Non è un paese per vecchi |
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Un film di Ethan Coen, Joel Coen.
Con Tommy Lee Jones, Javier Bardem, Josh Brolin, Woody Harrelson, Kelly MacDonald.
continua»
Titolo originale No Country for Old Men.
Thriller,
durata 122 min.
- USA 2007.
- Universal Pictures
uscita venerdì 22 febbraio 2008.
MYMONETRO
Non è un paese per vecchi
valutazione media:
3,37
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Un grande film degno dei Coen: cinico e spietato!di ClaudioFedele93Feedback: 9200 | altri commenti e recensioni di ClaudioFedele93 |
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domenica 16 marzo 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Texas 1980. Siamo al confine tra Stati Uniti e Messico, in un paese che sembra aver abbandonato i vecchi valori per cadere in preda ad una violenza cieca e incontrollata; tale violenza si incarna perfettamente nello psicopatico Chigurh (Javier Bardem), sicario di professione munito di una micidiale filosofia di vita ed una morale perversa. Il suo avversario è lo sceriffo Bell (Tommy Lee Jones) un uomo del passato, vecchio, stampo che non sa farsi una ragione riguardo alla perdita dei valori e dei cambiamenti repentini del mondo e della società. Entrambi sono alla ricerca di Llewelyn Moss (Josh Brolin) che trovatosi accidentalmente in una sparatoria in mezzo al deserto adesso sta fuggendo con una borsa piena di soldi. Tutti agiscono spinti da una necessità ineluttabile, in un mondo dove solo gli spietati sopravvivono e dove si può scegliere soltanto in quale ordine abbandonare la propria vita.
Una regia sempre raffinata ed impeccabile ed un plot narrativo che sa il fatto suo, ecco le fondamenta su cui si basa il cinema dei Coen ed anche in questo caso, come per gran parte (se non tutti) dei loro lavori i due fratelli non mancano il bersaglio riuscendo, alla fine, a portare a casa un prodotto al passo con i tempi, dal passato recente chiama in causa il nostro presente, intriso di quella spettacolarità e quella morale dilaniante e spaventosamente reale. Ecco, dunque, il mondo in cui agiscono i personaggi usciti dalla penna di McCarthy, un universo privo di idee, di morale e buoni sentimenti. Si potrebbe pensare ad una visione un po’ troppo azzardata ed una rappresentazione eccessiva della società, eppure, se ci guardiamo attorno possiamo comprendere con i nostri occhi che quanto orchestrato da questi due cineasti non è ormai tanto diverso dalla vita che affrontiamo tutti i giorni, un’esistenza che si trascina sempre più verso il caos e l’odio.
Ecco dunque un duello a tre nelle vaste praterie del Texas, un inseguimento ove ogni componente ha la sua fede e la sua prospettiva di vita, aspetti che però hanno poca rilevanza di fronte al fatto che prima o poi, in un mondo brutale come questo, tutto ciò a cui teniamo verrà trascinato o portato via da qualcuno. Un film che, dunque, parla di uomini crudeli e di uomini sconfitti, che fa della violenza non un fattore estetico (e qui potremmo chiamare in causa Tarantino) ma un elemento costante, un aspetto comune nonché sempre presente in noi ma sopratutto attorno a noi dal quale è bene difendersi.
Dietro ad una regia sempre attenta, a cui non è oggettivamente possibile obbiettare la minima svista, al di là delle belle panoramiche e delle tante riprese ricche di pathos, in No Country for Old Men vi è sopratutto una sceneggiatura che sa il fatto suo, la quale si dimostra essere costantemente ricca di dialoghi, a volte riempiti di quel sarcasmo tanto geniale quanto grottesco che contraddistinguono le opere de “Il Regista a due Teste”, che meritano assolutamente di entrare nell’immaginario collettivo e di sequenze spettacolari, condite da un perenne mancanza di tracce audio il cui scopo è quello di enfatizzare in ogni momento l’azione e concentrare l’attenzione dello spettatore.
A concludere il tutto, vi è un cast d’eccezione dove a farla da padrone è senza ombra di dubbio lo spagnolo Bardem nelle vesti di Anton Chigurh, un sicario dal passato oscuro nonché volto ed essenza del male, una figura che è difficile dimenticare sia per il perverso carisma che per il modo in cui immediatamente, fin dalla prima sequenza, riuscirà ad attirare l’attenzione dello spettatore con i suoi modi ambigui e le sue frasi talvolta apparentemente prive di senso. Ottime, inoltre, le scenografie e la fotografia capaci di ricreare ad hoc le atmosfere degli anni ’80 e della frontiera americana dell’epoca.
Non è un Paese per Vecchi è il capolavoro dei Coen? Difficile dirlo, in tutta sincerità, ma se così non fosse rimane comunque un prodotto imperdibile ed uno dei migliori film degli ultimi anni. E’, forse ad un primo impatto, la loro opera più ordinaria e quadrata sotto certi punti di vista, ma rimane comunque una pellicola potente che mescola spettacolarità e morale (ma lascia da parte la retorica) dove è impossibile annoiarsi e rimanere delusi. Dinanzi ad una carriera che comprende produzioni che hanno dato vita a film cult come Il Grande Lebowski, Fargo e Il Grinta è davvero difficile capire dove No Country for Old Men si inserisca e se ciò di cui si è appena scritto sia davvero il miglior lungometraggio mai realizzato dai due fratelli. Al di là di frivoli dubbi e vane incertezze, questo eccellente lavoro resta da vedere e rivedere da appassionati, fan e spettatori casuali ma che hanno molta voglia di conoscere e sperimentare la vera settima arte perché nella sua semplicità e nella sua grottesca morale si respira a pieni polmoni l’animo e l’essenza del cinema di Joel ed Ethan Coen.
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