Ai confini del paradiso

Dopo «La sposa turca» un film su nascita e morte<

Dalla Germania alla Turchia. Fatih Akin, acclamato autore di La sposa turca (sugli immigrati turco-tedeschi di seconda generazione), ora allarga le ambizioni con un racconto corale che abbraccia entrambi i paesi. In Ai confini del paradiso, premiato per la sceneggiatura al Festival di Cannes, s'intrecciano le storie di sei personaggi, tra cui Nejat (Baki Davrak), professore turco-tedesco che dalla Germania arriva a Istanbul alla ricerca di una ragazza Ayten (Nürgul Yesilçay), giovane militante politica che nella sua fuga dalla polizia compie il percorso inverso. «Dopo La sposa turca, premiato con l'Orso d'oro a Berlino», dice il 34enne regista, «ho sentito l'ansia da prestazione. A cambiare il mio stato d'animo è stato un avvenimento importante: sono diventato padre. Così se in La sposa turca parlavo dell'amore, al centro di questo film c'è invece una riflessione sulla morte e sulla nascita». Akin ha realizzato un film complesso e a tratti farraginoso (la struttura assomiglia a Babel di Inarritu) ma che sa regalare momenti di grande intensità drammatica anche grazie alla bravura degli interpreti, tra i quali Hanna Schygulla.
Da Il Venerdì di Repubblica, 9 novembre 2007

di Arianna Finos, 9 novembre 2007