nick castle
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domenica 18 luglio 2010
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super truffa alla danny ocean...
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Dire che questo film è in pieno stile "Ocean's Thirteen" è un eufemismo. Questo film ha tutto di Ocean's Thirteen, con qualcosa in più e qualcosa in meno. L'originalità degli imbrogli è lodevole, non è sicuramente facile inventarsi una cosa del genere, in se sarebbe lodevole anche la storia, se tutto il film non sembrasse un remake dell' Ocean's sopracitato. Il film di Soderbergh con quello di Besnard, hanno sopratutto in comune musiche, montaggio e personaggi, sono diretti sostanzialmente tutti e due bene, anche se la regia di Soderbergh rimane comunque più raffinata, coma la sua fotografia. Ciò che sgonfia questa truffa francese è la macchinosità degli eventi, contorti fino all'osso con doppi e tripli giochi che confondono lo spettatore e poco incuriosiscono.
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Dire che questo film è in pieno stile "Ocean's Thirteen" è un eufemismo. Questo film ha tutto di Ocean's Thirteen, con qualcosa in più e qualcosa in meno. L'originalità degli imbrogli è lodevole, non è sicuramente facile inventarsi una cosa del genere, in se sarebbe lodevole anche la storia, se tutto il film non sembrasse un remake dell' Ocean's sopracitato. Il film di Soderbergh con quello di Besnard, hanno sopratutto in comune musiche, montaggio e personaggi, sono diretti sostanzialmente tutti e due bene, anche se la regia di Soderbergh rimane comunque più raffinata, coma la sua fotografia. Ciò che sgonfia questa truffa francese è la macchinosità degli eventi, contorti fino all'osso con doppi e tripli giochi che confondono lo spettatore e poco incuriosiscono. Rimane comunque un film ben orchestrato, nonostante il regista sia all'esordio. Si noti come il sottotitolo del film (Fate il vostro gioco) sia un riferimento testuale a quello di "Ocean's Eleven" di Soderbergh, anche se secondo me, questo assomiglia più a "Ocean's Thirteen". Comunque assolutamente guardabile.
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andyflash77
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martedì 31 luglio 2012
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brillante valeria golino
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C’è poco da fare. Provare a riprodurre un genere è cosa difficile dove, oltre a grande perizia tecnica, è necessaria inventiva e creatività e, soprattutto, la capacità di reinterpretare in maniera innovativa qualcosa di già visto. In "Cash" il regista francese Eric Besnard ci prova proponendo un film su quel mondo sgusciante e privo di punti di riferimento come quello delle truffe, dei doppiogiochisti e degli imbroglioni artisti del raggiro. Il risultato è più che deludente. Nel raccontare la storia, ingarbugliata, nella quale si fatica a seguire i contorti risvolti, di un truffatore ("Cash", per l’appunto) che per vendetta organizza una mega truffa ai danni di chi qualche tempo prima gli aveva ucciso il fratello – truffatore anch’egli – ci si rifà a tutti i luoghi comuni del genere, scimmiottandoli però, senza, come detto, riuscire a donargli nuova linfa.
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C’è poco da fare. Provare a riprodurre un genere è cosa difficile dove, oltre a grande perizia tecnica, è necessaria inventiva e creatività e, soprattutto, la capacità di reinterpretare in maniera innovativa qualcosa di già visto. In "Cash" il regista francese Eric Besnard ci prova proponendo un film su quel mondo sgusciante e privo di punti di riferimento come quello delle truffe, dei doppiogiochisti e degli imbroglioni artisti del raggiro. Il risultato è più che deludente. Nel raccontare la storia, ingarbugliata, nella quale si fatica a seguire i contorti risvolti, di un truffatore ("Cash", per l’appunto) che per vendetta organizza una mega truffa ai danni di chi qualche tempo prima gli aveva ucciso il fratello – truffatore anch’egli – ci si rifà a tutti i luoghi comuni del genere, scimmiottandoli però, senza, come detto, riuscire a donargli nuova linfa. Così risultano quasi patetici alcuni tic del protagonista (Jean Dujardin) tesi al tentativo di ricordare attori di ben altro carisma (Jean-Paul Belmondo su tutti), così come patetica e utopica ci è sembrata la scelta di affidare un ruolo così complesso e sfaccettato ad una Valeria Golino (con dei capelli a caschetto davvero improponibili) mai vista così a disagio ed in difficoltà. Anche la sceneggiatura lascia molto a desiderare. La ricerca del colpo di scena diventa l’ossessione dello scrittore (a proposito lo script è dello stesso regista, già sceneggiatore di "Babylon A.D."), tanto che tutte le pieghe della storia si chinano di fronte alla necessità di sorprendere a tutti i costi... ma se la sorpresa diventa consuetudine, il fatto "straordinario" perde tutta la sua carica ed il film, già non brillante per ritmo, scorre sempre più indifferente e privo di attrattiva. Ed è quello che succede in "Cash", opera depressa anche da una fotografia volutamente sottoesposta nelle scene di interni, probabilmente per tratteggiare oscuri profili psicologici, ma che rende solo più fastidiosa la visione. Un film deludente, che neanche la presenza di alcuni grandi interpeti come Jean Reno e Francois Berleand riesce a far emergere dalla mediocrità.
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pipay
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domenica 7 giugno 2009
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contorto, inutile e demenziale
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Da anni non vedevo un film così scadente. Si fa fatica a seguire la storia, che del resto è estremamente contorta e al limite del credibile. Regista, sceneggiatore/i e produttore dovrebbero pagare una multa per aver realizzato questo lavoro, che risulta di qualità davvero infima. La Golino in questa pellicola ha meno talento di una dilettante e avrebbero fatto bene a doppiarla, vista la sua scarsa espressività vocale. Poche volte la cinematografia francese è caduta così in basso. Film davvero inutile; una perdita di tempo: e ci si sente anche presi davvero in giro.
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