Il bambino con il pigiama a righe |
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Un film di Mark Herman.
Con Asa Butterfield, Zac Mattoon O'Brien, Domonkos Németh, Henry Kingsmill, Vera Farmiga, Cara Horgan, Zsuzsa Holl, Amber Beattie.
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Titolo originale The Boy in the Striped Pyjamas.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 93 min.
- USA 2008.
- Buena Vista International Italia
uscita venerdì 19 dicembre 2008.
MYMONETRO
Il bambino con il pigiama a righe
valutazione media:
3,32
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Se i bambini governassero il mondo...di Sergio65Feedback: 100 |
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venerdì 30 dicembre 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Uno dei migliori film sull'Olocausto, al quale si perdona anche qualche inverosimiglianza a fini narrativi (un bambino di otto anni che da solo e in pochi minuti scava con una vanga un passaggio sotto la recinzione di un lager senza essere visto da nessuno, la soppressione degli Ebrei prigionieri col gas decisa giusto mentre Bruno si introduce di nascosto nel campo, e così via). La storia narrata ed il suo straziante finale lasciano nello spettatore uno strano impasto di sentimenti contrastanti. Il dolore per la morte orribile dei due bambini e degli sventurati Ebrei internati, la tenerezza per l'innocenza del piccolo Bruno che per amicizia va incontro alla fine senza capirlo, perfino una punta di maligna soddisfazione per l'ufficiale che, convinto propugnatore (ed esecutore!) delle deliranti teorie naziste, perde il figlioletto ucciso dalla stessa ferocia di quel diabolico sistema e prova così lo stesso dolore delle sue vittime. Sullo sfondo dell'orrore che permea tutta la vicenda e che si materializza di tanto in tanto nel fumo nero e nella "puzza" che emana dai crematori, il film offre anche alcuni ritratti psicologici complessi: la sorella dodicenne di Bruno sulla quale la propaganda nazista ha attecchito facilmente, che prova già attrazione per il giovane tenente, sintomo di un Male che sta già precocemente germogliando dentro di lei; la moglie dell'ufficiale, sconvolta quando apprende la verità su quanto accadeva realmente nei "campi di lavoro", che pone molti interrogativi su come i regimi più disumani possono mantenere il potere; la figura del tenente che, umiliato dalla diserzione del padre, sfoga la sua frustrazioritne con atti di gratuita e barbara violenza contro i più deboli di lui, altra dimostrazione di meschinità umana e, inviato poi al fronte, resta lui stesso schiacciato dalla stessa mostruosa ed inumana macchina di cui era solo un piccolo ingranaggio. Il film l'ho visto con le mie figlie, una (che ha nove anni) mi faceva domande ed io le spiegavo alcune scene. Alla fine è andata a dormire senza fare commenti, ma ha sentito il bisogno di abbracciarmi. Questo vorrà dire qualcosa...
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