xavor
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domenica 4 maggio 2008
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permettetemi d dire che nn sono affatto d'accordo!
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Non sono affatto d'accordo con questa recensione! Oltre tutto va a criticare proprio ciò che io apprezzo in questo film e che ritengo aiuti a dare alla storia anche un tocco di realismo. I personaggi non cercano di mettersi nei guai ma sono costretti a fuggire visto l'incessante pressione dei vampiri che più volte tentano di stanarli con stratagemmi più o meno validi. In più l'estetica da videoclip (a mio avviso usato quasi con tono dispregiativo) come vengono definiti i pregiati lavori estetici alla fotografia (con filtri che arricchiscono l'immagine con toni freddi e forti contrasti) è pienamente apprezzabile e arricchisce questo film di un gusto singolare che lo rende al contempo unico. Ben lungi quindi, dall'essere un film facilmente dimenticabile, sfrutta una tematica trita e ritrita in maniera innovativa e interessante.
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Non sono affatto d'accordo con questa recensione! Oltre tutto va a criticare proprio ciò che io apprezzo in questo film e che ritengo aiuti a dare alla storia anche un tocco di realismo. I personaggi non cercano di mettersi nei guai ma sono costretti a fuggire visto l'incessante pressione dei vampiri che più volte tentano di stanarli con stratagemmi più o meno validi. In più l'estetica da videoclip (a mio avviso usato quasi con tono dispregiativo) come vengono definiti i pregiati lavori estetici alla fotografia (con filtri che arricchiscono l'immagine con toni freddi e forti contrasti) è pienamente apprezzabile e arricchisce questo film di un gusto singolare che lo rende al contempo unico. Ben lungi quindi, dall'essere un film facilmente dimenticabile, sfrutta una tematica trita e ritrita in maniera innovativa e interessante.
Non sono neanche minimamente d'accordo con la critica mossa all'eventuale incapacità dei protagonisti di difendersi, o al fatto che i vampiri siano apparentemente invulnerabili. I protagonisti sono costretti a sopravvivere e non a macellare carne di vampiro gratuitamente. In più l'accetta aggiunge un tocco di brutalità non indifferente e quindi enfatizza sulla drammaticità delle scene. Il tutto mi ricorda survival Horror di tutt'altra piattaforma di intrattenimento, ossia Resident Evil, che nella sua prima incarnazione vede guidare il protagonista attraverso la magione con la costante sensazione di avere il fiato sul collo e di non poter far nulla o poco, troppo poco, per salvarsi la pellaccia. La morte prima di essere divorati sembra l'unica salvezza...ma non sempre i protagonisti sono in grado di decidere quando poter morire. Tutto ciò porta la tensione ad un livello altissimo! Semplicemente non credo che il recensore apprezzi il genere, anzi l'unica cosa che mi sembra sia stato in grado di citare è stata una parodia del genere survival. Se ama film in cui gli zombie o i vampiri non sono altro che carne da macello facilmente accatastabile, gusti suoi...ma forse sarebbe meglio essere un pò meno risoluti quando si parla di gusti, sopratutto in una recensione.
Dal mio punto di vista posso dirvi che questo film può non non stupirvi, ma riesce a farsi ricordare per molti aspetti positivi che lo rendono molto unico e singolare. Unico difetto, forse, scorre troppo velocemente senza effettivi, sconvolgenti avvenimenti, ma quel che avviene riesce ugualmente a colpire nel segno...senza dimenticare che tanti film simili hanno molto meno da dire...
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maximo
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domenica 17 febbraio 2008
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30 giorni di buio, non nel cielo ma nella trama!
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Il film per fortuna entra subito nella dinamica del famoso "buio" e non si perde in eccessivi prologhi che spesso accompagnano i film di genere. Purtroppo non si capisce come da un giorno all'altro, nonostante sia ambientato nell'estremo nord dell'Alaska, possa far buio pesto per 30 giorni 24 ore su 24. Almeno questo sembra e sappiamo che non è veramente così. Purtroppo ancora i famosi 30 giorni passano in fretta nel corso del film e soprattutto con ampi buchi temporali che lasciano troppo all'immaginazione dello spettatore.
Tutto sommato l'ambientazione dark risulta affascinante e l'idea stessa che i vampiri abbiano trovato un posto remoto della terra dove sfogarsi per un intero mese aiutati dalla lunga notte, non è così malvagia, anzi!
Apprezzabile anche la caratterizzazione dei vampiri che, usciti dallo stereotipo del caro e vecchio Dracula, parlano una loro lingua, hanno una forza sovrumana e i caratteri del viso deformati.
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Il film per fortuna entra subito nella dinamica del famoso "buio" e non si perde in eccessivi prologhi che spesso accompagnano i film di genere. Purtroppo non si capisce come da un giorno all'altro, nonostante sia ambientato nell'estremo nord dell'Alaska, possa far buio pesto per 30 giorni 24 ore su 24. Almeno questo sembra e sappiamo che non è veramente così. Purtroppo ancora i famosi 30 giorni passano in fretta nel corso del film e soprattutto con ampi buchi temporali che lasciano troppo all'immaginazione dello spettatore.
Tutto sommato l'ambientazione dark risulta affascinante e l'idea stessa che i vampiri abbiano trovato un posto remoto della terra dove sfogarsi per un intero mese aiutati dalla lunga notte, non è così malvagia, anzi!
Apprezzabile anche la caratterizzazione dei vampiri che, usciti dallo stereotipo del caro e vecchio Dracula, parlano una loro lingua, hanno una forza sovrumana e i caratteri del viso deformati.
Hartnett non riesce a mostrare altra faccia da quella solita di cane bastonato. Ma va' bene così, nonostante la giovane età, è credibile e affidabile come sceriffo della città.
Non puntate sul finale, molto discutibile.
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maryluu
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sabato 1 marzo 2008
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i vampiri del 21 secolo
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Ho trovato questo film, tratto da un famoso fumetto horror, davvero interessante.
La storia si dipana in modo lineare, nonostante i colpi di scena e alcuni "imprevisti" inevitabili. Devo sottolineare il mio apprezzamento per i moderni vampiri scelti dal regista. Molto "umanizzati" anche se affamati di sangue e dalla forza stratosferica. Li ho trovati realisti, sconvolgenti al punto giusto. Insomma consoni al film. Ho trovato anche gli attori molto "in parte". Finalmente non c'è un macho supereroe come protagonista ma un uomo qualunque, Eben. scosso da paure e sentimenti che lo rendono vulnerabile ma umano. La forzatura si trova nel fatto di creare delle vere occasioni di pericolo talvolta ingiustificate.
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Ho trovato questo film, tratto da un famoso fumetto horror, davvero interessante.
La storia si dipana in modo lineare, nonostante i colpi di scena e alcuni "imprevisti" inevitabili. Devo sottolineare il mio apprezzamento per i moderni vampiri scelti dal regista. Molto "umanizzati" anche se affamati di sangue e dalla forza stratosferica. Li ho trovati realisti, sconvolgenti al punto giusto. Insomma consoni al film. Ho trovato anche gli attori molto "in parte". Finalmente non c'è un macho supereroe come protagonista ma un uomo qualunque, Eben. scosso da paure e sentimenti che lo rendono vulnerabile ma umano. La forzatura si trova nel fatto di creare delle vere occasioni di pericolo talvolta ingiustificate.
L'uso dell'eccessiva violenza e scene troppo esplicite a volte rende il film "pesante" ma è tipico degli horror quindi ci accontentiamo.
Il mio applauso va a Josh Hartnett, titubante e coraggioso. E alle ricostruzioni del paese distrutto. Davvero toccanti.
Ho molto gradito il contrasto di bianco, nero, e rosso,speranza, morte e sangue, che si presenta in tutta l'opera cinematografica, che da una chiave di lettura significativa. Magistrale in regista, David Slade, capace di farci vivere una storia impossibile, come se fosse possibile. Di mischiare l'irreale al reale.
Nel complesso dunque il mio giudizio su questo film è buono.
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fluturnenia
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domenica 3 maggio 2009
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non è bello ciò k'è bello, bello è ciò ke piace
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L'atmosfera c'è tutta: azzeccatissima. La desolazione e l'isolamento di quei luoghi aggravati dalla situazione venutasi a creare vengono trasmessi allo spettatore in maniera egregia. Forse è vero che il tutto dopo un po' diventa un tantino ripetitivo e meccanico e sicuramente per i più c'è la necessità di capire il come e il xkè di tutto questo. Allora faccio questa considerazione: La cosa di Carpenter, grande cult meritatamente, forse fa' realmente capire il motivo di tutto ciò che accade? Se va bene che Carpenter si limiti a narrare un evento senza spiegarne le origini primordiali va bene che sia così anche in 30 giorni di buio. Lungi da me dal dire che questo film sia un capolavoro ma non è certamente da buttare.
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L'atmosfera c'è tutta: azzeccatissima. La desolazione e l'isolamento di quei luoghi aggravati dalla situazione venutasi a creare vengono trasmessi allo spettatore in maniera egregia. Forse è vero che il tutto dopo un po' diventa un tantino ripetitivo e meccanico e sicuramente per i più c'è la necessità di capire il come e il xkè di tutto questo. Allora faccio questa considerazione: La cosa di Carpenter, grande cult meritatamente, forse fa' realmente capire il motivo di tutto ciò che accade? Se va bene che Carpenter si limiti a narrare un evento senza spiegarne le origini primordiali va bene che sia così anche in 30 giorni di buio. Lungi da me dal dire che questo film sia un capolavoro ma non è certamente da buttare. A me è piaciuto e tanto mi basta. Ultima nota, ahimè negativa, il finale: Come qualcuno disse prima di me, l'attore si ricorda di essere un supereroe americano e compie il gesto + inadatto alla credibilità del tutto. Peccato!
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marchetti86
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lunedì 25 febbraio 2008
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visioni epidemiche
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L'horror è un genere che più di molti altri rispecchia la realtà nella quale è concepito; pur non essendo un genere realistico nel senso che noi diamo abitualmente al termine, esso è verosimile ad un livello così sottile che lo spettatore comune non sempre è in grado di cogliere. Eppure il testo filmico ce lo insegna, bisogna solo leggerlo tra le righe, trovare le assonanze semantiche, scovare le compenetrazioni, i rimandi, le fessure sociali. Dopo gli eccessi dei vari e avariati horror contemporanei che mescolano estetica pop ed effettismo gratuito stile Blade o Resident Evil, l'horror americano abbandona l'artificio in favore di un'intimità con la materia. Una recitazione pacata, una fotografia cinerina e fredda come la neve che compone i lugubri scenari del film, grandguignolesche dosi di sangue sono gli ingredienti basilari, fondamentali, che costituiscono un immaginario sociale post-moderno.
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L'horror è un genere che più di molti altri rispecchia la realtà nella quale è concepito; pur non essendo un genere realistico nel senso che noi diamo abitualmente al termine, esso è verosimile ad un livello così sottile che lo spettatore comune non sempre è in grado di cogliere. Eppure il testo filmico ce lo insegna, bisogna solo leggerlo tra le righe, trovare le assonanze semantiche, scovare le compenetrazioni, i rimandi, le fessure sociali. Dopo gli eccessi dei vari e avariati horror contemporanei che mescolano estetica pop ed effettismo gratuito stile Blade o Resident Evil, l'horror americano abbandona l'artificio in favore di un'intimità con la materia. Una recitazione pacata, una fotografia cinerina e fredda come la neve che compone i lugubri scenari del film, grandguignolesche dosi di sangue sono gli ingredienti basilari, fondamentali, che costituiscono un immaginario sociale post-moderno. In bilico tra estetica dark ed entomologia anatomica, il film presenta un'archetipica chiusura narrativo-spaziale, a cui s'accompagna una uguale chiusura dei rapporti sociali. Il tema dell'infezione, trasmessa nella scena finale tramite una siringa, è la sintesi di una fobia collettiva che grava sull'occidente degli ultimi anni. Il vero nemico non è il vampiro, quanto l'impossibilità di vederlo, l'incapacità di combatterlo in un deserto gelato e tenebroso che è il suo habitat. 30 giorni di buio comunica una macabra sensazione di morte, di claustrofobico soffocamento, che trasuda in ogni scena. Un film che non si scorda con facilità.
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chriss
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giovedì 7 gennaio 2010
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un horror niente male...
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Ho visto per ben tre volte questo film e più lo guardo e più mi piace. Certo, non sarà il pluripremiato Dracula di Stoker o l' ottimo Intervista col Vampiro di N.Jordan, ma, questo film, è quello che tiene meglio testa a tanti horror- splatter
che si sono visti al cinema ultimamente. Mi è piaciuto il fatto che uno sceriffo, con un manipolo di uomini e donne, abbia fronteggiato dei terrificanti vampiri nomadi assetati di carne e sangue; mi è piaciuto il loro rintanarsi in una più o meno valida soffitta, uscendo, di tanto in tanto, per salvare qualche disperato sopravvissuto o per uccidere qualche malcapitato vampiro...Di questo film ci ricorderemo l' accetta di Eben che si macchia di rosso sangue sulla neve: che effetto, che contrasto cromatico! Mi è piaciuto il mistero che porta con se il pellegrino manovrato dai vampiri.
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Ho visto per ben tre volte questo film e più lo guardo e più mi piace. Certo, non sarà il pluripremiato Dracula di Stoker o l' ottimo Intervista col Vampiro di N.Jordan, ma, questo film, è quello che tiene meglio testa a tanti horror- splatter
che si sono visti al cinema ultimamente. Mi è piaciuto il fatto che uno sceriffo, con un manipolo di uomini e donne, abbia fronteggiato dei terrificanti vampiri nomadi assetati di carne e sangue; mi è piaciuto il loro rintanarsi in una più o meno valida soffitta, uscendo, di tanto in tanto, per salvare qualche disperato sopravvissuto o per uccidere qualche malcapitato vampiro...Di questo film ci ricorderemo l' accetta di Eben che si macchia di rosso sangue sulla neve: che effetto, che contrasto cromatico! Mi è piaciuto il mistero che porta con se il pellegrino manovrato dai vampiri...Chi è costui? Da dove viene? Il fatto che nel film non si capisca bene esattamente chi sia rende il tutto più misterioso, più affascinante, non trovate? Vi ricordate Duel? Chi guidava la cisterna impazzita e perché ce l' aveva tanto con quel povero disgraziato? In quel film non si vide mai il nemico in faccia, nemmeno per un istante! Vi ricordate La macchina nera? Cos' era in realtà e chi la guidava? Un demone, un pazzo o tutt' e due? In questo voglio farvi riflettere. Il Male, in senso assoluto, che sia macchina o zombies o vampiro, quando colpisce all' improvviso e senza pietà, riesce a trasformare noi poveri mortali in creature malvagie non molto diverse da quelle che si vedono in questo o in altri films: ogni essere umano, potenzialmente ed in determinate circostanze, si può tramutare in un serial-killer! Questo è già un senso! E vi pare poco? Il finale di questo film è molto triste e francamente non me lo aspettavo così drammatico e cruento: Eben, pur di salvare la sua amata Stella, si trasforma in vampiro, uccide il capo ( interpretato dal valido Danny Houston) e muore vedendo l' alba con lei! Che c' è di più bello e romantico? Giudicate voi stessi! Io ci ho visto qualcosa di più di un comune horror splatter...A proposito, in quale altro film avete visto questi bellissimi vampiri?
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stego
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sabato 2 gennaio 2010
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buon horror
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Barrow cittadina dell' alaska tutti gli anni rimane senza il sole per 30 giorni, e i pochi che rimangono se la dovranno vedere con un gruppo di vampiri in giacca e cravatta preannunciati da un misterioso forestiero. Il film colpisce per ambientazione molto suggestiva, per alcune scene(che però un amante del genere si aspetta) e per i vampiri davvero ben fatti, unica pecca è che nessuno ne all' inizio ne alla fine del film ci spiega da dove arrivano e cosa ci fanno li.
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marco glerean
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lunedì 14 febbraio 2011
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vampiri oggi
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30 giorni di buio è un film che prende spunto da un fumetto, come accade sempre più frequentemente nelle produzioni Usa. Si tratta dell’eterna lotta fra umani e vampiri, tema assai di moda negli ultimi anni.
Tutto accade a Barrow, Alaska, cittadina agli estremi limiti del mondo. Così agli estremi che ogni anno per un mese nemmeno il sole si fa vedere.
Ed è proprio mentre gli abitanti del luogo si accingono ad affrontare per l’ennesima volta questo fenomeno naturale che incominciano ad accadere fatti inquietanti. Il peggio deve ancora venire come preannuncia uno straniero appena giunto in città che altri non è se non la versione moderna del Renfield di Stoker.
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30 giorni di buio è un film che prende spunto da un fumetto, come accade sempre più frequentemente nelle produzioni Usa. Si tratta dell’eterna lotta fra umani e vampiri, tema assai di moda negli ultimi anni.
Tutto accade a Barrow, Alaska, cittadina agli estremi limiti del mondo. Così agli estremi che ogni anno per un mese nemmeno il sole si fa vedere.
Ed è proprio mentre gli abitanti del luogo si accingono ad affrontare per l’ennesima volta questo fenomeno naturale che incominciano ad accadere fatti inquietanti. Il peggio deve ancora venire come preannuncia uno straniero appena giunto in città che altri non è se non la versione moderna del Renfield di Stoker. Naturalmente il peggio arriva presto sottoforma di vampiri anch’essi modernizzati ma che dei loro precursori cinematografici conservano l’immortalità, la forza invincibile, l’insaziabile appetito per le carni umane fresche e la vulnerabilità alla luce diurna.
Fra abitanti e invasori è lo scontro e questi ultimi faranno una strage dando poi la caccia ai pochi ultimi, tenaci e immancabili superstiti. Ognuno dei due gruppi ha un leader che li guida e nel primo troviamo tutto il campionario di materiale umano già protagonista delle più svariate pellicole. C’è il bel tenebroso che si sacrifica per gli altri, la bellona coraggiosa, il codardo, il reietto che si riprende il posto in società difendendo la patria, il giovane che si scopre adulto e pronto alla battaglia come un novello Telemaco. C’è la coppia scoppiata che nell’emergenza riscopre i sentimenti, c’è l’amore filiale di chi si espone al rischio supremo per il padre e chi, infettato dai vampiri, sceglie la fine dicendo di non poter vivere in eterno poiché così non rivedrebbe più i suoi cari estinti. Non manca chi è l’opposto di quello sembra, una bimba che dovrebbe essere indifesa ed invece è un mostro feroce.
Dall’altra parte i vampiri non hanno i nostri difetti e si muovono compatti e senza alcun errore come una perfetta macchina bellica. Parlano poco e in una lingua loro ma con quel poco comunicano che per secoli ci hanno imbrogliati facendoci credere di non esistere, citazione diabolica. Sostengono che non ci sia un Dio e non sopportano l’imperfezione infatti tutto ciò che può essere rotto deve essere rotto e tanto vale sia per gli uomini che per loro stessi se del caso.
Un tempo i vampiri si fermavano con un paletto nel cuore, sede dell’anima e dei sentimenti, o con un proiettile di nobile argento per i più fortunati. Qui invece si uccidono con una accetta tagliandogli la testa, sede del pensiero. Il male non viene più solo da anime corrotte o malate ma si è trasferito dal cuore al cervello e viene applicato scientemente e consapevolmente, è autocosciente di sé. E’ quindi peggiore del passato e per essere eliminato non basta più il paletto di frassino che rappresenta un rituale, una regola, una legge come lo sono le punizioni degli uomini per chi trasgredisce. A male peggiore peggior rimedio, bisogna adeguarsi ed inserire nel proprio codice la brutalità dell’accetta e della mutilazione. Queste trasformazioni sono forse un messaggio pessimistico sui nostri tempi?
L’idea era buona e l’ambientazione naturale eccellente ma questo film si limita ad esplorarne le possibilità senza scavare più a fondo e non aggiunge niente al genere. Diversi i rimandi (La cosa da un altro mondo, gli zombie di Romero) più o meno volontari e finale rapido e moscio. Non è dato sapere cosa ha lasciato questa esperienza nei superstiti né se nei mostri, capaci di parlare, vi sia un qualche pensiero che non sia famelico e autocelebrante. Ma forse le risposte arriveranno nei sequel, come da tradizione.
La differenza più sostanziale con i predecessori sta nel fatto che un tempo vampiri e affini apparivano come saltuarie casualità maligne e pertanto gestibili dal mondo che lasciavano inalterato ai titoli di coda mentre qui si adombra che potrebbe anche non essere più così. Rispetto invece alle tendenze delle ultime produzioni, anche seriali, qui manca del tutto il tentativo di integrazione e umanizzazione di questi esseri altri.
Rimane in ogni caso un esercizio che sarà apprezzato dai fan dell’horror pur senza uscire dai suoi confini.
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wynorski guiaz '80s
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martedì 16 giugno 2009
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buon horror. peccato per i dialoghi
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A Barrow, isolata cittadina nel Nord più estremo dell'Alaska, l'inverno dura esattamente trenta giorni. La popolazione si prepara ad affontare il mese di buio ma improvvisamente, al calare delle tenebre, spuntano dalle desolate lande ghiacciate dei cannibali/vampiri assetati di sangue che saccheggiano e mettono sotto assedio la piccola cittadina lasciando, solamente, uno sperduto gruppo di superstiti che faranno di tutto pur di non cadere vittime delle loro malefatte. Interessante horror moderno che aleggia in una atmosfera da vecchio B Movie anni '80 e che cita in modo esplicito George Romero e il suo La Notte Dei Morti Viventi. Il film di David Slade(premiatissimo regista di videoclip) prende spunto da una graphic novel di culto(dal quale appunto è tratto) e, sotto la sorvegliata produzione di Sam Raimi, si diparte in un'ora e mezza di tensione, spaventi(pochi, ma efficaci) e trucchi di make-up molto truculenti.
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A Barrow, isolata cittadina nel Nord più estremo dell'Alaska, l'inverno dura esattamente trenta giorni. La popolazione si prepara ad affontare il mese di buio ma improvvisamente, al calare delle tenebre, spuntano dalle desolate lande ghiacciate dei cannibali/vampiri assetati di sangue che saccheggiano e mettono sotto assedio la piccola cittadina lasciando, solamente, uno sperduto gruppo di superstiti che faranno di tutto pur di non cadere vittime delle loro malefatte. Interessante horror moderno che aleggia in una atmosfera da vecchio B Movie anni '80 e che cita in modo esplicito George Romero e il suo La Notte Dei Morti Viventi. Il film di David Slade(premiatissimo regista di videoclip) prende spunto da una graphic novel di culto(dal quale appunto è tratto) e, sotto la sorvegliata produzione di Sam Raimi, si diparte in un'ora e mezza di tensione, spaventi(pochi, ma efficaci) e trucchi di make-up molto truculenti. Quello che ne viene fuori è un prodotto curioso che raggiunge il suo scopo, ovvero quello di fare paura(astenersi deboli di cuore o di fegato!); pur tralasciando la logicità di trama e la sceneggiatura, grande pecca del film di Slade. E' proprio la sceneggiatura, fatta di dialoghi non troppo elaborati e da film tv, a far cadere il pubblico nella visione di un horror che(purtroppo) sa di già visto; ed è un peccato perchè la pellicola sfugge alla regola Hollywoodiana di tendere al sensazionalismo e riserva un cast di volti poco noti(eccetto, inevitabilmente, il protagonista Josh Hartnett) messi al servizio di una sceneggiatura indecisa(solo dal punto di vista dei dialoghi) e che sul finale, gioca la carta della sorpresa e dell'imprevedibilità. Per il resto, 30 Giorni di Buio è un buon prodotto con un buon ritmo, un adeguato montaggio(ottime le inquadrature) e una soluzione finale che non vuole a tutti costi il sequel per incrementare il successo. Ripensando ai dialoghi spiace, ma la soddisfazione di aver visto un buon horror accontenta pienamente il pubblico.
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amandagriss
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venerdì 5 aprile 2013
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cari vecchi vampiri!
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Nuova vita ai vampiri! Un po' bistrattati(vedi i fantocci in digitale di Io sono leggenda),un po'dimenticati dal cinema horror degli ultimi tempi,che a loro ha preferito mostri siderali(Aliens vs Predator),zombie di nuova generazione(28 giorni dopo),congreghe di sadici assassini fai da te(Hostel),ingegnosi uccisori dalle inattaccabili motivazioni etiche(Saw),invasati rifiuti dell'umanità e del diavolo stesso(La casa del diavolo), resuscitato mitici serial killer(Non aprite quella porta,Halloween)e cannibali eremiti(Le colline hanno gli occhi)di 1 passato mai dimenticato e fatto indigestione di 'orrori' orientali,gli antesignani dei mostri moderni,i signori della notte per eccellenza ritornano sul grande schermo in una veste ‘antica’,sicuramente diversa,spoglia di contaminazioni e scevra di melense romanticherie adolescenziali(Blade,Underworld,Twilight), meno evanescente/action/fumettistica/fantasy/armony e più terrena,macabra,oscura,inquietante,paurosa,perfino tragica,guadagnandone in termini di dignità,credibilità e gradimento.
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Nuova vita ai vampiri! Un po' bistrattati(vedi i fantocci in digitale di Io sono leggenda),un po'dimenticati dal cinema horror degli ultimi tempi,che a loro ha preferito mostri siderali(Aliens vs Predator),zombie di nuova generazione(28 giorni dopo),congreghe di sadici assassini fai da te(Hostel),ingegnosi uccisori dalle inattaccabili motivazioni etiche(Saw),invasati rifiuti dell'umanità e del diavolo stesso(La casa del diavolo), resuscitato mitici serial killer(Non aprite quella porta,Halloween)e cannibali eremiti(Le colline hanno gli occhi)di 1 passato mai dimenticato e fatto indigestione di 'orrori' orientali,gli antesignani dei mostri moderni,i signori della notte per eccellenza ritornano sul grande schermo in una veste ‘antica’,sicuramente diversa,spoglia di contaminazioni e scevra di melense romanticherie adolescenziali(Blade,Underworld,Twilight), meno evanescente/action/fumettistica/fantasy/armony e più terrena,macabra,oscura,inquietante,paurosa,perfino tragica,guadagnandone in termini di dignità,credibilità e gradimento.I Signori Vampiri del film sono temprati guerrieri dal lungo doloroso passato,feroci creature affamate,di forza sovraumana,violente,intelligenti,pazienti,prudenti.Si muovono in gruppo,rispondono ad una gerarchia,fanno fede ad un proprio codice etico,disprezzano l'assente Dio e la debolezza della razza umana.Sinistramente flemmatici,sono dotati di sensi sopraffini,cacciano nel più irreale silenzio sfruttando,come noto,il favore delle tenebre.Si distinguono per l'agghiacciante ghigno sul muso orlato di orribili denti aguzzi,il bianco spettrale della pelle e il nero pece delle iridi;lattea camicia sotto 1 scuro e pesante cappotto il loro abbigliamento.Stirpe in minoranza,che per sopravvivere ha dovuto farsi furba,razziando prima gli umani e poi eliminandone le tracce con il fuoco(agisce in zone ben circoscritte per continuare indisturbata la mattanza),approda in una cittadina dell'Alaska dove la possibilità di consumare un lauto banchetto è più che concreta,visto che lì una notte è lunga 30 giorni.Lo sceriffo locale(un bravo Josh Hartnett),insieme ad altri residenti,tenteranno una strenua resistenza, fino al nuovo sorgere del sole.Miglior pellicola,insieme al più recente Drag me to hell,finora prodotta dalla Ghost House di Sam Raimi,tratta dalla novel graphic di culto di Steve Nails(qui sceneggiatore),30 giorni di buio è un validissimo horror-movie,ben girato,ricco di spessore,asciutto,essenziale,elegante,forte di uno splatter denso ma raffinato e di un'ambientazione inedita e affascinante che raggela ed inquieta col suo incessante senso di imminente pericolo.Carico di tensione,sa gestirla e mantenerla per tutto il tempo,riuscendo a costruire 1 efficace balletto di momenti di calma piatta (apparente)e assalti 'canini' di massa che tingono di un rosso acceso brillante la candida terra d'Alaska.La fotografia(luce al neon,contrasti cromatici propri del fumetto,predominante tonalità di grigio/plumbeo metallico)ed il sonoro(grugniti e tamburi sordamente picchiati che accompagnano,puntuali,l'azione e nutrono la tensione)completano quest'opera nera 'doc',in cui l'orrore,il dramma e il sentimento si fondono perfettamente,culminando in un finale alboreo di serenità raggiunta:limpido,rassicurante,struggente.
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