I padroni della notte

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Un film di James Gray. Con Joaquin Phoenix, Mark Wahlberg, Robert Duvall, Eva Mendes.
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Titolo originale We Own the Night. Drammatico, durata 117 min. - USA 2007. - Bim Distribuzione uscita venerdì 14 marzo 2008. MYMONETRO I padroni della notte * * * - - valutazione media: 3,00 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

un cast straordinario in un ottimo noir drammatico Valutazione 4 stelle su cinque

di carloalberto


Feedback: 51029 | altri commenti e recensioni di carloalberto
lunedì 18 gennaio 2021

 Il film è un omaggio commovente alla NYPD ed una riabilitazione filmica appassionata del pericoloso ed oscuro lavoro dei poliziotti onesti di New York. Un lavoro, quello dei poliziotti, visti, a secondo dei punti di vista, retoricamente, come eroici paladini della giustizia o, ideologicamente, come servi del potere, spesso misconosciuto e a volte finanche messo alla berlina, non soltanto nel comune sentire popolare, ma anche da certa cinematografia di genere, che dal Serpico di Lumet in poi e soprattutto negli anni ’90, grazie ad Affari sporchi di Mike Figgis ed a Il cattivo tenente di Abel Ferrara, ha creato nell’immaginario collettivo la figura stereotipata del poliziotto americano cinico e corrotto.
Nelle immagini iniziali di repertorio in bianco e nero, fotografie tratte dalle cronache cittadine, di arresti, perquisizioni, cadaveri e sequestri di droga e scatti estemporanei di poliziotti al lavoro in ufficio o nelle strade, la cruda e fredda rappresentazione documentaristica che introduce al plot, in cui gli attori danno magicamente vita a quelle figure anonime che compaiono nelle foto, contestualizzandole in una storia drammatica, che sa di epopea familiare ed al contempo di percorso psicologico, che condurrà il protagonista, interpretato da uno straordinario Joaquin Phoenix,attraverso vicende traumatiche, alla presa di coscienza della propria appartenenza ad un gruppo e ad un ambiente, per vocazione individuale e per tradizione di famiglia, e a scegliere, infine, tra il bene ed il male.
James Gray riesce nell’arduo compito di rappresentare i poliziotti, chiusi nel loro mondo asfittico di cerimonie auto celebrative e festicciole alla buona, organizzate nei locali di una parrocchia adiacenti ad una chiesa, assediato dallo strapotere criminale delle mafie, che tengono in pugno le metropoli d’oltreoceano, odiato da una parte della comunità, emblematica la scena in cui al funerale di uno di loro dei ragazzi di colore ridono, come uomini in carne ed ossa, con passioni e sentimenti, storie familiari e progetti di vita mancati, dando loro non soltanto un nome ed un cognome ed una caratterizzazione superficiale ma lo spessore di personaggi vivi e concreti, ed, allo stesso tempo, facendone delle figure emblematiche di eroi fuori dal tempo che lottano per la nobile causa della giustizia. Grazie a Robert Duvall, Mark Wahlberg,Joaquin Phoenix, ed al nostro Tony Musante,a quegli oscuri funzionari è donata la dimensione dell’umano, negata spesso a chi indossa una divisa.
Il soggetto, semplice e lineare, taglia di netto, manicheisticamente, i contorni dei due mondi in lotta, i buoni da una parte ed i cattivi dall’altra, in una riedizione aggiornata, trasponendo lo stesso schema dal western al thriller, della filmografia fordiana, che enfatizzava il valore delle giubbe blu a cavallo, dipinti come cavalieri senza macchia ed eroici gentiluomini, deprimendo i loro nemici a icone fumettistiche del male, più che uomini, mere ombre rosse. Una retorica, in questo caso, tuttavia giustificata dall’intento riabilitativo dell’autore, che giocoforza esaspera il contrasto tra bianco e nero prendendo posizione polemicamente contro la serie di pellicole infamanti realizzate sulla categoria. 
La zona grigia, la via di mezzo, la terra di nessuno, in cui si muove disinvoltamente il protagonista, gestore di un night club, non si mantiene tale a lungo, è comunque terreno di conquista e di scontro. La società civile prima o poi deve scegliere da che parte stare.  Nelle parole profetiche del vecchio poliziotto, Robert Duvall, “prima o poi o sarai con noi o con i trafficanti di droga”, non a caso pronunciate tra i banchi di una chiesa, simbolo del bene assoluto,è rivelato il senso del film. Nessuno può sottrarsi alla scelta tra il bene ed il male, anche chi non indossa una casacca e non è schierato apertamente su uno dei due fronti, è chiamato, in qualsiasi contesto lavorativo svolga il suo mestiere, a decidere chi essere facendo una scelta di campo, che sempre implica la rinuncia a qualcosa, nel film, alla storia d’amore con la giovane donna portoricana interpretata da Eva Mendes.
 

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