Anno | 2008 |
Genere | Azione, |
Produzione | USA |
Durata | 116 minuti |
Regia di | Clint Eastwood |
Attori | Clint Eastwood, Bee Vang, Ahney Her, Christopher Carley, Cory Hardrict Geraldine Hughes, Brian Haley, Dreama Walker, Brian Howe, Doua Moua, Sarah Neubauer, Nana Gbewonyo, Lee Mong Vang, John Antony, Austin Douglas Smith, John Carroll Lynch, William Hill (II), Brooke Chia Thao, Chee Thao, Choua Kue, Scott Eastwood, Xia Soua Chang. |
Uscita | lunedì 15 novembre 2021 |
Tag | Da vedere 2008 |
Distribuzione | Warner Bros Italia |
MYmonetro | 3,48 su 14 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 10 novembre 2021
Un veterano della guerra in Korea, Walt Kowalski comincia a correggere il suo vicino, il teenager Hmong, dopo che questi ha cercato di rubare la sua Gran Torino del 1972. Ha vinto un premio ai Nastri d'Argento, ha vinto un premio ai David di Donatello, Il film ha ottenuto 1 candidatura a Golden Globes, ha vinto un premio ai Cesar, 1 candidatura a Critics Choice Award, Il film è stato premiato a AFI Awards, Al Box Office Usa Gran Torino ha incassato 147 milioni di dollari .
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CONSIGLIATO SÌ
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Walt Kowalski ha perso la moglie e la presenza dei figli con le relative famiglie, al funerale non gli è di alcun conforto. Così come non gli è gradita l'insistenza con cui il giovane parroco cerca di convincerlo a confessarsi. Walt è un veterano della guerra in Corea e non sopporta di avere, nell'abitazione a fianco, una famiglia di asiatici di etnia Hmong. Le uniche sue passioni, oltre alla birra, sono il suo cane e un'auto modello Gran Torino che viene sottoposta a continua manutenzione. La sua vita cambia il giorno in cui il giovane vicino Thao, spinto dalla gang capeggiata dal cugino Spider, si introduce nel suo garage avendo come mira l'auto. Walt lo fa fuggire ma di lì a poco tempo assisterà a una violenta irruzione dei membri della gang con inatteso sconfinamento nella sua proprietà. In quell'occasione sottrarrà Thao alla violenza del branco ottenendo la riconoscenza della sua famiglia.
Clint Eastwood non smette mai di stupirci. Dopo averci narrato di Iwo Jima vista dai due fronti e di un'altra intrusione dello Stato nella vita degli individui (Changeling) ci immerge ora nel privato di un uomo che ha fatto dell'astio nei confronti dei diversi da sé (siano essi asiatici, neri o più semplicemente giovani) la sua ragione di vita. Si è murato vivo nella sua casa e la prima pietra dell'edificio è stata collocata a metà del secolo scorso quando ha conosciuto la violenza e la morte in Corea. Il suo personaggio si chiama (e lo ribadisce al fine di evitare appellativi troppo confidenziali) Kowalski.
Eastwood ha una cultura cinematografica così vasta da non poter aver scelto a caso questo cognome. Stanley Kowalski era il brutale protagonista di Un tram che si chiama desiderio da Tennessee Williams interpretato da un Marlon Brando al suo top. Anche Walt è brutale, in maniera così rozza che nessuno fa quasi più caso alle sue offese di stampo razzista. È come se, ormai anziano, il mondo attorno a lui gli facesse percepire la sua inutilità anche da quel punto di vista. Il suo andare sopra le righe ad ogni minima occasione lo apparenta con l'altrettanto anziana vicina di casa asiatica che sa solo inveire e lamentarsi sul portico di casa.
Saranno però i giovani 'diversi' (Thao e sua sorella Sue) ad aprire una breccia nelle sue difese. Hanno l'età dei detestati nipoti ma, a differenza di loro, hanno saputo conservare dei valori che l'Occidente non si è limitato a dimenticare ma ha addirittura rovesciato. Una parte della critica americana ha deriso il 'buonismo' di questo film e chi non lo ha attaccato si è spesso trincerato dietro la fredda analisi che vorrebbe trovare in Kowalski una sintesi dei personaggi interpretati nella sua lunga carriera dall'attore. Può anche essere ma Eastwood non è un regista che assembla ruoli per cinefilia compiaciuta o per autoesaltazione.
Walt è un personaggio sicuramente nella linea di quelli da lui già portati sullo schermo ma è molto più complesso di quanto non possa apparire a prima vista. Il suo rapporto con l'auto e con le armi (straordinario e determinante il segno di pollice e indice a indicare la pistola come nei giochi dei bambini) ma anche quello con l'unico essere umano che si potrebbe definire suo amico (il barbiere) sono solo alcuni degli elementi che, insieme all'insorgere della malattia, costituiscono il mosaico della personalità di un protagonista non facile da dimenticare.
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Rilettura di “Gran Torino” del 23 settembre 2010. Intanto precisiamo che Gran Torino è un auto ,l’auto dei sogni di mister Kowalsky. Definizione del film: drammatico, introspettivo , generoso, dignitoso, di pacificazione. Domanderete perché di pacificazio? Nel gesto di Mister Kowalsky , di immolarsi contro la violenza , con un atto di non reazione, si realizza [...] Vai alla recensione »
Walt Kowalski è un meccanico della Ford in pensione, reduce della guerra in Corea. Vecchio scontroso e tormentato, Kowalski ha piantato una bandiera americana davanti a casa, a difesa di un territorio che è stato recentemente popolato da una nuova generazione di immigrati e che egli avverte ormai come irrimediabilmente ostile e straniero.
Un vecchio veterano della Corea si trova a perdere l'adorata moglie cioè forse l'unica persona capace di stargli vicino. Non ha buoni rapporti con i figli e men che meno con i suoi dirimpettai asiatici. La sua grande passione è un auto modello Gran Torino che viene venerata come una reliquia. Quando il ragazzino suo vicino di casa cerca di rubargli la macchina come rito di iniziazione [...] Vai alla recensione »
Gran Torino, mi sono lasciata convincere, all'inizio ero titubante, non so perchè...forse il nome, la trama letta male, però mentre passavano i titoli di coda e le luci si accendevano ho pensato: " voglio applaudire" perchè è un film che ti lascia con la sensazione di aver "occupato bene il tuo tempo" che valeva la pena di vedere e forse rivedere perchè Clint non ne sbaglia proprio una, ormai vicino [...] Vai alla recensione »
Clint Eastwood intepreta Walt Kowalski, un uomo burbero e scontroso, reduce dalla guerra di Corea, appena rimasto vedovo. Vive solo in una casa di periferia, i suoi nuovi vicini di casa degli asiatici, da subito Walt non nasconde il proprio razzismo e disprezzo verso gli asiatici, definendoli "musi gialli. Thao il giovane vicino di casa di Walt, viene spesso provocato e invogliato da una gang di bulli, [...] Vai alla recensione »
Rilettura di “Gran Torino” del 23 settembre 2010. Intanto precisiamo che Gran Torino è un auto ,l’auto dei sogni di mister Kowalsky. Definizione del film: drammatico, introspettivo , generoso, dignitoso, di pacificazione. Domanderete perché di pacificazio? Nel gesto di Mister Kowalsky , di immolarsi contro la violenza , con un atto di non reazione, si realizza [...] Vai alla recensione »
Il film "testamentario" del regista,che però non ne chiude la carriera ma ne distilla le idee sulla vita e la morale.Qui il suo personaggio,sui fa "cristologicamente" carico di quella violenza che in passato i protagonisti dei suoi film hanno sperimentato, e a volte subito.Ma oltre al ritorno dei temi dominanti nell'ultimo periodo(la responsabilità dei padri verso [...] Vai alla recensione »
Sobborghi violenti, gangs, miseria ed individualismo sono gli ingredienti base di questo film, prodotto, diretto e interpretato da Clint Eastwood. Walt Kowalski ex combattente nel conflitto in Corea, assassino di una dozzina di nemici, vive la sua vecchiaia col rimorso di aver ucciso guardando negli occhi un muso giallo che voleva arrendersi .
"Grand Torino" di Clint Eastwood é un film assolutamente incredibile, assolutamente da vedere e, se si é in grado, apprezzare. Ecco un uomo. Il Leone di Hollywood, che qui ritorna, ancora una volta, Ispettore Callaghan. Con una parola in bocca, anzi tre: giustizia, pietà e comprensione. Affronta un tema difficilissimo: la vecchiaia. Dapprima, con un tocco di humor.
E' un bellissimo film non solo per la tematica sul razzismo e sul rapporto padre-figlio ma soprattutto per la meravigliosa interpretazione di Eastwood.Il film è lui,ti conquista,ti coinvolge,ti fa entrare nelle pieghe della sua anima....davvero indimenticabile!
Difficile non ripetere quanto è già stato detto in termini di apprezzamento su "Gran Torino", ma , a caldo, si possono proporre alcune impressioni frammentarie. Il film emoziona, non solo per l’intensità di alcuni momenti drammatici, ma perché si ha l’impressione che Clint Eastwood, al pari del suo protagonista, voglia lasciare un suo ultimo messaggio al pubblico, quasi custodisse dietro la sua scorza [...] Vai alla recensione »
Clint è ancora in piena forma: l'occhio della sua regia è vigoroso e rigoroso, ma questo lo si è capito da tempo. Ormai si riconosce lo "stile Eastwood", nel tocco e nella trama. In aggiunta, stavolta, il film è anche incalzante e ben ritmato, grazie a una sceneggiatura davvero a tempo e a tratti davvero godibile. Certo, l'intelaiatura lascia poco al contributo personale dello spettatore, ma la scelta [...] Vai alla recensione »
questo film è un thriller\drammatico molto potente..in certi punti angosciante e con molta suspance,i personaggi e i dialoghi sono belllissimi il finale stupendo,e i vari sviluppi ti tengono incollato al film fino al ultimo secondo!!! complimenti clint!!!
Non è facile parlare di questo film che ho trovato stupendo, vero cinema. Un film che stupisce, che critica il falso perbenismo invitando a concentrarsi sulla sostanza delle persone valicando le apparenze. Il polacco appare razzista, becero, chiuso al mondo ma al momento dei fatti si dimostra un grande uomo capace di lasciare alle persone che vogliono stargli vicino dei grandi insegnamenti e capace [...] Vai alla recensione »
Questa volta, Clint decide di esplorare i temi del razzismo, delle divisioni culturali e della triste perdita di valori della gioventù americana. Essa avviene in una storia complessa e ben sceneggiata, raccontata attraverso gli occhi di un vecchio burbero razzista veterano di guerra, Walt Kovalski, interpretato da Clint alla sua vecchia maniera, sempre efficace.
Sopravvissuto alla guerra di Corea, Walt Kowalski ha fatto dell’odio verso i “diversi” la sua ragione di vita e vive ormai isolato dal mondo, pronto a scagliarsi contro chiunque oltrepassi il suo territorio. I suoi unici interessi sono: il suo cane, la birra e una Ford Gran Torino del 1972 che custodisce con una cura maniacale. Dopo aver salvato Thao, un giovane ragazzo della famiglia dei suoi vicini [...] Vai alla recensione »
Sembra proprio che Clint Eastwood non smetta più di sorprenderci. Per quanto quasi ottantenne questo attore-regista sembra tuttora migliorare di film in film. Questo film riprende alcuni temi già trattati in "Million Dollar Baby" e ne aggiunge anche altri. Anche qui ad esempio Clint è un vecchio inizialmente scorbutico che poi si rivela sempre più umano nel corso del film, arrivando ad apprezzare cose [...] Vai alla recensione »
ziogiafo – Gran Torino, USA 2008 - Con questo film Clint Eastwood torna a dirigere se stesso, a quattro anni da “Million Dollar Baby” ci propone una storia che a prima vista può apparire lineare e prevedibile, nulla di più, ma non è così. Il film racconta la tormentata esistenza dell’anziano ma arzillo Walt Kowalski (Clint Eastwood ), veterano della guerra di Corea alle prese con le sue profonde riflessioni [...] Vai alla recensione »
Film toccante che sfiora tanti temi lasciandone assaporare la dolcezza e al tempo stesso l'amarezza: una paternità fallita viene riscattata dall'incontro con un giovane "muso giallo" che il protagonista (uno struggente Clint Eastwood) prende sotto la sua ala protettrice; la guerra e le ferite morali che lascia; il rimorso per aver ammazzato delle persone che si riscatta attraverso il sacrificio finale. [...] Vai alla recensione »
in un momento dove nelle sale si trovano principalmente film dagli effetti speciali mirati a stupire lo spettatore il film di Eastwood nella sua semplicità arriva a toccare nell'animo, nei sentimenti e nella coscenza di una persona. Ma sopratutto in un mondo dove prevale la violenza e la vendetta,questo monumentale attore/regista, ci presenta una soluzione inaspettata.
Walt Kowalski è reduce dalla guerra in Corea degli anni 50. La storia inizia con il funerale della moglie, ma i familiari non gli sono di conforto, in quanto non si interessano a lui più di tanto se non per la sua casa e la sua macchina, una Gran Torino. Walt odia i coreani, anche quelli che vivono nel suo stesso quartiere, ma ben presto inizierà ad amarli, quando lo inviteranno [...] Vai alla recensione »
Uno dei più grandi capolavori del nostro tempo, da vedere e rivedere. Pieno di temi e sviluppi possibili, intenso e mai del tutto esauribile: ci viene raccontata una storia in modo così realistico e coinvolgente che ci sembra di esserci stati anche noi lì, a far la parte di "Tardo". Sì perchè ci sentiamo tutti un pò "tardi", tutti un pò [...] Vai alla recensione »
Walt Kowalski è un ex operaio della Ford in pensione, che ha anche combattuto la guerra di Corea. Una guerra che lo ha segnato a vita, rendendolo burbero verso gli altri, anche con i figli. La morte della moglie lo ha lasciato solo in casa con il suo cane, mentre questi ultimi si degnano di qualche visita ogni tanto solo per propri interessi.
Clint Eastwood ha dimostrato nel corso della sua carriera di saper recitare, tant'è che alcuni tra i suoi personaggi interpretati sono diventati leggenda nella storia del cinema, ma si conferma, oggi più che mai regista e interprete di altissimo livello e notevole spessore. Il suo è un cinema corale, classico, di quello che sa scavare profondamente dentro l'animo umano e che mette a nudo senza reticenza [...] Vai alla recensione »
Che film! Che grande, grandissimo film! Quando si emerge dalla visione di questo capolavoro, per qualche minuto si resta muti, attoniti, sordi agli stimoli del mondo civilizzato, poi la voglia di condividere quello che si ha appena visto diventa incontenibile. Verrebbe voglia di fermare i passanti per strada per raccontare loro la bellissima parabola di Gran Torino, per guardarli negli occhi mentre [...] Vai alla recensione »
Ancora una volta il grande Clint ci ha stupiti col suo ultimo film "Gran Torino", offrendo diversi spunti di riflessione e affrontando temi delicati e non immediati quali il razzismo e la solitudine. Entrambi gli aspetti vengono affrontati in maniera brillante, espressi con ironia esilarante e sarcasmo. Tutto ciò viene contrastato da momenti drammatici dove l'anima dei personaggi viene messa a nudo; [...] Vai alla recensione »
Se un buon film (americano) si giudicasse solamente dal numero di oscar portati a casa, Gran Torino sarebbe un film minore nella carriera di Eastwood. Diciamo subito che non è così: Gran Torino è un Gran Film. Walt Kowalski, scorbutico settantenne, ultimo superstite di un’America ormai estinta (paese anche per vecchi), è la summa di ciò che Eastwood ha rappresentato nell’immaginario iconografico statunitens [...] Vai alla recensione »
un uomo che la guerra ha inaridito.xenofobo?può sembrare visti i numerosi ed ingiuriosi nomignoli che riserva ai vicini asiatici...ma non è così.il signor Kovalski è ostile anche con la sua famiglia ,una famiglia che lo considera come un peso inutile,pensiero non infrequente associato alla vecchiaia.Il rude Kovalski è solo deluso da un mondo imbruttito,da un mondo superficiale,un mondo in cui [...] Vai alla recensione »
Ennesima regia per eastwood ormai settatontenne e con una esperienza che solo i grandi del cinema posso fregiare. In Gran torino oltre a dirigere interpreta walter kowalski, reduce di guerra, arrabbiato con il mondo e in perenne conflitto con esso. Ormai vedovo non ha rapporti che potrebbero definirsi tali con i figli e vive in quartiere abitato da immigrati asiatici con la sola passione per la sua [...] Vai alla recensione »
Eastwood crudo e cinico,un Texano dagli occhi di ghiaccio come ai vecchi tempi,si,xenofobo e bastardo ma sempre pronto a cambiare anche sulla soglia della settantina...Questo è Gran Torino,uno di quei film dove pochi sono i virili spettatori che non si lasciano scappare la lacrimuccia.Un soddisfacente film che racconta un'America multietnica che con i suoi pro e contro ha spinto milioni di "Kovalski" [...] Vai alla recensione »
Assolutamente eccezionale, non banale nè scontato
Un film molto intenso e carico d'azione in puro stile Eastwood, maestro indiscusso del cinema americano !!
Con mistic river..Gran Torino e'un capolavoro assoluto..solo per come dirige nella sua forma piu'personale questo emozionante film.Eastwood lo personalizza al massimo livello tra il dramma e la poesia cinematografica.Gran Torino e'un bella e vecchia macchina che e'quasi la protagonista del racconto.Ma che eccelle nelle doti di regista sono le tematiche che inserisce.
Eccellente apologo di Eastwood sul significato del sacrificio da parte delle generazioni più vecchie a favore di quelle più giovani. Cambiano gli sceneggiatori, ma da Un mondo perfetto a Gran Torino, passando attraverso Mystic River e Million Dollar Baby, la concezione di Eastwood sviluppa diversamente un unico tema di fondo, cioè quello relativo alla necessità di un patto tra generazioni capace di [...] Vai alla recensione »
Brillante, commovente -ma mai retorico- e costruito magistralmente nel delineare la personalità di un personaggio che gradualmente rompe il muro della sua chiusura e fa sì che in lui si possa riconoscere anche lo spettatore che, da subito, non poteva che provare repulsione per un individuo del genere: è proprio qui che scatta la magia del film, in quella simpatia che man mano si è portati a provare [...] Vai alla recensione »
Che gran film. E' vero come ho letto da più parti che in fondo ci sia troppa abbondanza di film che rigurdano l'integrazione , il razzismo , il buonismo e via discorrendo. E' altrettanto vero che la differenza in questi casi la fa la qualità. E qui c'è , e si chiama Eastwood. Ogni volta che lo rivedo so di non aver perso tempo davanti la tv.
Uno dei film del regista che preferisco, di quello che mi hanno emozionato come solo un burbero sa fare, con un personaggio che si è magnificamente cucito addosso. Walt Kowalski è un reduce della guerra di Corea, conduce una vita solitaria, è vedovo, ha pessimi rapporti coi figli e le loro famiglie, detesta il giovane prete che lo tartassa per portarlo in chiesa ma soprattutto [...] Vai alla recensione »
Lui è un vecchio burbero americano con uno spirito patriottico da integralista il cui carattere difficile gli ha impedito per tutta la vita di instaurare buoni rapporti col prossimo, chiunque egli fosse: compresi i propri figli. L'odio che nutre in particolare per le altre etnie crescerà a dismisura quando il suo quartiere sarà sempre più popolato di asiatici.
TRAMA: L'anziano Walt Kowaltsky(Clint Eastwood)veterano della guerra in Corea è scopertamente razzista e odia i suoi vicini di casa asiatici ma,con il passare del tempo,stringe amicizia con un ragazzino appartenente ai vicini odiati e si ritroverà a difenderli dalle aggressioni di una gang di delinquenti...COMMENTO: Clint Eastwood,attraverso la sceneggiatura di Nick Shenk,ritaglia [...] Vai alla recensione »
Il vecchio Clint si conferma, dopo averci regalato pellicole del calibro di “Mystic River” e “Million Dollar Baby”, tanto per citarne alcune, uno dei più grandi registi (e interpreti) viventi.“Gran Torino”, segna il proseguimento della sua cine-meditazione sociologica/filosofica/metafisica sulla civiltà odierna.
Clint riempie la scena per tutta la durata del film, personaggio e interprete gigantesco, rinnova i fasti di un genere epico/tragico in cui l’eroe, solitario, attraversa lo spazio scenico dominandolo e plasmandolo a sua misura. Walt Kowalski (citazione da Brando del Tram che si chiama Desiderio) prende le distanze da tutti (“non chiamarmi Walt, io sono il signor Kowalski”), vive da vecchio misantropo [...] Vai alla recensione »
...la certezza di vedere sempre un ottimo film. Non è un film da oscar, come million dollar baby, ma è così pulito, asciutto (come un cowboy?) nella narrazione; non ci sono parole di troppo, non ci sono sconti. I deboli in america pagano: non si può essere ragazzi adolescenti e badare più ai fiori che non a farsi una reputazione da bullo. Clint è un razzista, misantropo, ma è anche un cavaliere senza [...] Vai alla recensione »
Consiglio a chiunque si sia fatto convincere che l'America è la terra promessa di dare uno sguardo a questo realistico film. Il 95% della gente vive in catapecchie squallide e fatiscenti (da noi le chiamiamo "baracche",quelle casupole in legno che si incendiano in continuazione e sono spazzate via dal primo tornado). Le armi si comprano al supermercato senza ricetta medica.
Straordinario film del vecchio Clint,bellissima la sceneggiatura basata su di una storia semplice densa di aspetti psicologici,inutile raccontare la trama,si tratta della vecchiaia con tutte le implicazioni che essa comporta,solitudine ,abbandono,speranza di una vita serena negata.Poi improvvisamente due fratelli riaccendono la gioia di vivere e di morire per una causa.
Se un buon film (americano) si giudicasse solamente dal numero di oscar portati a casa, Gran Torino sarebbe un film minore nella carriera di Eastwood. Diciamo subito che non è così: Gran Torino è un Gran Film. Walt Kowalski, scorbutico settantenne, ultimo superstite di un’America ormai estinta (paese anche per vecchi), è la summa di ciò che Eastwood ha rappresentato nell’immaginario iconografico statunitens [...] Vai alla recensione »
Una cosa in particolare mi è piaciuta di quest’ultima opera - canto del cigno? - del vecchio Clint: il rifiuto, finalmente, del mito americano dell’individuo che si fa giustizia da sé, del giustiziere solitario, mito forte e radicato nella cultura statunitense, legato strettamente alla legittimità dell’uso - e abuso - privato delle armi. Un mito che affonda nella storia dei pionieri, del far west, [...] Vai alla recensione »
Walt Kowalski è un anziano vedovo che vive in periferia. E' un veterano della guerra in Corea ed ha per vicini degli asiatici. Ama il suo cane, la birra e una splendida auto, modello Gran Torino, curata e accudita quasi fosse una figlia. Odia i suoi vicini e non si fa scrupoli a farglielo capire. Il giorno in cui il giovane Thao, interpretato da Bee Vang, spinto dalla gang del cugino si introduce [...] Vai alla recensione »
Semplicemente meraviglioso, un tema duro da affrontare raccontato in maniera "leggera" e allo stesso tempo drammatica, come pochi maestri sanno fare. Easwood, dopo "Lettere da Iwo Jima", riprende la tematica del razzismo ma questa volta ce la porta di fianco a casa rendendola così più reale e tangibile, con il rigore formale che contraddistingue i suoi film da regista: sembra quasi un'ossessione maniacale, [...] Vai alla recensione »
Walt Kowalski (C. Eastwood) è un ex-operaio polacco che ha appena perso la moglie tanto amata. Vive quindi solo, abbandonato da una famiglia pressoché estranea e intento a consumare antichi e nuovi dolori nell'alcool e nell'odio verso il mondo intero. Soprattutto verso gli orientali vicini di casa, i quali non vanno a genio ad un veterano della guerra di Corea.
Esordisco con un titolo piuttosto banale e privo di riferimenti al film, ma ho scritto questo titolo perché sono rimasto per l'ennesima volta entusiasmato ed "elettrizzato dalla violenza" vedendo un'interpretazione di Clint Eastwood. Essere elettrizzati dalla violenza è sicuramente un qualcosa di ineffabile e vergognoso, ma ho detto queste parole solo per cercare di [...] Vai alla recensione »
Nel suo film Gran Torino Clint Eastwood si chiama Kowalski. Eastwood è un regista assolutamente rigoroso, quasi pedante, non lascia nulla al caso, dunque la scelta di quel nome ha una ragione, e un'ispirazione. Stanley Kowalski, è notorio, è il protagonista di Un tram che si chiama desiderio, il dramma di Tennessee Williams. Stanley venne subito identificato, nella pièce e nel film, con Marlon Brando.
Le prime notizie arrivate su Gran Torino parlavano di un Eastwood di pregio, però più semplice, più da "grande pubblico" del solito: non un capolavoro. Ma allora, da che cosa si riconosce un capolavoro? Intanto, la semplicità - quando è unita alla capacità di dire cose importanti - è un pregio, non un difetto. E Clint dice cose molto importanti con estrema, classica semplicità.
In Gran Torino (dal nome di un'auto) Eastwood affronta i temi di vita e morte raccontando la storia di Walt, ex operaio misantropo, segnato dalla guerra in Corea. Che cosa sa della vita Walt Kowalski (Clint Eastwood)? E che cosa della morte? A queste domande risponde Gran Torino (Usa e Australia, 2008, 116'). Lo fa senza alzare la voce, come se quella scritta da Nick Schenk, a partire da un racconto [...] Vai alla recensione »
Il primo film sulla vecchiaia diretto e interpretato da Clint Eastwood è intitolato con il nome di un'auto Ford del 1972 a cui il protagonista ha lavorato durante i suoi cinquant'anni di fatica in fabbrica e che adesso sta nascosta nel garage della sua casa in quella periferia di Detroit divenuta ghetto di immigrati. Il racconto comincia e finisce con un funerale: prima quello della moglie, poi il [...] Vai alla recensione »
Un dinosauro metropolitano che digrigna la sua rabbia e il suo orgoglio. Con sicurezza, pazienza e ironia il settantottenne Clint Eastwood mette in scena se stesso in un microcosmo che riesce a riflettere non solo l'America, ma anche gran parte del mondo che ci circonda e non di rado ci angoscia. «Gran Torino» è un film volutamente piccolo e minuzioso, riflessivo ma attraversato da furiose acmi d'azione, [...] Vai alla recensione »
Walt Kowalski è uno che quando vede un "muso giallo" o un "negro" digrigna i denti. Walt Kovalski è un americanaccio vecchio stampo, uno che ha fatto la guerra di Corea, che tiene un fucile M-1 sempre carico sotto il letto, che ha due figli che gli sono perfettamente estranei, e che del suo lavoro alla catena in Ford gli è rimasta solo una Gran Torino del '72, lucida e intonsa nel garage.
Che fine ha fatto l'ispettore Callaghan, giustiziere solitario al confine tra legge, vendetta e onore? Si è idealmente trasferito in Michigan, ha cambiato nome (Walt Kowalski) e sostituito la cara vecchia Magnum calibro 44 con un fucile da guerra, di quelli usati dai soldati americani in Corea. Già, perché lui ha combattuto in Corea, tanti anni prima.
Clint Eastwood has hinted that his role as bigoted Korean War veteran Walt Kowalski — a gun-toting widower living in Detroit near the struggling Ford auto plant and even nearer to the Asian immigrants crowding him out of his run-down, racially mixed hood — may be his last role as an actor. Eastwood, 78, has two Oscars for directing Unforgiven and Million Dollar Baby, and two nominations for starring [...] Vai alla recensione »
At this point in his career, when Clint Eastwood stars in and directs a film, all bets are off. Things that would be old-school and sentimental in other hands morph into something different when he is involved. If Tina Turner's motto is that she doesn't do anything nice and easy, Eastwood's would be that the ordinary is just not his style. Which brings us to "Gran Torino," Eastwood's second directing [...] Vai alla recensione »
Twice in the last decade, just as the holiday movie season has begun to sag under the weight of its own bloat, full of noise and nonsense signifying nothing, Clint Eastwood has slipped another film into theaters and shown everyone how it's done. This year's model is “Gran Torino,” a sleek, muscle car of a movie Made in the U.S.A., in that industrial graveyard called Detroit.
"Gran Torino": le grand oeuvre crépusculaire de Clint Eastwood Clint Eastwood a une réputation à démolir, celle du flic facho, du justicier raciste, du loup solitaire et irascible qui se venge quand on lui marche sur les pieds. Depuis des années, il brouille consciencieusement cette image de policier crispé sur le respect des lois, du cow-boy impitoyable.
Nel nuovo film, Eastwood è un veterano di guerra, che odia gli asiatici. Fino a quando scopre che sono stati loro ad aiutare gli Stati Uniti. Come è successo nella realtà a un'etnia dal passato, e presente, misteriosi. C’è un popolo asiatico in testa alle classifiche americane. Un popolo antichissimo, che solo negli ultimi trent'anni ha intrecciato la sua storia con quella degli Stati Uniti.
Stranamente dimenticato, la notte degli Oscar, questo potente, commuovente, divertente, ma anche «insostenibile» e (forse troppo duro) film che racconta un'amicizia nei quartieri periferici di Detroit. Quella improbabile e poetica tra Thao, un sedicenne hmong (arrivato lì perché la sua comunità vietnamita si era mostrata fin troppo fedele agli Usa durante la guerra, e la chiesa luterana aveva organizzato [...] Vai alla recensione »
Clint Eastwood non è stato un grande attore; per un certo tempo non è stato nemmeno un grande regista. Ma è sempre stato un grand'uomo, e non solo per il suo 1,94 di statura. Da lui diretto e interpretato, Gran Torino mostra ulteriormente come negli ultimi anni si sia preso carico delle responsabilità degli Stati Uniti durante la sua adolescenza e gioventù.