L'età barbarica |
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Un film di Denys Arcand.
Con Marc Labreche, Diane Kruger, Sylvie Léonard, Caroline Neron, Rufus Wainwright.
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Titolo originale L'Âge des ténèbres.
Commedia,
durata 111 min.
- Canada 2007.
- Bim Distribuzione
uscita venerdì 7 dicembre 2007.
MYMONETRO
L'età barbarica
valutazione media:
3,05
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Sottovautato e forse capito in ritardodi paoloFeedback: 20 | altri commenti e recensioni di paolo |
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lunedì 11 luglio 2022 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Bellissimo film sottovalutato all'epoca che, come spesso capita ad Arcand, è stato in parte profetico. E' un film che a molti ha dato fastidio, credo perché i bersagli sono più sfumati e nello stesso tempo molto più intimi rispetto ai primi due episodi della trilogia. Qui si critica la nostra essenza, la nostra intimità. Si critica la società ipertecnologica incombente e il delirio della neolingua politicamente corretta. E' un film che gratta via la maschera della nostra intimità perché certi pensieri un po' deliranti, certi desideri nascosti li abbiamo un po' tutti. E vederli rappresentati su uno schermo è disturbante. Anche se in parte parla dell'immaginazione che permette al protagonista di resistere alla devastazione sociale e privata che lo circonda, il film sa essere estremamente realista. La scena in cui abbandona il lavoro, arrendendosi all'insensatezza di regole che non riescono più a essere efficaci in una società ormai troppo distante, violenta e complessa e quindi priva di un'anima e di un ordine, sconvolge per la sua "calma" drammaticità. Infine, bello il finale in cui dopo tanta durezza si avverte un sentimento di comprensione e di dolcezza per tutti questi personaggi così soli e in balia di un mondo che non offre più vie d'uscita. Non è un film sulla fuga, piuttosto è un film sul fatalismo, sulla capacità di smorzare le tensioni che ci dilaniano quotidianamente verso un orizzonte più spirituale e sereno, rappresentato benissimo dalla distesa d'acqua scura e solenne sulle cui rive si rifugia il protagonista (PS: Mi permetto di suggerire la visione di Jesus of Montreal, altro film di Arcand che considero splendido).
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