A Mighty Heart - Un cuore grande

Angelina si fa seria e racconta il dramma d Pearl

L'idea è venuta a Brad Pitt: un film sulla storia di Mariane e del marito Daniel, giornalista ucciso in Pakistan. E l'attrice, racconta il regista di «Un cuore grande», da questa esperienza è uscita trasformata. Anche fisicamente
«Sono contenta che Un cuore grande sia stato diretto da Michael Winterbottom, un regista che ama genuinamente la verità». L'attestato di fiducia arriva da Mariane Pearl, la moglie di Daniel, corrispondente del Wall Street Journal rapito e ucciso in Paldstan nel 2002, mentre indagava sulle cellule terroristiche di Karachi. Mariane, anche lei giornalista, all'epoca incinta di sei mesi, ha raccontato la dolorosa vicenda in Un cuore grande. La vita e la morte coraggiose di mio marito Danny Pearl, libro che ha profondamente commosso Brad Pitt. L'attore ha comprato i diritti, prodotto il film, proposto la sua compagna Angelina Jolie per incarnare Mariane e puntato sul quarantaseienne inglese Winterbottom per la regia, dopo aver visto La strada per Guantanamo. Il risultato, presentato allo scorso Festival di Cannes, è un film girato in sequenza, una sorta di docu-fiction che ripercorre le settimane in cui Mariane combatte per salvare l'uomo che ama.
Winterbottom, lei ha scelto per Un cuore grande lo stile documentaristico di altri suoi film.
«Fin dall'inizio ho voluto dare una versione degli eventi che fosse la più onesta possibile. E poiché la storia di Mariane e Daniel era quella di due giornalisti, anche il mio approccio è diventato di cronaca. La tecnica di ripresa, camera a spalla, nessuna prova per gli attori, mi ha aiutato a raccontare questa vicenda nel modo meno edulcorato possibile. Per questo ho voluto subito incontrare Mariane, facendomi raccontare da lei ogni particolare. Poi ho preteso che ogni attore si confrontasse con la persona reale che doveva interpretare. E, quindi, ho scelto di girare in sequenza».
Non ha aiuto paura che una diva come Angelina Jolie fosse una presenza ingombrante?
«Brad Pitt mi ha chiamato e abbiamo parlato del film, poi sono andato a Parigi a conoscere Mariane e insieme siamo andati in Namibia a incontrare Brad e Angelina. Lei e Mariane si sono piaciute subito, sono entrate in confidenza. Sono schiette, dirette. Ho capito subito che avrebbe funzionato. Angelina, invece, aveva molti dubbi sulla possibilità di incarnare quella che lei ritiene una donna straordinaria. Per questo si è preparata in modo maniacale, si è trasformata anche dal punto di vista fisico, è diventata amica di Mariane in modo da poterne condividere i pensieri».
Com'è stato girare in Pakistan, dove lei aveva già lavorato per Cose di questo mondo
«Non facile. Abbiamo girato in luoghi veri che aveva percorso Daiiel Pearl quando è stato rapito. II atto di usare una piccola troupe, e 'i lavorare con molti attori del po-~t.o ha aiutato. Il problema è stato ,ottenere tutti i permessi dalle persone giuste del governo. Qualcuno ci ha aiutato, come il segretario del ministro degli Interni e la polizia di Karachi, ma abbiamo avuto contro i servizi segreti pachistani, che hanno cercato di boicottarci».
All'epoca del rapimento alcuni organi di stampa dissero che Daniel era stato avventato nella sua ricerca della verità.
«Sinceramente non credo che qualcuno in buona fede possa crederlo. Daniel era stato molto attento a chiedere consigli sull'incontro con !'intermediario che, tra l'altro, è avvenuto in un locale nel centro di Karachi. Penso che il motivo per cui la qua vicenda è stata così scioccante perché la gente non si aspettava un omicidio dopo un rapimento in Pakistan. E Pakistan non era l'Iraq, non era un Paese in guerra. E Daniel non era un cronista di guerra».
Lei ha spaziato tra diversi generi, dall'erotismo di 9 Songs alla commedia di Wonderland, alla fantascienza di Code 46. Tra poco vedremo Genova, una storia di fantasmi ambientata, appunto, in Liguria?
«Anche stavolta racconto la realtà, ma una realtà basata sulle percezioni più che sui fatti. Colin Firth è un professore inglese che, dopo aver perso la moglie in un incidente, si trasferisce a Genova con le sue due figlie, cercando di superare il lutto. Anche se stavolta racconto un dramma con risvolti soprannaturali, lo stile è ancora "camera a mano", e il budget è da indipendente. Sono stato felice di affidare la parte del protagonista a Colin Firth, inglese che ama l'Italia e Genova almeno quanto me: lui ha sposato un'italiana, io un'inglese cresciuta tra Milano e la Liguria».
Da Il Venerdì di Repubblica, 9 novembre 2007

di Arianna Finos, 9 novembre 2007