Alibi e sospetti

Purtroppo è così, questo lavoro di Pascal Bonitzer contiene un "difetto" presente spesso anche nei film di Claude Lelouch. Ci sono troppi personaggi. Ma i personaggi vanno descritti e le sottotrame svelate almeno in parte. Però, quando non si riesce... Ecco, un noir mortificato da una sceneggiatura pesante e ingarbugliata. Tutto avviene nella bella dimora del senatore Henry Pages (Pierre Arditi) che è sposato con una donna noiosa e pesante (Miou-Miou) seppure ancora attraente. Un week-end come molti con tanti ospiti, tutti cugini o comunque parenti, più un'amica, Esther (Valeria Bruni-Tedeschi). Tra loro spicca il medico Pierre Collier (Lambert Wilson) noto playboy con moglie che "accetta" i continui tradimenti. [+]

Purtroppo è così, questo lavoro di Pascal Bonitzer contiene un "difetto" presente spesso anche nei film di Claude Lelouch. Ci sono troppi personaggi. Ma i personaggi vanno descritti e le sottotrame svelate almeno in parte. Però, quando non si riesce... Ecco, un noir mortificato da una sceneggiatura pesante e ingarbugliata. Tutto avviene nella bella dimora del senatore Henry Pages (Pierre Arditi) che è sposato con una donna noiosa e pesante (Miou-Miou) seppure ancora attraente. Un week-end come molti con tanti ospiti, tutti cugini o comunque parenti, più un'amica, Esther (Valeria Bruni-Tedeschi). Tra loro spicca il medico Pierre Collier (Lambert Wilson) noto playboy con moglie che "accetta" i continui tradimenti. Poi c'è lo... scrittore sempre ubriaco Philippe (Mathieu Demy), la bella Marthe (Céline Sallette) e altri invitati più o meno importanti. Tra un bagno in piscina, una tartina e un bicchiere di champagne Pierre Collier viene assassinato e la moglie (Anne Consigny) trovata accanto con una rivoltella che, però, non ha sparato il colpo mortale. Certo che di armi in casa Pages ce ne sono, lui è un collezionista con un proprio poligono di tiro. Tra l'altro Esther è l'amante ufficiale di Pierre, al quale non rinuncerebbe per nulla al mondo e in più a danneggiare il week-end arriva Lea Mantovani (Caterina Murino) un'attrice di soap-opera con un passato travolgente con lo stesso Pierre. Durante la serata avrà modo di avere nuovamente un incontro infuocato con lui, con la moglie che non si aspettava un'ulteriore ex-amante così sexy e priva di tatto. Il povero Pierre era un ottimo medico, e in clinica con lui si nota un meraviglioso cameo di Emmanuelle Riva, ma era troppo affascinante per non attrarre un numero esagerato di donne. I presenti cercano dapprima loro stessi di capire cosa è accaduto, con le ipotesi più fantasiose propinate da quel gran numero di invitati, e notare che molti di loro si disprezzano o in ogni caso non si amano. Comunque la Polizia arriva nella persona del tenente Grange (Maurice Bénichou) e questo poliziotto è davvero la nota più stonata di tutto il film. Basso di statura, grassoccio, con pantaloni e giubbotto di due taglie in più, la barba poco curata e il viso sempre sudato, incapace di mostrarsi duro e autoritario e senza il minimo brio. Non era certo il suo personaggio. Persino Dany Brillant, nel suo ruolo da pochi minuti, è più gradito e convincente! Le indagini cominciano e vanno avanti con lentezza e anche lo spettatore avverte una noia insidiosa, la cosa peggiore nella visione di un thriller. Esther si dimostra addolorata ma molto attenta nel parlare, la moglie convince poco nella sua tristezza. La spavalderia di Lea è da notare, se ne va in un hotel di lusso e avrà visite gradite e altre inopportune, la più convincente è Marthe, che con il suo carattere spigoloso ma gentile riesce a raccogliere confidenze da tutti. Lo scrittore Philippe, svagato e sempre su un altro pianeta, farà centro alla fine nella soluzione della vicenda molto intricata, lasciando il tenente Grange ai suoi mille dubbi. Gli attori migliori sono senza dubbio Céline Sallette, Mathieu Demy e Caterina Murino, convincente nel ruolo di donna sexy e intrigante, l'unica che riesce a dare un pizzico di brio in più a questo noir ben girato in una bella villa di periferia ma lento e privo di mordente. Una scena da citare. L'arrivo di Philippe ubriaco su una vecchia Ford Taunus e il dialogo grottesco con il senatore Henry Pages. - di "Joss" - [-]

In questo adattamento(molto adattato, vien da aggiungere)da un romanzo dell'"Immortale"Agatha Christie Poirot non c'è, venendo sostituito da scene diverse, da un"affrontement", cioè connfronto-scontro tra personaggi in cui, à la Jacques Deray, per fare un esempio, il thiller "christiano"diventa un giallo psicologico motlo centrato sull'erotismo e la sessualità, con modalità molto francese e ben poco british; è, diremmo meglio, una trasposizione piuttosto che un"adattamento"semplicemente inteso... Questo"Le grand alibi"qualche momento di suspense(non moltissimi, invero)lo riserva, in specie nella parte centrale e in quella finale, con una costruzione basata sui movimenti"in levare", per dirla musicalmente, ossia su ciò che non si vede né si sente, sull'assenza, i silenzi, le attese. [+]

In questo adattamento(molto adattato, vien da aggiungere)da un romanzo dell'"Immortale"Agatha Christie Poirot non c'è, venendo sostituito da scene diverse, da un"affrontement", cioè connfronto-scontro tra personaggi in cui, à la Jacques Deray, per fare un esempio, il thiller "christiano"diventa un giallo psicologico motlo centrato sull'erotismo e la sessualità, con modalità molto francese e ben poco british; è, diremmo meglio, una trasposizione piuttosto che un"adattamento"semplicemente inteso... Questo"Le grand alibi"qualche momento di suspense(non moltissimi, invero)lo riserva, in specie nella parte centrale e in quella finale, con una costruzione basata sui movimenti"in levare", per dirla musicalmente, ossia su ciò che non si vede né si sente, sull'assenza, i silenzi, le attese. Regia di buon livello(ma i Deray, sopra citato, gli Chabrol, i Cayatte non ci sono più, sostituiti-qui, per carità)da un Bonitzer che è buon mestierante, ma non ha il touch né di Hitchock(non lo si pretende né può pretendere, ma, con le debite differenze, Chabrol l'aveva acquisito), interpreti di notevole livello, ma forse non al meglio: Miou-Miou, Pierre Arditi, Lambert Wilson, Anne Consigny, Valeria Bruni Tedeschi,  Caterina Murino, certamente "più in parte"degli altri.  Da vedere, ma non necessariamente, per il tentativo non del tutto riuscito di trasporre la Christie(senza il"processo"finale coordinato da Hercuel Poirot)in altro contesto e in altro ambiente culturale, dove naturalmente anche Poirot, orgogliosamente belga, avrebbe fatto la figura del"deriso"(sono note le barzellette francesi sui/contro i Belgi). D'altronde, per fare una considerazione generale, anche i tanti film e TV-movies su Poirot e Miss Marple, se non altro perché troppi e spesso stilisticamente troppo simili, hanno fatto il loro tempo e non ne sentiamo più, in alcun modo, la necessità, come dimostrano anche i tanti lettori/le tante lettrici di Lady Agatha, che si limitano, appunto, quasi sempre alla lettura, per non rimanere deluse dalle vesioni filmiche o TV...    El Gato [-]