Titolo originale | Sukkar banat |
Anno | 2007 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Francia, Libano |
Durata | 96 minuti |
Regia di | Nadine Labaki |
Attori | Nadine Labaki, Yasmine Al Massri, Joanna Moukarzel, Gisèle Aouad, Adel Karam Sihame Haddad, Aziza Semaan, Fatmeh Safa, Dimitri Staneofski, Fadia Stella, Ismaïl Antar, Yousra Karam, Victoria Bader. |
Uscita | venerdì 21 dicembre 2007 |
Tag | Da vedere 2007 |
Distribuzione | Lady Film |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,62 su 11 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 26 aprile 2016
In un salone di bellezza di Beirut, tra colpi di spazzola e cerette al caramello, si parla di sesso e maternità, con la libertà e l'intimità propria delle donne. In Italia al Box Office Caramel ha incassato 1,5 milioni di euro .
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CONSIGLIATO SÌ
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A Beirut, alcune donne lavorano in un istituto di bellezza: Layale (Nadine Labaki), innamorata di un uomo sposato, Nisrine (Yasmine Al Masri), che sta per sposarsi e non sa come dire al futuro sposo che ha già perduto la verginità, Rima (Joanna Moukarzel), che non riesce ad accettare di essere attratta dalle donne, Jamale (Gisèle Aouad), ossessionata dall'età e dal fisico, e infine Rose (Siham Haddad), che ha sacrificato i suoi anni migliori e la sua felicità per occuparsi della sorella Lili (Aziza Semaan). Nel salone, tra colpi di spazzola e cerette al caramello, si parla di sesso e maternità, con la libertà e l'intimità propria delle donne.
Nadine Labaki, insieme protagonista e regista del film, ci propone un affresco sulle donne, che non mancherà di andare dritto al cuore delle spettatrici, ma non solo. Un acquerello a tinte delicate, mai volgari, che tratta però temi di scottante attualità: la guerra, la convivenza tra cristiani e musulmani, il mischiarsi di abitudini ed etnie differenti. Stupiti, contempliamo come i problemi del mondo femminile siano sempre gli stessi, anche se il progresso sembra essersi fermato agli anni '80. Le donne fanno scudo, insieme, per affrontare le difficili realtà da cui sono circondate ed assalite.
Con colori e fotografia degni dei pittori fiamminghi, Labaki poggia lo sguardo sulle dolci malinconie quotidiane, senza cadere nello scontato o nello stucchevole, e riuscendo a raccontare ben sei storie in una sola, senza che nessuna prenda il sopravvento. Narra attraverso gli occhi, i suoni, gli odori, in modo così pregnante da convincerci di poter toccare e assaporare, come se fossimo realmente immersi nell'atmosfera della ben bilanciata sceneggiatura.
Una parola a parte va indubbiamente spesa per la colonna sonora, dosata con saggezza, sempre presente e non stancante, che non mancherà di far ricordare il suo autore, Khaled Mouzanar.
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Cinque storie di donna al sapore pastoso di caramello, sullo sfondo di un allegro centro estetico libanese. Nadine Labaki, alla sua prima opera da regista e interprete, dimostra con eleganza e semplicità che la dolcezza non è vuota. Lo fa incorniciando la sua Beirut - a cui dedica il film - fra riccioli ambrati di melassa e magnetici sguardi femminili, un’epifania di colori caldi e vivaci tradotta [...] Vai alla recensione »
Caramel, film (2007) di Nadine Labaki con Nadine Labaki, Yasmine Al Masri, Joanna Moukarzel, Gisèle Aouad, Adel Karam, Sihame Haddad, Aziza Semaan Film quasi tutto al femminile, a cominciare dalla regista, ambientato nel Libano evoluto dei nostri giorni, dove quasi solo casualmente ci si ricorda che comunque si è in un paese musulmano.
Delicato, evocativo e diffusamente metaforico, mette piacevolmente in luce le capacità che, donne diverse, hanno nel risolvere i loro problemi, sapendo rinunciare alla propria felicità per quella altrui. Ottima anche l'intuizione del caramello, allo stesso tempo metafora del gineceo, con la sua positiva forza ed ostinazione, declinato qui come strumento doloroso ma in ultima analisi [...] Vai alla recensione »
In "Caramel", all'inizio, l'attrice e regista sembra scegliere uno stile basato sui primi piani; non perché cerchi un impatto spettacolare o dalla facile presa emotiva, propendendo anzi per immagini che suggeriscono più che mostrare. Si pensi a quei finestrini dietro i quali non possiamo vedere, o a quella finestra che crea, spero di esprimermi bene, un doppio effetto [...] Vai alla recensione »
Discrezione, sentimenti veri, partecipazione alla complessa normalità della vita volta al femminile. Ottima recitazione e capacità narrativa non comune, abile nel rendere interessante la povertà dell'esistenza. Una dolcezza soffusa caratterizza il film e una certa commozione lo rende affascinante.
Nadine Labaki ci descrive un mondo femminile più aperto e progredito di quello maschile e in cui spicca una forte sensibilità rispetto alle problematiche che la vita non manca di dispensare sulle loro strade. I pochi personaggi maschili fanno sentire tutto il peso delle complicazioni di una cultura che le donne subiscono e devono superare per realizzare i loro desideri.
Bari, 23 agosto 2010 Stupendo film, naturalmente trasmesso dalla Rai a un orario impossibile e con il telegiornale a spezzarne l'incanto! La Labaki conosce così bene il cuore delle donne e sull'attesa, l'amore, l'ipocrisia, gira un film che un uomo mai avtrebbe saputo e potuto. Film stupendo davvero, ne sono rimasta incantata.
Fra gli osannatori gli stupiti per la leggerezza di Beirut, fra i delatori gli stupiti per la leggerezza di Beirut. Una brillante commedia partorita dal vicino oriente, che ha tutto il diritto di sorridere di se. Consigliato.
Un flm poverissimo..senza un minimo di trama..senza un ritratto corale che non sia scontatissimo. Ma se siete così affamati di culture diverse..guardatevi "LA SPOSA SIRIANA" che è un vero capolavoro..altro che questa sciacquetta. Regista donna,tanto per cambiare e mi dispiace dirlo e ripeterlo..che solo la Bigelow si salva. Mamma mia! Nella poesia e letteratura le donne sono grandi.
Trentenne e visionaria, vestita come le occidentali, eppure con un retaggio mediorientale fortissimo: Nadine Labaki è il simbolo del Libano femminile che vorrebbe cambiare ma fatica a spingersi oltre le guerre, i tradizionalismi e l’ipocrisia. Una contraddizione che vive nel personaggio interpretato in Caramel, Layale, cristiana, che mostra i simboli della fede eppure è amante di un uomo sposato. Non vuole deludere la famiglia, eppure cerca la trasgressione. Una regista audace che risponde con coraggio a ogni domanda…
Dolciastro e bruciante al tempo stesso. "Caramel" è infatti l'impasto cotto di zucchero, limone e acqua usato come ceretta depilatoria in Medio Oriente. Un salone di bellezza a Beirut, cinque donne penalizzate dagli impedimenti sociali. Layale - cristiana - ha un amante sposato, Rima prova attrazione per una cliente, Nisrine sta per sposarsi con un musulmano ma non è più vergine, Jamale - lasciata [...] Vai alla recensione »
Paese travagliatissimo il Libano, donde giungono di continuo allarmi di violenza e sangue. Però a dispetto dell'inquietante contesto, anche sotto i cieli mediorientali si può vivere come dappertutto una normalità intessuta di piccole cose, gioie e dolori, solitudini e amori. Lo dimostra Caramel di Nadine Labaki, 32enne attrice al debutto nella regia, che lo scorso maggio alla Quinzaine di Cannes ha [...] Vai alla recensione »
Sapete qual è il film più divertente del Natale 2007? È Caramel. Non c'è Christian De Sica, ma c'è una protagonista la cui bellezza oscura quella della moglie, pur bellissima, del film di Pieraccioni. È un film libanese, e già questa è una notizia: pochissimi film medio-orientali escono nei nostri cinema. È un film diretto (e interpretato) da una donna, cosa che in Libano non è una novità - qualcuno [...] Vai alla recensione »
Il mondo visto da un salone di bellezza. A mandarlo avanti, in quel di Beirut, sono tre amiche alquanto chiacchierine (s'è mai visto un salone di bellezza in cui non si parla, parla, parla...?): Layal, Jamale e Rima. Amiche sì, ma quanto sono diverse! La prima, un vero schianto, fa parte della comunità cristiana; la seconda, anche lei un tipino niente male, è musulmana.
Nella variopinta fauna cinematografica capita talvolta che un film sia diverso senza l'intenzione di esserlo. È il caso del magnifico Caramel, diretto dalla giovane, e bellissima, regista libanese Nadine Labaki, che ne è anche la protagonista. In apparenza una variante dei temi trattati da Almódovar, ma si tratta soltanto di una coincidenza. Ambientato a Beirut poco prima che le bombe facessero altri [...] Vai alla recensione »
Cinque donne, un salone di bellezza, un labirinto di contraddizioni chiamato Beirut, un mondo in cui shampoo e cerette si intrecciano a codici e tabù ora cristiani ora musulmani, e a una visione molto complicata e molto mediorientale della bellezza, della femminilità, della famiglia... È Caramel, esordio-rivelazione della 37enne Nadine Labaki, anche protagonista nei panni della proprietaria del salone, [...] Vai alla recensione »
La cera ambrata, densa e ricca, che si scioglie, si modella e si distende e poi viene strappata via dai corpi femminili. Seguendo questo rituale antico di bellezza, quasi ammantato di sacralità, inizia questo raro film libanese, passato all'ultimo Cannes nella Quinzaine. A Beirut, attorno al salone estetico dove lavora Layal (Nadine Labaki, la regista), che sembra un negozio di parrucchiera almodovariano, [...] Vai alla recensione »
Caramel, dolce e profumato come la pasta di zucchero che con mani abili Jayale stende sulle gambe o sulle braccia delle sue clienti. Siamo a Beirut, nel salone di bellezza della stessa Jayale, di Nisrine e di Rima, belle, indipendenti, in polemica dichiarata con la realtà che le circonda. Jayale, cristiana e proprietaria del salone, sarcasmo appuntito, vive coi suoi genitori ma si fa maltrattare da [...] Vai alla recensione »
The Beirut beauty salon where most of “Caramel” takes place is likely to be a familiar type of establishment, even to viewers who have never been to the Lebanese capital. What the shop lacks in sleekness and chic it makes up for in the kind of friendly, sisterly warmth that could be found, for instance, in “Beauty Shop,” the distaff installation in the “Barbershop” franchise.
"Caramel" opens with a shot of a torrent of the sticky stuff, a vista that plays like a rising tide of unalloyed sweetness to domestic viewers. But in Lebanon's Beirut, where this effortlessly empathetic film is set, caramel means something else as well: It's used as a depilatory in beauty salons, inflicting pain rather than causing pleasure. Co-written and directed by its star, Nadine Labaki, and [...] Vai alla recensione »