elizabeth
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martedì 12 giugno 2007
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scontato? prevedibile? forse, ma intrigante.
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scontato? prevedibile?
forse, ma intrigante.
Il thriller, che vede protagonista la Berry, giornalista che indaga su un omicidio, non è certo una pellicola innovativa, ma si lascia seguire... intriga anche lo spettatore che ha già percepito dove il regista andrà a parare.
Willis, nel suo marginale ruolo da caproespiatorio, si presenta attento alla mimica del suo personaggio, affascinante come sempre, espressivo, ironico...
una buona interpretazione quella di Ribisi, nei continui cambiamenti psicologici del suo personaggio, inoltre un'ottima spalla per la Berry, bella affascinante, ma non brillante in questa parte.
la storia risulta essere prevedibile, ma ben intrecciata, anche se forse a qualche scena qualche minuto e qualche dettaglio in più non avrebbe guastato.
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scontato? prevedibile?
forse, ma intrigante.
Il thriller, che vede protagonista la Berry, giornalista che indaga su un omicidio, non è certo una pellicola innovativa, ma si lascia seguire... intriga anche lo spettatore che ha già percepito dove il regista andrà a parare.
Willis, nel suo marginale ruolo da caproespiatorio, si presenta attento alla mimica del suo personaggio, affascinante come sempre, espressivo, ironico...
una buona interpretazione quella di Ribisi, nei continui cambiamenti psicologici del suo personaggio, inoltre un'ottima spalla per la Berry, bella affascinante, ma non brillante in questa parte.
la storia risulta essere prevedibile, ma ben intrecciata, anche se forse a qualche scena qualche minuto e qualche dettaglio in più non avrebbe guastato.
l'iter interiore della protagonista nei meandri dei propri traumi psicologici è ben giocato, dosato... un pò povero però.
la psicologia degli altri personaggi non è però molto approfondita, qualche accenno in più sarebbe forse servito a confondere le acque, in modo da non rendere troppo istantanea, anche ad un occhio attento, la risoluzione del caso.
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darko
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domenica 22 giugno 2008
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una rosa è scontata, ma è rossa e piena di spine
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Il film tratta una storia fatta centinaia di volte, quindi parte svantaggiato in partenza. Ma se gli si perdona la poca originalità, si possono apprezzare i numerevoli e nascosti pregi. PERFECT STRANGER inizia con un ritmo assolutamente mozzafiato. Non c'è mai una tregua di nessun genere. Ti senti per forza risucchiato nel turbine caotico della vita metropolitana di New York, che col tempo - fuori e dentro il cinema - si mostra in tutta la sua superficialità modaiola, dunque perfidia e fetore. La protagonista è una reporter molto tenace e aggressiva, interpretata dalla felina Halle Berry. Mentre la storia, che non sto a raccontare, procede verso sempre nuovi colpi di scena, ho notato che questo è il classico film hollywoodiano capace di grandi cose racchiuse in piccoli dettagli e momenti del film.
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Il film tratta una storia fatta centinaia di volte, quindi parte svantaggiato in partenza. Ma se gli si perdona la poca originalità, si possono apprezzare i numerevoli e nascosti pregi. PERFECT STRANGER inizia con un ritmo assolutamente mozzafiato. Non c'è mai una tregua di nessun genere. Ti senti per forza risucchiato nel turbine caotico della vita metropolitana di New York, che col tempo - fuori e dentro il cinema - si mostra in tutta la sua superficialità modaiola, dunque perfidia e fetore. La protagonista è una reporter molto tenace e aggressiva, interpretata dalla felina Halle Berry. Mentre la storia, che non sto a raccontare, procede verso sempre nuovi colpi di scena, ho notato che questo è il classico film hollywoodiano capace di grandi cose racchiuse in piccoli dettagli e momenti del film. La sensualità dei tre protagonisti (Berry, Willis e Ribisi) e i loro atteggiamenti, fanno pensare fino a oltre metà del film che si tratti di un thriller pseudo-erotico. Nell'ultimo atto, inizia invece una caccia morbosa al marciume che si nasconde dietro questa bellezza e necessità di ostentare. E allora qui si va a citare i vari maestri... Dal Lynch di Velluto bl, alla più recente coppia Sam Mendes/Alan Ball di American Beauty, in cui una pianta o un fiore apparentemente bello si presta come simbolo metanarrativo e anche figurativo atto a nascondere insidie riprovevoli e letali. In questo film c'è la "belladonna", che a detta degli esperti nel film è tossica e causa una dilatazione notevole della pupilla, come in uno stato di allucinazione e follia. La pupilla, l'occhio è un grande topos cinematografico che in questo film viene sfruttato a più livelli: nei titoli di testa e di coda, siamo nella testa probabilmente della protagonista e seguiamo vari impulsi nervosi rappresentati da una grafica arzigogolata, come poi diventerà la trama. Poi c'è il ricordo che affiora. Il ricordo di una infanzia succube di una figura paterna che però poi viene eliminata poco ortodossamente, come nel recente black comedy di Almodovar VOLVER o nel classico giallo psicologico hitchcockiano MARNIE, dove delitti minori, tendenze e atteggiamenti della protagonista successivamente porteranno ad un viaggio a ritroso nella propria storia per svelare l'agghiacciante passato sporco. Insomma, anche se a livello molto latente, il film di Foley - che ha sicuramente dato il suo miglior contributo coi primi lavori, anni '80 e '90, "Americani", ha anche diretto qualche episodio della serie Twin peaks, è probabilmente un pout-pourri di generi declinati dal classico noir, che va ad incasellarsi nella serie di film dell'ultimo decennio e mezzo che, a detta di molti, rappresentano una rinascita del genere, denominata per l'appunto "neo-noir". Godetevi, e non è poco - c'è da ammetterlo - le grazie di Halle Berry che in questo film non si svelano mai esplicitamente, ma si mostrano con abiti e atteggiamenti provocanti. Ribisi comunque sembra l'interprete più meritevole di questo film, anche se ha dato meglio in lavori come "A un 1km da Wall Street" "Lost in translation" "Salvate il soldato Ryan" e "Fuori in 60 secondi"
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(di lucido71)
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elgatoloco
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martedì 2 giugno 2015
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thriller di sorpresa più che di suspense
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Thriller fondato sulla sorpresa, non sulla suspense progressiva(crescendo-climax), secondo la storica definizione(ché Hitch ha fatto storia e non solo del cinema)hitchcockiana, con un improvvisto rovesciamento di prospettiva nel sub-finale e nel finale effettivo, "Perfect Stranger"conferma il talento di Foley regista e degli interpreti Berry e Willis, ma anche di qualche comprimario. Il cambiamento di prospettiva, volendo, sembra legato a esigenze sia spettacolari-registiche di originalità, di non adeguamento al"conforme"sia anche di rifiuto di un"politically correct"terrificante(il mito del ricco paperone"cattivo"a 360°, oltre a tutto super-macho, pur se ipercontrollato nei movimenti e negli spostamenti dalla moglie gelosissima).
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Thriller fondato sulla sorpresa, non sulla suspense progressiva(crescendo-climax), secondo la storica definizione(ché Hitch ha fatto storia e non solo del cinema)hitchcockiana, con un improvvisto rovesciamento di prospettiva nel sub-finale e nel finale effettivo, "Perfect Stranger"conferma il talento di Foley regista e degli interpreti Berry e Willis, ma anche di qualche comprimario. Il cambiamento di prospettiva, volendo, sembra legato a esigenze sia spettacolari-registiche di originalità, di non adeguamento al"conforme"sia anche di rifiuto di un"politically correct"terrificante(il mito del ricco paperone"cattivo"a 360°, oltre a tutto super-macho, pur se ipercontrollato nei movimenti e negli spostamenti dalla moglie gelosissima). L'operazione è convincente solo fino ad un certo punto, anche perché poi ricade nel solito problema americano, inficiante gran parte della letteratura e del cinema: lo psicologismo d'accatto, che non distingue tra psichiatria, psicologia e psicoanalisi, facendo una sorta di "potlach"indistinto, dove tutto si unisce a tutto il resto, per così dire... Tutto a detrimento, come ovvio, della qualità, comunque mantenuta soprattutto nella prima parte del fil, prima della"rivelazione". El Gato
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elgatoloco
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domenica 20 novembre 2016
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ribisi meglio di bruce willis
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Bruce Willis di ormai dieci anni fa, decisamente imbolsito ma vanesio(nella parte che interpreta in questo film di Foley, ma forse non solo...), certo ancora lontano dalle orrende pubblicità"made in italy"cui da qualche anno si presta..., Halle Berry molto bella e a suo modo anche brava(comunque non"sfigurante"nel ruolo), Ribisi intrigante, convincente, in questo film-thriller invero un po'scontato di James Foley, che vuole attaccarsi al"filone"del thriller"'d'immagine", con agganci e valenze di tipo industriale-politico(e quanto l'industria abbia a che vedere con la politica lo dimostrano, diremmo, le recenti elezioni USA, appunto), anche se poi prevale decisamente, rispetto alla componente d'"indagine", anche sociologica o almeno di costume, il co^té decisamente"spettacolare-di intrattenimento", sempre che l'espressione sappia ancora risuonare con una certa efficacia, abbia ancora un senso.
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Bruce Willis di ormai dieci anni fa, decisamente imbolsito ma vanesio(nella parte che interpreta in questo film di Foley, ma forse non solo...), certo ancora lontano dalle orrende pubblicità"made in italy"cui da qualche anno si presta..., Halle Berry molto bella e a suo modo anche brava(comunque non"sfigurante"nel ruolo), Ribisi intrigante, convincente, in questo film-thriller invero un po'scontato di James Foley, che vuole attaccarsi al"filone"del thriller"'d'immagine", con agganci e valenze di tipo industriale-politico(e quanto l'industria abbia a che vedere con la politica lo dimostrano, diremmo, le recenti elezioni USA, appunto), anche se poi prevale decisamente, rispetto alla componente d'"indagine", anche sociologica o almeno di costume, il co^té decisamente"spettacolare-di intrattenimento", sempre che l'espressione sappia ancora risuonare con una certa efficacia, abbia ancora un senso. Alcune"soluzioni"sono fin troppo prevedibili, decisamente, quasi"inquadrabili"preventivamente in uno sviluppo cui il film sembra non poter/voler sfuggire(quale della due sia la soluzione"buona"non sapremmo dire), forse per motivazioni legate alla produzione, al successo sicuro, a una convenzionalità che si vuole, pur nell'ambito"thrilling"rassicurante... El Gato
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mario scafidi
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lunedì 14 gennaio 2008
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ehm...!
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Un thriller senza suspance è una scommessa fallita. Così come un giallo senza un briciolo di rompicapo. Un film d'azione senza ritmo non ha senso. Un film drammatico senza spessore lascia indifferenti. "Perfect Stranger", che si muove nella linea di confine dell'ibrido più assoluto, mi ha suggerito queste riflessioni, portandomi a concludere che il film di James Foley cavalca nella terra di mezzo (non quella di Frodo) nel nonsense. Bruce Willis non si impegna a rivelare più di due espressioni recitative (alzato e seduto), Halle Berry ci induce ad interrogarci su che fine abbia fatto quell'essere vibrante che conquistò il mondo (oltre che l'Academy) con "Monster's Ball". I colpi di scena abbondano, nelle intenzioni dello sceneggiatore; in realtà si tratta di sviluppi della storia del tutto prevedibili.
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