supermaghe
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lunedì 8 gennaio 2007
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il meglio e il peggio della politica
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Storia vera di una persona vera, che entra in politica per moralizzarla e denunciare lo stretto legame tra affari e classe politica, ma che per far questo deve scendere a compromessi imprevisti ma obbligati. Come diceva Malcolm X "vogliamo giustizia, con ogni mezzo necessario".
In poco più di due ore questo film concentra tutto quello che di buono o di cattivo si può dire della politica. La carriera di Stark (Penn) nasce dai migliori propositi di cambiamento ma anche dalla sponsorizzazione di chi lo vuol usare per togliere voti a un candidato "di sinistra" considerato più temibile.
Calcolo sbagliato perchè Stark si dimostrerà un eccellente oratore, populista al punto giusto, che in una povera Louisiana di inizio secolo parla ai cafoni da cafone.
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Storia vera di una persona vera, che entra in politica per moralizzarla e denunciare lo stretto legame tra affari e classe politica, ma che per far questo deve scendere a compromessi imprevisti ma obbligati. Come diceva Malcolm X "vogliamo giustizia, con ogni mezzo necessario".
In poco più di due ore questo film concentra tutto quello che di buono o di cattivo si può dire della politica. La carriera di Stark (Penn) nasce dai migliori propositi di cambiamento ma anche dalla sponsorizzazione di chi lo vuol usare per togliere voti a un candidato "di sinistra" considerato più temibile.
Calcolo sbagliato perchè Stark si dimostrerà un eccellente oratore, populista al punto giusto, che in una povera Louisiana di inizio secolo parla ai cafoni da cafone. Sean Penn interpreta il personaggio con una fisicità da Oscar. Il doppiaggio con accento marcatamente meridionale fa sorridere un pò visto che si parla della Louisiana, ma in fondo può avere un senso per rendere ancor più evidenti le semplici origini del personaggio.
La storia viene raccontata attraverso gli occhi di un giornalista (Jude Law) che finisce nello staff del governatore pur non amandolo, attratto e respinto al tempo stesso dalla passione e dalla trasparente rozzezza di Stark.
A dire il vero Jude Law e Kate Winslet (Anne, amica amata da Law/Burden) interpretano con debolezza i loro personaggi, e finiscono decisamente in secondo piano rispetto alla bravura di Sean Penn, ma il film non ne risente più di tanto. Forse con due interpreti in forma e qualche minuto in meno di riflessione si poteva parlare di capolavoro. Vale comunque il prezzo del biglietto e due ore del vostro tempo.
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luca scialò
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venerdì 21 gennaio 2011
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passare dall'altra parte della barricata
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Siamo nella Louisiana degli anni '30, quella dell'arretratezza delle infrastrutture, dei contadini e pescatori poveri e dimenticati, ma anche dei banchieri e petrolieri avidi e senza scrupoli. Pronti a "spremere" i primi. Ci sono le elezioni del Governatore, e il Partito democratico candida un certo Willie Stark, modesto venditore ambulante messo lì più per le sue capacità persuasive, dato il lavoro che fa, che per le sue reali capacità politiche. Capisce però che i responsabili del partito vogliono utilizzarlo solo come un burattino e quindi si candida come Indipendente, vincendo di fatto le elezioni per le doti di cui sopra. A seguirne l'ascesa politica, un rampante giornalista del Chronicles, Jack Burden, il quale proviene da una famiglia benestante.
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Siamo nella Louisiana degli anni '30, quella dell'arretratezza delle infrastrutture, dei contadini e pescatori poveri e dimenticati, ma anche dei banchieri e petrolieri avidi e senza scrupoli. Pronti a "spremere" i primi. Ci sono le elezioni del Governatore, e il Partito democratico candida un certo Willie Stark, modesto venditore ambulante messo lì più per le sue capacità persuasive, dato il lavoro che fa, che per le sue reali capacità politiche. Capisce però che i responsabili del partito vogliono utilizzarlo solo come un burattino e quindi si candida come Indipendente, vincendo di fatto le elezioni per le doti di cui sopra. A seguirne l'ascesa politica, un rampante giornalista del Chronicles, Jack Burden, il quale proviene da una famiglia benestante. Nonostante ciò, non ama l'ambiente nel quale è nato e cresciuto e infatti si appassiona alla personalità di Stark.
Il feeling sembra reciproco, tanto che il neo Governatore lo ingaggia nel suo staff. Ben presto però, il potere risucchiera anche l'onorevole Stark, il quale intraprende una guerra a colpi di Impichment con un ex Magistrato dalla vita candida. Affida così a Burden il compito di trovare macchie nel passato di quest'ultimo, ma c'è un problema: l'ex Giudice ha cresciuto Burden avendo risposato la madre dopo la fuga del padre naturale, e dunque l'ex giornalista si trova tra due fuochi: il lavoro e gli affetti. Nella disputa, sono coinvolti anche due amici d'infanzia, e la sua posizione si complica ulteriormente...
Storia di inn Parish, figlio di un contadino diventato Governatore della Lousiana, lo Stato più povero degli States. Il regista Steven Zaillian la proietta negli anni '30, con personaggi inventati. Ma solo quelli. La Louisiana ha sempre versato in quello stato di abbandono e i politici dai nobili ideali finiscono sempre per scontrarsi con la realtà del potere. Sean Penn come sempre bravo ad interpretare il ruolo che gli viene di volta in volta affidato. Nella fattispecie, gli riesce bene la parte del politico dalle origini zotiche e dal cuore ingenuo, la cui candidezza si sporca appena mette piede nel mondo della politica.
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luca scial�
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martedì 24 luglio 2012
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parabola di un politico venuto dal nulla
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In una Lousiana con tanti poveri e governata da un'elitè, si pone in luce un certo William Stark, venditore a domicilio che si mostra brillante nel denunciare la morte accidentale di tre bambini nella scuola in cui lavorava la moglie. Poi licenziata. Il Partito democratico decide di arruolarlo ma lui capisce presto che è solo un prestanome e burattino. Si candida come Indipendente e ottiene molti voti delle persone emarginate, grazie ai suoi discorsi che mirano alla pancia dell'elettorato. Diventa Governatore ma ben presto la macchina del fango si pone contro di lui e lo trasforma in uno dei tanti corruttori del sistema.
Steven Zaillian, grazie al sempre ottimo Sean Penn, ci mostra la storia di un uomo di colore figlio di un contadino: Huey P.
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In una Lousiana con tanti poveri e governata da un'elitè, si pone in luce un certo William Stark, venditore a domicilio che si mostra brillante nel denunciare la morte accidentale di tre bambini nella scuola in cui lavorava la moglie. Poi licenziata. Il Partito democratico decide di arruolarlo ma lui capisce presto che è solo un prestanome e burattino. Si candida come Indipendente e ottiene molti voti delle persone emarginate, grazie ai suoi discorsi che mirano alla pancia dell'elettorato. Diventa Governatore ma ben presto la macchina del fango si pone contro di lui e lo trasforma in uno dei tanti corruttori del sistema.
Steven Zaillian, grazie al sempre ottimo Sean Penn, ci mostra la storia di un uomo di colore figlio di un contadino: Huey P. Long, che divenne Governatore poco prima dell'uscita del film in quella Lousiana travolta dall'uragano Katrina edimenticata da Bush. Ad affiancare Penn altri attori di prim'ordine, per un film coinvolgente sul retroscena ormai tristemente noto del potere.
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shippo
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domenica 12 agosto 2007
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persone che dimenticano in una america dimenticata
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I vecchi anni 30,una nuova(pardon,vecchia)America,dove ancora parole di odio,paura e terrorismo non aveva invaso la mente della gente,dove politici di ogni partito e idea si davano in sfida all'ultimo discorso tra la folla,e non in un programma televisivo,un tempo dove il pubblico applaudiva per VOLERE di incitare quella persona che doveva incitarlo,e non perchè il cartello "APPLAUSI" comincia a lampeggiare freneticamente. Un America strana,diversa ma dannatamente affascinante.
E tutti questi ricordi e sospiri raccontanti nel più povero ma semplice stato d'America,la LUISIANA,tra contadini,uomini semplici e "pezzenti" che si fanno strada tra veri e puri pezzenti.
Sean Penn accetta con grande forza e impegno il ruolo di Williw stark(alias il realmente esistito Huey P.
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I vecchi anni 30,una nuova(pardon,vecchia)America,dove ancora parole di odio,paura e terrorismo non aveva invaso la mente della gente,dove politici di ogni partito e idea si davano in sfida all'ultimo discorso tra la folla,e non in un programma televisivo,un tempo dove il pubblico applaudiva per VOLERE di incitare quella persona che doveva incitarlo,e non perchè il cartello "APPLAUSI" comincia a lampeggiare freneticamente. Un America strana,diversa ma dannatamente affascinante.
E tutti questi ricordi e sospiri raccontanti nel più povero ma semplice stato d'America,la LUISIANA,tra contadini,uomini semplici e "pezzenti" che si fanno strada tra veri e puri pezzenti.
Sean Penn accetta con grande forza e impegno il ruolo di Williw stark(alias il realmente esistito Huey P.Long)dove una ottima interpretazione donano al protagonista un oscuro ma intrigante viaggio alla sua scoperta,con Flashback che ricordano basi della storia(ma troppe volte spezzano l'azione)e con uno sguardo via via più duro,infimo e doppiogiochista. In mezzo a lui si intreccia una unica vita vissuta da due persone:ex-giornalista e spalla destra del governatore Jack Burden(Jude Law),dove la sua massima viene spezzata,e con ciò anche i suoi sentimenti,in un periodo buoi e terribile con complice la amata da sempre Anne Stanton(Kate Winslet)e il padrino recitato da un bravo ma provato Antony Hopkins.
Steven Zaillian decide di dirigere,scrivere e inventare tutto ciò con l'aiuto solo della sua mente,ricavando una regia apprezzabile ma una scenografia da documentario,con fumo,luci e distese immense di campi che immergono lo spettatore nella perfetta atmosfera del film.
Ma alla fine viene sciupato troppo,vuoi trama che tra segreti e tranelli si incespica troppo e perde l'essenziale lucidità,vuoi certi personaggi ricalcati troppo e messi sull'assurdo,oppure(impensable)vuoi che Williw Stark,americano doc,si metta a parlare in un napoletano grezzo,tra wiskhi e sigari.
Ovvio che,per essere un remake,il film non perde il fascino,e con un cast eccezzionale la trasformazione dell'uomo puro all'uomo peccatore non(quasi) tradisce le idee e aspettative....anche se si poteva fare di più....
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redmond barry
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sabato 13 gennaio 2007
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il re è morto..
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Che brutta bestia i remake,non sai mai come affrontarli.
Specie,nel mio caso,se riguardano Rossen,e,quello che,insieme a Lo Spaccone,costituisce imho IL caposaldo del suo cinema.
Ci si mette poi anche il cast,leggi: Hopkins,Gandolfini,Winslet,Law e,dulcis in fundo,il protagonista Sean Penn,e sai che non potrai evitare d'aver aspettative altissime...
Il tutto,visto che i dubbi non bastavano,messo in mano ad un mediocre come Zaillian,che in passato ha più volte confermato d'aver poche idee e pure confuse.
La vicenda di Willie Strak ma anche quella di Jack Burden,sorta di co-protagonista,è nota a tutti,ma bisogna metter da parte l'eco dei ricordi e affrontarla fingendo di non conoscerla,solo cosi' infatti si può evitare un confronto impietoso che evidenzierebbe come questa versione finisca per sfilacciarla malamente.
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Che brutta bestia i remake,non sai mai come affrontarli.
Specie,nel mio caso,se riguardano Rossen,e,quello che,insieme a Lo Spaccone,costituisce imho IL caposaldo del suo cinema.
Ci si mette poi anche il cast,leggi: Hopkins,Gandolfini,Winslet,Law e,dulcis in fundo,il protagonista Sean Penn,e sai che non potrai evitare d'aver aspettative altissime...
Il tutto,visto che i dubbi non bastavano,messo in mano ad un mediocre come Zaillian,che in passato ha più volte confermato d'aver poche idee e pure confuse.
La vicenda di Willie Strak ma anche quella di Jack Burden,sorta di co-protagonista,è nota a tutti,ma bisogna metter da parte l'eco dei ricordi e affrontarla fingendo di non conoscerla,solo cosi' infatti si può evitare un confronto impietoso che evidenzierebbe come questa versione finisca per sfilacciarla malamente.
Non tutto però non funziona,anche perchè il talento degli attori è notevole,la loro interpretazione pure (anche in parte è vanificata dal doppiaggio,specie quello del primo),però la resa finale cede inevitabilmente il passo ad una regia schizzofrenica,ad un montaggio didascalico e ad alcuni dialoghi a dir poco futili.
Esempio massimo il finale,parlo proprio degli ultimi 3 minuti,a seguito dell'omicidio,quando,dopo una riuscita allegoria sulla morte degli ideali e sul sangue di due uomini che si mescola cancellandone le diversità,si cede il passo all'ennesimo,ripetitivo,fuoriluogo,se non per fare una evitabilissima sviolinata,all'ennesima replica del discorso al popolo,in un tripudio di buoni sentimenti che neppure a Natale,anzi,a maggior ragione a Natale,sarebbe da evitare!
Peccato,peccato davvero.
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