ciccio capozzi
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mercoledì 10 giugno 2009
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tra proust e cazzimma, il genio e la trstezza
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“COCO AVANT CHANEL. L’AMORE PRIMA DEL MITO” di ANNE FONTAINE; FRA, 09. Gli anni della formazione di Coco Chanel, la più grande stilista del 900. Il film è tratto da un romanzo, che fonda il suo nucleo drammatico sulle vicissitudini rispetto all’unico grande amore della sua vita. E’ questo il suo punto debole. La tristezza e la solitudine che caratterizzavano il personaggio storico sono documentate: lei stessa ha raccontato numerose versioni della sua infanzia; il suo status di orfana e lasciata dal padre dalle suore fu chiarito solo dopo la sua morte. E nel film, una delle sequenze più belle e significative è proprio di Coco bambina che guarda ammaliata i copricapo a rondine delle religiose, e va ad attendere un padre che non verrà: si crea un alone di disillusione struggente in una cornice quasi fiabesca.
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“COCO AVANT CHANEL. L’AMORE PRIMA DEL MITO” di ANNE FONTAINE; FRA, 09. Gli anni della formazione di Coco Chanel, la più grande stilista del 900. Il film è tratto da un romanzo, che fonda il suo nucleo drammatico sulle vicissitudini rispetto all’unico grande amore della sua vita. E’ questo il suo punto debole. La tristezza e la solitudine che caratterizzavano il personaggio storico sono documentate: lei stessa ha raccontato numerose versioni della sua infanzia; il suo status di orfana e lasciata dal padre dalle suore fu chiarito solo dopo la sua morte. E nel film, una delle sequenze più belle e significative è proprio di Coco bambina che guarda ammaliata i copricapo a rondine delle religiose, e va ad attendere un padre che non verrà: si crea un alone di disillusione struggente in una cornice quasi fiabesca. La regista, cosceneggiatrice con la sorella Camille, ha voluto evitarnee la mitizzazione ex post: la tipa è ritratta anche come tosta e sufficientemente cazzimmosa, nel fare, in tempi magri, la mantenuta di un ricco e debosciato nobile, poi suo infelice innamorato. Anzi la sensibilità, il gusto, decisamente rivoluzionari, supportati da genialità e personalità, proprio in quell’ambiente furono educati. E’ una riuscita atmosfera collettiva di tipo proustiano, in cui rifulge il suo sguardo sull’aristocrazia tra l’ammirato, l’invidioso e il critico. L’attrice, A.Taotou, oltre ad essere molto rassomigliante, esprime bene questa sofferta sensibilità.
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elypurple
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giovedì 9 giugno 2011
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se ispirazione è copiare...
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...allora siamo tuti geni.
Film decisamente mediocre e dalla sceneggiatura debole.
Se la genialità di Coco Chanel è dovuta a semplici osservazioni sui dettagli (bottoni, fiocchi e piume sul cappello) allora abbiamo tutti una speranza di diventare celebrità.
Il personaggio è stato reso anticonformista e cinico fino alla nausea, ammorbidito banalmente nel momento in cui incontra l'amore.
Una favola già sentita, già vista, masticata e sputata.
Il pubblica si merita di più.
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(di paolorol)
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pipay
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lunedì 1 giugno 2009
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dov'è coco chanel?
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Il film ha poco a che vedere con il carisma, con la genialità e con la vita di Coco Chanel. La storia infatti inquadra questo mitico personaggio prima che divenisse tale: prima dei successi e della notorietà. Realizzato in questo modo, il film perde totalmente di valore. Allo spettatore rimane poco interesse e poca emozione. Rimane una storia che descrive un certo periodo e una certa società, soprattutto quella di facoltosi lord inglesi che vivono in Francia e fanno speculazioni commerciali rimanendo beatamente negli agi, negli ozi e nei vizi che erano di moda in alcune ville sparse nella campagna francese. Bella la fotografia e comunque da non sottovalutare la regia e la cura dei particolari.
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Il film ha poco a che vedere con il carisma, con la genialità e con la vita di Coco Chanel. La storia infatti inquadra questo mitico personaggio prima che divenisse tale: prima dei successi e della notorietà. Realizzato in questo modo, il film perde totalmente di valore. Allo spettatore rimane poco interesse e poca emozione. Rimane una storia che descrive un certo periodo e una certa società, soprattutto quella di facoltosi lord inglesi che vivono in Francia e fanno speculazioni commerciali rimanendo beatamente negli agi, negli ozi e nei vizi che erano di moda in alcune ville sparse nella campagna francese. Bella la fotografia e comunque da non sottovalutare la regia e la cura dei particolari. Ma il film avrebbe potuto avere anche un titolo completamente diverso e una protagonista che non era Coco Chanel: non sarebbe cambiato proprio nulla. Viene il sospetto che il nome della stilista serva solo da richiamo.
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