Changeling |
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Un film di Clint Eastwood.
Con Angelina Jolie, John Malkovich, Jeffrey Donovan, Colm Feore, Jason Butler Harner.
continua»
Drammatico,
durata 140 min.
- USA 2008.
- Universal Pictures
uscita venerdì 14 novembre 2008.
MYMONETRO
Changeling
valutazione media:
3,43
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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La dura lotta del singolo verso il sistemadi EugenioFeedback: 35272 | altri commenti e recensioni di Eugenio |
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martedì 1 marzo 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Changeling, film dell'affermato regista ottantenne Clint Eastwood, rappresenta un prodotto davvero degno di nota nella cinematografia americana di questi ultimi tempi,sempre piu’ spesso relegata alla squallida dimensione dei film di cassetta. La vicenda ruota intorno a una giovane nubile operatrice centralinista,Christine Collins (interpretata da una convincente Jolie) cui viene rapito il figlio, Walter e alla quale la polizia,dopo molto tempo, ne ritrova uno somigliante ma che la donna sostiene non essere il suo. Per tale ragione, ritenuta pazza viene internata in una comunità di recupero da cui uscirà profondamente cambiata ma,non per questo, meno arrendevole e combattiva verso la ricerca della desiderata verità. La pellicola del premio Oscar è incentrata su tre sentimenti,tre pulsioni vitali che l’animo umano conosce bene: dolore,crudeltà e speranza sui quali regna sovrana la presenza di Padre Destino che tutto muove e tutto regge. Se Christine quella mattina non avesse lasciato il figlio solo in casa la storia avrebbe imboccato quella via,quel binario inesorabilmente tracciato? Davvero un veloce attimo,può mutare radicalmente la vita di un essere umano fino a sconvolgerla? Chi puo’ dirlo ma poco importa saperlo. Il nucleo principale del film su cui vuol far riflettere il cineasta americano è la lotta,la lotta del singolo verso un sistema chiuso,opprimente,orrendamente statico nella sua crudeltà. Crudeltà dalle molteplici facce e risvolti: inorridiamo dinanzi al viso dello psicopatico uccisore di bambini ma rimaniamo ancora piu’ sconvolti verso il sistema proibizionistico della Los Angeles degli anni ’30,magistralmente ricostruita con spirito certosino. Crudeltà del sistema legislativo incarnato dai corrotti visi dei poliziotti troppo svelti nell’archiviare casi decisamente scottanti e, per questo, non meno colpevoli di spietati assassini; crudeltà di facinorosi tira a campare dalle opinioni variabili con la stessa velocità con cui soffia il vento,pronti ad accusare il primo che passa per un proprio rendiconto personale (vedi la melliflua figura dell’investigatore).A tale sentimento si accompagna il senso di dolore nei visi delle giovani donne della comunità del recupero che ritrovano un’unità comune nel volto della sofferente Christine. Dolore che non avrebbe ragione di esistere senza la luce della speranza,intesa come capacità di sopportazione,come spirito di sacrificio al limite dell’illusione, come ferreo autoconvincimento che qualcosa avverrà presto, come forza di vivere giorno dopo giorno. E’ proprio su di esso che Christine si baserà nella sua lunga e forse vana ricerca,spinta dalle parole del piccolo David,uno dei miracolati alla furia omicida del feroce psicopatico Northcott (alla fine condannato al capestro nonostante la sua proclamata innocenza). Il ragazzino le riferirà infatti di essere riuscito a fuggire grazie proprio all’aiuto di Walter dichiarando,tuttavia, di non sapere cosa sia avvenuto al figlio e ignorando quindi se sia ancora vivo o meno. Non importa:quelle parole sono sufficienti a infondere fiducia nell’animo della coraggiosa madre che condurrà una lotta personale votando la sua esistenza alla ricerca dell’amato figlio perduto. Ricordiamoci una cosa: Changeling non nasce da una vicenda opportunamente confezionata per infondere negli animi una sensazione di commiserazione mista a tristezza. E’ una storia vera. Ogni riferimento a cose e persone è, quindi, puramente intenzionale,non dimentichiamocelo.
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