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Il mistero giallo dell'assenza: il dolore fissato nei capolavori scultorei dell' Umanesimo e Rinascimento si trasforma in cinema ne «Il pianto della statua» di Elisabetta Sgarbi.
di Diego Marani Il Sole-24 Ore
La prima volta che vidi la morte mi accorsi che era gialla e che a starle vicino anch'io ingiallivo. Erano statue le figure dei parenti attorno al cadavere. Ci guardavano come per chiedere cosa mai volessimo da loro, con che diritto usurpassimo lo spazio del loro dolore. Lo sapevano che non poteva esserci compassione in noi ma solo meraviglia. Lì distesa, possente e intoccabile, la morte ci appariva più miracolosa della vita. Mica un sonno, mica una pace eterna. Un'indifferenza,una prodigiosa assenza. [...]
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