pietro signorelli
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domenica 19 luglio 2009
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tolto il velo sull'ipocrisia delle persone
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Alan Ball, acclamato per serie televisive come Six feet under e True Blood, realizza un film ad alta gradazione ormonale che vede protagonista una tredicenne (bravissima Summer Bishil) che deve tornare dal padre perchè la madre (Maria Bello) ritiene che il suo attuale compagno le dedica troppe attenzioni. Arrivata da lui(Peter Macdissi), si trova di fronte un ambiente apparentemente tranquillo, peccato che l'apparenza nasconda realtà ed inquietitudini particolari. Jasira conosce un vicino, Travis Vuoso (Eckhart), riservista dell'esercito americano; la ragazza se ne invaghisce, lui ricambia con forti appetiti e gesti sessuali pronunciati.
Mentre Jasira è sempre più ormonalmente in sommovimento quanto insicura, i rapporti con il padre si problemizzano ulteriormente.
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Alan Ball, acclamato per serie televisive come Six feet under e True Blood, realizza un film ad alta gradazione ormonale che vede protagonista una tredicenne (bravissima Summer Bishil) che deve tornare dal padre perchè la madre (Maria Bello) ritiene che il suo attuale compagno le dedica troppe attenzioni. Arrivata da lui(Peter Macdissi), si trova di fronte un ambiente apparentemente tranquillo, peccato che l'apparenza nasconda realtà ed inquietitudini particolari. Jasira conosce un vicino, Travis Vuoso (Eckhart), riservista dell'esercito americano; la ragazza se ne invaghisce, lui ricambia con forti appetiti e gesti sessuali pronunciati.
Mentre Jasira è sempre più ormonalmente in sommovimento quanto insicura, i rapporti con il padre si problemizzano ulteriormente.
Recupero estivo quanto mai necessario, dimostra come un autore sensibile e capace sappia valorizzare al meglio un tema scabroso come quello dell'adolescenza inquieta che scopre il sesso, senza eccedere in situazioni gratuitamente maliziose, senza perdere di vista la possibilità di dare un deciso accenno storico a fatti e comportamenti calati all'epoca della prima guerra del golfo.
Temi vari come il fatto che anche alcuni mediorientali volessero la fine della dittatura di Saddam tanto quanto gli americani, le coccarde gialle della vittoria cucite sulle giacche di persone moralmente insoddisfatte della propria vita (come nel caso della moglie di Vuoso), il deprecabile perbenismo di facciata dietro a desideri e comportamenti oltre regolamento morale; queste ultime sono cose che Mendes con American Beauty aveva già splendidamente sviluppato, ma Ball le riprende e le acuisce ulteriormente, vediamo come moglie e marito non trovino una vera stabilità lontani da Jasira, punto di riferimento essenziale delle loro vite.
Non siamo mai attirati per le scene con carne femminile in bella vista, abbiamo un senso terribile di oppressione, una cappa di disperazione completa che in ogni momento potrebbe sfociare in una azione violenta, in un troncare per sempre le emozioni ribollenti nascenti.
Le metafore sono ottime, come quella della gattina Nuvola finita congelata, sorta di freezer delle emozioni in un mondo che non permette di poterle liberare, ma anche una sorta di traghetto/scambio verso un nuovo rapporto con gli altri, molto migliore del precedente, con la nascita finale avvenuta dopo il dono del povero animale morto al legittimo proprietario .
Gli uomini non ci fanno una gran figura in questo film, chi troppo miope, chi troppo teso a non contenere i propri impulsi di fronte all'innocenza, ma il merito è quello di aver fatto un film non per le donne ma un calderone vivido, vero e sincero, interessante in ogni punto senza nessun tipo di accondiscendenza a stili, modi e doveri del botteghino.
Prova pregnant per Tony Collette, donna sincera e sensibile che con il marito forma l'unica coppia degna di vero rispetto e che non usa Jasira per qualche scopo.
Un film multiforme che parla chiaro e diretto, duro e senza scampo, una pellicola che dimostra che i temi adolescenziali del corpo che si trasforma possono essere trattati con una sensibilità doverosa, descrivendo anche molto altro nel contempo, e le sue correlazioni con American beauty non paiono copiature fastidiose e cartacarbonaie.
Attori bravissimi, autori ispirati, sceneggiatura di ferro, non c'è nessun motivo per non vedere questo film, oasi di respiro delle emozioni tanto avare in questo luglio cinematografico italiano.
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marco.vittorio.defilippis@gmail.com
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domenica 25 novembre 2018
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padre e figlia tra repressione e desiderio
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Lascio la trama alla recensione di Tirza Bonifazi, con cui concordo quasi pienamente.
Di diverso affermo che il tema centrale del film non è Jasira che approccia il sesso, ma il tragico contrasto che pone il padre, impositore di regole preconfezionate, in avversione con la figlia, desiderosa di conoscenza e libertà (il padre non le prende neanche la mano all'arrivo in aeroporto!). Il sesso, d'accordo, è lo spunto più forte, ma il razzismo lo è solo poco meno e sono entrambi causa di chiara percezione da parte di Jasira che il padre ragiona per stereotipi ed è totalmente incapace di vederla.
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Lascio la trama alla recensione di Tirza Bonifazi, con cui concordo quasi pienamente.
Di diverso affermo che il tema centrale del film non è Jasira che approccia il sesso, ma il tragico contrasto che pone il padre, impositore di regole preconfezionate, in avversione con la figlia, desiderosa di conoscenza e libertà (il padre non le prende neanche la mano all'arrivo in aeroporto!). Il sesso, d'accordo, è lo spunto più forte, ma il razzismo lo è solo poco meno e sono entrambi causa di chiara percezione da parte di Jasira che il padre ragiona per stereotipi ed è totalmente incapace di vederla. Ella non può vestirsi da teenager e non può truccarsi, neanche con solo un po' di eyeliner. Figuriamoci frequentare un ragazzino nero: scandalo! Papà è orgoglioso della figlia solo quando ella agisce in conformità ai suoi principi (quando risponde a tono al vicino). Un padre che detta regole senza fondamenti e non dà alla figlia la dovuta conoscenza agisce da tiranno, e questo il film mostra, coi dovuti particolari e con un cast decisamente efficace. L'altro aspetto è quello del padre che vuole vedere nella propria figlia solo ed unicamente il narcisistico riflesso della propria immagine, facendo passare la propria ignoranza al di sopra del buon senso, come nella scena dell'acquisto degli assorbenti. Anche in questo film viene superbamente ritratto il genitore incapace di comprendere che la figlia è un altro essere umano e ha dei motivi per comportarsi come fa e dei motivi per non comunicare ciò che vorrebbe o dovrebbe. L'adolescente ha bisogno di un clima di pace e fiducia per comunicare ciò che prova dentro di sé, un clima privo di giudizio, ma che accolga ciò che ha dentro (e questa è anche la mia esperienza sul campo). La vicina, in gravidanza, sembra capire questa verità e ci prova con un successo buono, ma non completo. Questa figura mette in scena il tentativo dell'adulto di capire l'adolescente e mostra quanto questo sia difficile. Il film è capace di ritrarre anche questo tentativo ponendolo in contrasto con la totale incapacità del padre. È il tabù che governa le opinioni degli adulti e questa convinzione crea il mutismo degli adolescenti, che non parlano del sesso che agiscono, spesso neanche con chi dà loro piena fiducia. Figuriamoci coi genitori … e anche questa è vita vissuta: le mie allieve raccontano e confermano ciò che la pellicola mostra («Ma tua madre lo sa che è un anno che fai sesso col tuo tipo?» e l'amica sedicenne risponde alla coetanea: «Ma sei scema? Se lo sa mi ammazza!»). Ottimo film, assolutamente da vedere.
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doni64
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lunedì 30 agosto 2010
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film...scandaloso/adolescenziale
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Film drammatico incentrato sull'argomento sessuale/adolescenziale, adatto ad un pubblico adulto anche se interpretato in gran parte da adolescenti attori emergenti.La trama regge e prende l'attenzione del pubblico.Nel complesso un film piu' che discreto e particolarmente poco indicato ai minori di anni 14.Voto 6+
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