Departures

Almeno tre motivi per non perdere questa proiezione: l'originalità del tema, la bravura degli attori, la scenografia essenziale quanto basta per rendere efficacemente l'atmosfera del Giappone, nel suo intrigante miscuglio di tradizione e modernità. Eccezionale, a mio avviso,la dinamica interiore dei personaggi : nessuno é fermo nel suo modo di intendere la vita ed i suoi valori, a cominciare dal protagonista Daigo che vede nella necessità di riprogrammare il suo lavoro da musicista a becchino, un'opportunità per sciogliere i nodi del suo passato, in particolare quelli di un padre che l'ha abbandonato in tenera età. Dalla moglie che, pur sconcertata dal nuovo lavoro del marito, dopo un out-out dettato dalla convenienza sociale, rimodula attraverso i suoi sentimenti, il rapporto con il marito, finalmente fondato su un profondo abbraccio di anime. Dal capo di Daigo, uomo di strarodinaria sensibilità ed umanità, che intuisce le capacità dell'allievo-becchino nell'entrare in rispettosa sintonia con l'atmosfera del lutto. Un lutto che colpisce prima o poi tutti e che fornisce, a chi si prende cura dei corpi senza vita per l'ultimo saluto,la possibilità di scoprire, elevandone la dignità nel dolore dell'estremo saluto, i sentimenti degli altri nei quali rispecchiare i propri. Ne emerge infine una consapevolezza delicata e profonda,fondata sulla fragilità della vita e sull'ineluttabilità della sua fine e dunque, la possibilità di una sua, seppur dolorosa,serena accettazione.