Ancora Rabbia intorno a Pasolini
di Paolo D'Agostini La Repubblica
Le inutili polemiche hanno solo riconfermato il potere pasoliniano di risvegliare coscienze e creare discussioni. È notevole che un'opera così guadagni le sale e per questo vogliamo segnalarla. Ma c'è da spiegarne la storia. A Pier Paolo già famoso anche come regista viene chiesto nel '63 di realizzare una storia delle tensioni dei quindici anni di Guerra Fredda servendosi solo di cinegiornali. Egli crea un violento contrasto tra immagini e relativi commenti e testi suoi (letti da Guttuso e Bassani). Al produttore il risultato sembra troppo difficile e ottiene dall'autore riluttante di lasciare spazio a Giovannino Guareschi, considerato intellettuale di destra. Non serve: La rabbia registra un esito deludente e sparisce. Quell'edizione è stata riportata in vita e presentata alla seconda Festa di Roma. Ora tocca a un'operazione filologica forse discutibile ma preziosa. Sulla base di una vasta documentazione si è ricostruito il film come è lecito credere che Pasolini lo volesse. Coartefici: Giuseppe Bertolucci, la Cineteca di Bologna, il Luce, il Gruppo Minerva Raro Video, Tatti Sanguineti, Graziella Chiarcossi, Carlo di Carlo, Valerio Magrelli che dà voce alle integrazioni.
Da La Repubblica, 12 settembre 2008
di Paolo D'Agostini, 12 settembre 2008