Ventisette matrimoni a New York in una stucchevole manfrina rosa
di Massimo Bertarelli Il Giornale
Che barba queste commediole sentimentali americane, stiracchiate, prevedibili, fatue e inesorabilmente uguali. Come il deprimente 27 volte in bianco, dove il malizioso titolo tradotto (l'originale il semplice 27 Dresses) vuol far intendere quel che non c'è. La storiella è stata scritta da Alish Brosh McKenna, la stessa sceneggiatrice di Il diavolo veste Prada, qui in chiaro stato confusionale, come del resto la sua socia Anne Fletcher, incautamente promossa da coreografa a regista. [...]
di Massimo Bertarelli, articolo completo (1730 caratteri spazi inclusi) su Il Giornale 21 marzo 2008