La famiglia Savage

Ma quando il gioco si fa duro, la famiglia Savage entra in crisi

Sono passati dieci anni da quando Tamara Jenkins esordi con la sua prima pellicola, L'altra faccia dí Beverly Hllls commedia sorprendente, presto diventata un cult. Scrittrice, regista e attrice, Tamara Jenkins, estranea alle dinamiche hollywoodiane, dopo un «sabbatico» ritorna sugli schermi con La famiglia Savage, un film toccante, interpretato da Laura Linney (Mystic River, Love Actually, Kinsey) e dal premio Oscar Philip Seymour Hoffman (Truman Capote, Magnolia), nel ruolo di due fratelli costretti a occuparsi del padre, afflitto da demenza senile. La famiglia Savage è impietoso nel descrivere l'atmosfera che si respira nelle old folks homes, le «case per i vecchi», e non è certo una storia traboccante di ilarità: «Se ci si limita a leggere due righe di trama, ammetto che non dà l'impressione di essere attraente» confida lei. Invece, la critica americana lo ha letteralmente magnificato, soprattutto per l'incantevole interpretazione di Laura Linney. «senza di lei il mio film non sarebbe così delicato e .bello» ammette la Jenkins. «E se tra Laura e Philip Hoffman non fosse scaturita una scintilla speciale, le dinamiche psicologiche tra i due fratelli, che sono l'impalcatura su cui si regge tutto si sarebbero sbriciolate in un attimo». Anche se Tamara Jenkins è riluttante a definirlo «autobiografico», il film ha radici decisamente personali: entrambi i suoi genitori sono morti dementi in case di cura. «È un film intimo, ma non si tratta delle mie memorie. Mi innervosisco al solo sentir pronunciare la parola "catartico", perché sa molto di terapia personale. Lo sono una drammaturga: mi interessa prendere un nucleo di ciò che conosco, e drammatizzarlo». E nella Famiglia Savage, Jon e Wendy, i due protagonisti, «si ritrovano in una situazione quasi primitiva, in una vicinanza forzata tra parenti che libera un vortice di sentimenti».
Da Il Venerdì di Repubblica, 25 gennaio 2008

di Simone Porrovecchio, 25 gennaio 2008