assistiamo agli scontri che ormai coinvolgono i ragazzi stessi-Ma perché?. Appaiono ormai "travolti" dall'esperimento del professore, hanno perso le regole della democrazia non nel senso politicamente corretto, ma in quello di rispetto per gli altri; il docente, del resto, era passato da un estremo all'altro, dall'atteggiamento "comunista" di chi rmope gli schemi (Arriva a farsi dare del "Tu")a quello fascista (Ordine, disciplina militaresca). I colleghi non ne avevano considerazione, il matrimonio non sembrava andare benissimo, ed era come se volesse dimostrare a sé stesso come i valori della destra (Ordine, autoritarismo), non potessero che essere perdenti rispetto a quelli di sinistra (Uguaglianza, anche troppa, rispetto per gli altri, a volte magari troppo anche quello). Nel finale plateale quanto inverosimile (secondo me: i ragazzi dapprima lo applaudono quando finge di continuare, poi appaiono appoggiarlo anche quando dice "Basta"), non manca il colpo basso che richiama proprio il citato film di Weir. La storia non ci insegna nulla, - come gruppi e come singoli, in questo caso- , ci illudiamo che determinate esperienze appartengano esclusivamente al passato. Ma anche Gansel sembra avere imparato pochissimo dal menzionato Van Sant, come dalla docufiction- Faziosa, d'accordo- di Michael Moore. E' l'inconsistenza di questo nuovo(?) cinema tedesco, da "Quattro minuti" alle "Vite deglia ltrI2, che ricama sul già visto o, in questo caso, usa fatti realmente accaduti per proporci un cimema videoclip e dal finale strappalacrime.

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