Gran Torino |
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Un film di Clint Eastwood.
Con Clint Eastwood, Bee Vang, Ahney Her, Christopher Carley.
continua»
Azione,
durata 116 min.
- USA 2008.
- Warner Bros Italia
uscita lunedì 15 novembre 2021.
MYMONETRO
Gran Torino
valutazione media:
3,60
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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La lezione del diavolo bianco.di ultimoboyscoutFeedback: 89748 | altri commenti e recensioni di ultimoboyscout |
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sabato 25 agosto 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Uno dei film del regista che preferisco, di quello che mi hanno emozionato come solo un burbero sa fare, con un personaggio che si è magnificamente cucito addosso. Walt Kowalski è un reduce della guerra di Corea, conduce una vita solitaria, è vedovo, ha pessimi rapporti coi figli e le loro famiglie, detesta il giovane prete che lo tartassa per portarlo in chiesa ma soprattutto è "circondato" da immigrati orientali che ormai popolano il suo quartiere nel quale vive col cane e l'amata Gran Torino e dal quale non se ne vuole andare. Conoscerà, forzatamente, il giovane vicino di casa orientale che come rito di iniziazione ha ricevuto l'ordine di rubargli la macchina: da li la sua vita cambierà profondamente, inizierà ad insegnare la vita al ragazza e riceverà in cambio il suo affetto e la sua stima oltre a quella della sorella che gli insegnerà a non rifiutare il diverso. "Gran Torino" riprende temi vecchi e sempri cari al regista, quelli affrontati con successo in "Mystic river" e "Million dollar baby", ovvero la presa di coscienza della responsabilità dei padri (veri o mentori) nei confronti dei figli, confrontandosi da vicino con un altro tema sempre più ricorrente nei film di Eastwood, la morte. Si concede qualche sprazzo da commedia pura, la violenza esplode all'improvviso investendo in pieno lo spettatore messo di fronte alle ingiustizie che la vita riserva, è un film commovente in linea con le ultime opere del regista riuscendo a far convivere temi scottanti con una leggerezza assolutamente inusuale per film di genere, coniuga l'odio con la tenerezza, la tensione con l'ironia e si apre con un funerale e chiude il cerchio con un secondo funerale. Commuove ma senza melassa, utilizza parolacce ma non appare mai volgare e non si capisce (e non è la prima volta che accade...) perchè agli Oscar sia stato ignorato a favore dell'altro film celebrato del regista "Changeling". Eastwood riesce a mettere in rilievo i lati più profondi, oscuri e meno esposti dell'animo umano, lo fa con estrema forza ma con altrettanto estremo garbo, con l'auto che rappresenta il perfetto alter ego del protagonista. Eastwood si avvale della collaborazione di uno sceneggiatore esordiente, Nick Schenk (complimenti davvero!) e ci regala un finale struggente in cui si susseguono colpa e perdono in un poetico crescendo. Stupendo il limbo che ci viene presentato, quello in cui Walt vive, rosicchiato dal rimorso e spaventato, anzi terrorizzato, dal futuro, che poi è lo stesso in cui vive in maniera diversa Thao. Film importante, necessario, spiazzante e maestosamente devastante, in Wat Kowalski Clint Eastwood raccoglie il meglio dei suoi personaggi storici e questo film, tra i suoi capolavori non solo cinematografici ma soprattutto morali, segna un'epoca chiudendola.
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