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Film assolutamente demodè, che nonostante diverse citazioni al maestro DeAndrè, a cominciare dal titolo, non c'azzecca proprio nulla! Non a caso è molto ma molto liberamente tratto da un romanzo scritto anche dallo stesso cantautore genovese e riadattato per il cinema con scarsissimi risultati. Cast decisamente inappropriato, regia titubante e poi la buca che non ti aspetti: Nicola Piovani! Eh si proprio lui, le musiche sono fuori luogo e mai adatte alla situazione. Oltre alle interpretazione brutte e scialbe, osceni sono i personaggi impresentabili in una pellicola che vuol mescolare commedia drammatica a noir e storie di malavita in una Genova mai risaltata e anzi fin troppo sottovalutata. Uniche note positive Agostina Belli in un ruolo divertente e sopra le righe e Massimo Popolizio, equilibrato e credibile. Recitano, al contrario, con astidiosa supponenza, per nulla naturali e impostate (impostate male!) Claudia Zanella e Donatella Finocchiaro, gelide all'inverosimile, piatte e monocorde. Confuso, salta di palo in frasca confondendo anche lo spettatore: infatti già il titolo è poco chiaro e non si capisce cosa c'entri col resto, più che un omaggio a DeAndrè pare un vero e proprio elogio del mondo dei disillusi e degli sconfitti. Trovare la propria via è difficilissimo, questo dal film lo si capisce bene ma smarrirla così è da dilettanti assoluti.
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