Non pensarci

Paola, hai ragione.Quelli siamo tutti noi.Ma in questo tutto affidato al caso, casualmente (siamo sicuri, poi?) tutto alla fine si aggiusta.Sembra che l'autore voglia convincerci che davvero, se resistiamo, tutto alla fine si aggiusta: se resistiamo imparando a far scorrere le cose su noi.La mia domanda fra parentesi indica il sospetto che forse il padre abbia intuito cosa stava succedendo e abbia chiesto aiuto a quell'amico incontrato al golf: cosa possibile, e un po' forse suggerita nella trama.Ma con quell'aiuto improvviso e imprevisto, anche tutto il resto si ricompone e il protagonista può tornare alla sua leggerezza del suonare, di nuovo spensierato.Ma a me sembra che resti un po' quell'amaro della sensazione di una vita vissuta come alla giornata, con problemi anche gravi, in mezzo ai quali l'inica cosa importante è cercare di tirare avanti sforzandosi di non pensarci.Perchè tutti i tentativi per restare a galla, lì restano inutili e l'unica cosa che appare sensata è solo la speranza che a un certo punto accada qualcosa che impedisca di affondare completamente.Appunto, il titolo, non pensiamoci, altrimenti la pesantezza opprime e schiaccia.