Si tratta di un documetario realizzato dal regista,sceneggiatore e produttore televisivo Morgan Spurlock . L'autore mosso dal desiderio di capire in modo più approfondito quanto la socità odierna sia sicura per il proprio figlioletto,in prossimità della sua imminente nascita,decide di avventurarsi nel mondo mediorientale cercando di carpirne i meccanismi più delicati ed oscuri, dandosi come obiettivo provocatorio quello di trovare il numero uno dei ricercati al mondo,ovvero Oshama Bin Laden..Per dare risposta ai suoi interrogativi,munito di telecamera,collaboratori ed interpreti comincia a visitare i vari paesi del mondo mediorientale nei quali le frizioni fra Stati Uniti e mondo arabo appaiono più acuite.Inizia col visitare l'Egitto,poi il Marocco,L'Arabia Saudita,Israele e la Palestina;raggiunge persino un campo di battaglia statunitense in Afghanistan per poi terminare il suo percorso in Pakistan ovvero ll paese in cui vi sono le maggiori probabilità che sia rifugiato Bin Laden a patto che sia ancora vivo.L'elemento portante di tale opera è la presenza quali interlocutori dell'autore, di persone comuni facenti parte della massa indiscriminata che popolano i vari territori in cui viene svolto il reportage.Spurlock attraverso tali interviste mette in luce come la maggioranza delle persone da lui intervistate siano loquaci e che non sono individui che secerbono quell'odio colmo di fanatismo religioso contro il mondo occidentale che invece i media statunitensi addebitano loro.Le maggiori preoccupazioni per tali soggetti sono quelle che indiscriminatamente accomunano ogni individuo nel mondo:vi è un auspicio di pace,di benessere di rispetto per la propria civiltà, di protezione e di aiuto nei confroni della propria famiglia.Emerge come spesse volte sono i soggetti più emarginati socialmente ed economicamente ad avvicinarsi alle frange più estreme terroristiche e di come vi siano errori di coscienza da ambo le parti per quanto riguarda la questione israele-palestinese.Sicuramente è un documentario da vedere perchè realizzato con la giusta tensione emotiva ma anche con una efficacie e velata ironia. Essa è adatta a farci comprendere come per ognuno di noi sia più importante fare un passo indietro analizzando le proprie coscienze rivelatrici dell'intrinseco rapporto di giudizio attraverso il quale elaboriamo teorie preconcettuali nei confronti di ciò che non ci è simile, invece che proporsi smiscelando odio e una ricerca spasmodica dell'individuo singolo (Bin Laden)su cui convogliare la risoluzione della totalità dei problemi della società.Le scene finali in cui tutte le persone appartenenti ad etnie e popoli diversi accennano ad un sorriso è una magnifica fotografia per un auspicabile futuro più gioioso per tutti.
[+] lascia un commento a gropius »
[ - ] lascia un commento a gropius »
|