Le ombre rosse |
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Un film di Francesco Maselli.
Con Roberto Herlitzka, Valentina Carnelutti, Flavio Parenti, Lucia Poli, Luca Lionello.
continua»
Drammatico,
durata 91 min.
- Italia 2008.
- 01 Distribution
uscita venerdì 4 settembre 2009.
MYMONETRO
Le ombre rosse
valutazione media:
2,09
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Ombre rosse di vergognadi LisbethFeedback: 15 | altri commenti e recensioni di Lisbeth |
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giovedì 10 settembre 2009 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Siniscalchi è un letterato di fama,prof.universitario,intellettuale di sinistra,figura imprescindibile nei salotti che contano,casual quanto basta nel vestire,modi gentili e necessariamente un po’distratti. Passa in edicola e cerca l’ultimo numero di Diabolik, l’edicolante gli propone MicroMega, “..quello mi arriva a casa!” fa lui con aria tra divertita e innocente.Una Panda sgangherata lo carica per portarlo al centro sociale “Cambiare il mondo”(“diamoci del tu” è immancabile a questo punto).Segue lunghissimo piano-sequenza con passaggio su interni pieni di sacro fuoco ideale,dormitorio dal quale non si manda via nessuno,ragazze e ragazzi proprio come ce li immaginiamo in un centro sociale,cioè belli e impegnatissimi, qualcuno appena un po’ aggressivo o disperato, una scuola per cinesini e vari in cui le prime parole da imparare sono “cara” e “pace”,bar, lavanderia,insomma un Eden prima della famosa mela.Non si capisce bene cosa debba fare il prof.con aria smarrita lì in mezzo, visto che c’è festa con musica e canti multietnici,per cui,quando gli danno il microfono per parlare degli Irrazionalismi,risponde, sempre con tanta affabilità, che suonino ancora la loro bella musica.Infine,abbastanza annoiato e più che altro interessato a sapere chi lo riporterà a casa,abbozza una intervista lampo, e mentre le parole sembrano formarglisi in bocca,lancia l’idea di far nascere da centri sociali come quello vere e proprie case della cultura,citando Malraux.Le sue dichiarazioni rimbalzano sui giornali di mezzo mondo,nessuno si chiede se per caso non si stia esagerando un po’,entrano in campo altri personaggi del circo del potere,un sindacalista icona delle lotte che furono,un architetto ex sessantottino ammanicato con i petrolieri del Texas,che finanzierebbero felici le sue visioni, editori e giornalisti pienamente appagati di essere quello che sono e donne carismatiche di algida e matura bellezza,degne compagne di uomini così ben-pensanti.Il progetto fallirà, i giovani perderanno ogni speranza,gli anziani continueranno a sproloquiare luoghi comuni da far invidia al dizionario di Flaubert,ma sempre in salotti super accessoriati (un Marini alla parete non è uno scherzo) mentre la destra vince le elezioni.Il repertorio del luogocomunismo di sinistra è decisamente a buon punto.Il colpo di grazia lo danno i clacson che strombazzano nelle strade la vittoria della destra.Al prof che s’illude e vuol seguire alla TV i risultati (è tornato apposta per votare da un giro del mondo di conferenze!) la donna/intelligente/compagna dice ispirata “ma i clacson non sono della sinistra!”.Fermo-immagine, controluce, i personaggi diventano manichini inconsistenti.Nella sequenza finale,quella della speranza,i giovani, delusi e disperati per il tradimento dei padri che li hanno solo “strumentalizzati”,sapranno risorgere in un orrido casolare fatiscente da periferia romana doc, sì, di quelle dove oggi più che altro è pericoloso tornare a casa dal lavoro la sera, per le donne.Questa è la sinistra che Maselli mette in campo,e passi se ci fosse un intento parodistico,ne avrebbe tutta l’aria.Invece Maselli dà l’idea di prendersi molto sul serio.Alla fine la sensazione è di aver visto un centone di ovvietà, una sinistra stereotipata sempre pronta a farsi carico di…(I care), in una visione del mondo, vecchi e giovani, nessuno escluso, che fa capire davvero chi ha fatto vincere la destra in Italia.Ma non è certo questo merito a raddrizzare le sorti di questo pessimo film.
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