Una borsa piena di soldi, bande rivali e un eroe solitario, uno sceriffo stanco e disincantato, un assassino che si muove, parla e uccide senza cambiare mai espressione.
Da questi elementi muove l'intreccio di questa storia, narrata fra le desolate freeways texane e il confine messicano, giocata fra le scorribande di delinquenti di frontiera e il fatalistico abbandono all'imponderabile di chi vorrebbe tutelare l'ordine ma capitola di fronte a qualcosa che sente più grande di lui.
Le atmosfere sono cupe, intrise di un pessimismo risoluto.
L'incombere di un destino spietato che nella sua furia distruttrice non risparmia nessuno, prevale su ogni possibile barlume di speranza, su ogni minima possibilità di ribellione.
Tutti vengono travolti, innocenti e criminali, coraggiosi e pavidi, uomini e donne.
E anche l'energia caparbia del cacciatore / saldatore / reduce del Viet Nam, unico personaggio che osa sfidare l'inesorabile, viene compressa e frustrata, relegata in secondo piano rispetto alla primazia del nichilismo assoluto.
La violenza, pur non frequentissima, è a tratti gratuita, superflua. Ne sarebbe bastata la metà per conservare al film la sua carica sconsolante e disperata.
In quest'opera dei Coen viene a mancare quella carica sarcastica e graffiante che caratterizzava alcune loro precedenti realizzazioni. Qui essi si cimentano con un linguaggio astratto e glaciale, con la pretesa di una narrazione rarefatta e dal taglio appuntito.
Ma nella insistente ricerca di esiti eccessivi, la sceneggiatura diventa poco accurata e spesso incongruente.
Dopo una prima parte in cui l'impasto degli antefatti prometteva uno sviluppo ben più adrenalinico, il film comincia a perdere colpi, si ripiega su se stesso e declina stancamente nella ripetitività di un cliché ossessivo, fino alla desolante aridità del finale - non finale.
Non basta a riscattare la vicenda dalla sua monotonia e prevedibilità la tirata moraleggiante dello sceriffo nel finale, nella quale, più che una insignificante resa di fronte alla ineluttabilità del male, null'altro è dato cogliere.
Per chi riponeva più elevate aspettative nei confronti del collaudato duo di registi / sceneggiatori, tutto ciò è troppo poco. Davvero troppo poco, troppo vuoto, troppo niente.
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