Come dio comanda |
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Un film di Gabriele Salvatores.
Con Elio Germano, Filippo Timi, Fabio De Luigi, Angelica Leo, Vasco Mirandola, Ludovica Di Rocco, Alvaro Caleca, Alessandro Bressanello
Drammatico,
durata 103 min.
- Italia 2008.
- 01 Distribution
uscita venerdì 12 dicembre 2008.
MYMONETRO
Come dio comanda
valutazione media:
2,96
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Profondo nerodi chiarialessandroFeedback: 3377 | altri commenti e recensioni di chiarialessandro |
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martedì 28 luglio 2009 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
– Questo film è un ottimo banco di prova: chi riesce ad ammirarlo subito dopo cena senza sentirsi la digestione rovinata, ha veramente uno stomaco capace di sopportare grosse difficoltà senza grandi problemi. La trama è incentrata sul rapporto tra un padre ed un figlio, reso difficile da vari fattori: l’assenza (non spiegata) della madre, il rapporto abbastanza intenso e costante del padre con l’alcol, la mancanza di lavoro e la relativa condizione di povertà economica, il timore continuo del distacco dal figlio che (sotto osservazione dei servizi sociali) potrebbe essere costretto ad allontanarsi da casa per andare a vivere in un istituto. In questo quadro disgregato si innesta però un elemento dalla forza devastante: l’amore tra i due, amore che sarà più forte di tutti gli ostacoli e le difficoltà. Ma aspettatevi di tutto all’infuori di un amore sdolcinato: quello in cui vivono i protagonisti di questa favola è un mondo troppo degradato per immaginare cose simili. Ed ecco allora che, altro tema forte della storia, Filippo si preoccupa di istruire alla sopravvivenza il giovane rampollo, ma lo fa con metodi adeguati alle condizioni: mettendogli in mano una pistola e mandandolo ad ammazzare il cane che lo disturba abbaiando nella notte nevosa; accompagnandolo a sprangare il coetaneo che lo aveva riempito di botte; inculcandogli l’idea che immigrato significa ladro perché i neri gli avevano rubato il posto di lavoro e inneggiando ad Hitler come ad un grandissimo uomo. In mezzo a tutto questo degrado appare una figura eterea, quella di Elio che, con una interpretazione magistrale al pari di quella di Filippo, cesella alla perfezione il ritratto di un folle con la mente devastata dalle esplosioni del cantiere in cui prestavano la loro opera; in questa pazzia che lo ha fatto regredire al dolce, tenero stadio infantile, svetta la fissazione per una pornostar che lui crede di riconoscere in una compagna di scuola del figlio di Filippo, fissazione che lo porta ad un gesto insano nei confronti della ragazza ma da cui si capirà, ancora una volta, la profondissima amicizia (sempre di amore si tratta, anche se declinato in un genere diverso) con Filippo (ve lo sareste mai aspettato un sentimento così morbido da un personaggio così duro?). Che dire di più? Da non perdere.
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