Tulpan - La ragazza che non c'era |
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Un film di Sergei Dvortsevoy.
Con Ondas Besikbasov, Samal Yeslyamova, Askhat Kuchencherekov, Tolepbergen Baisakalov.
continua»
Titolo originale Tulpan.
Drammatico,
durata 100 min.
- Germania 2006.
- Bim Distribuzione
uscita venerdì 24 aprile 2009.
MYMONETRO
Tulpan - La ragazza che non c'era
valutazione media:
3,20
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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La pecorella della steppadi Francesco2Feedback: 41676 | altri commenti e recensioni di Francesco2 |
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domenica 11 luglio 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Di fronte a certo cinema, ostico per noi occidentali, si sono visti negli ultimi venti(circa)anni due tipi (Ma non sempre) di atteggiamenti. Indifferenza da parte del grande pubblico, divisioni nella critica. Se alcuni vedevano questi tempi dilatati e-Soprattutto- queste storie insolite come alternativa al film hollywoodiano, altri- Forse non molti, per la verità- hanno cominciato a parlare di mattoni sonnolenti quando non incomprensibili. Quest'ultimo atteggiamento, come ha rilevato qualcuno, non fa onore a un critico, la cui funzione dovrebbe essere hiarire allo spettatore o spettatrice ciò che lui eventualmente non capisce. Di fronte a film come "Tulpan", problemi come quelli accennati vengono amplificati dall'assenza (Ma è davvero così?...) di una "Storia": un rimprovero mosso - Forse non sempre a ragione- a certo Kiarostam^, quando in "Sotto gli ulivi" si LIMITAVA(!) a descrivere la lavoraione di un film. In realtà le scene di "Tulpan", se potrebbero richiamare per l'argomento "Urga" di Mikhalkov, potrebbero suggerire paragoni con lo stile dilatato di un "Tropical Malady" o con lo stesso Kiarostamì, data la quantità di scene che (A volte con efficacia) suggeriscono il lento scorrere della natura. Il racconto vero e proprio, forse, è un pò esile, al di là di momenti arguti come quello dei ragazzi che sfogliano la rivista sui divi occidentali o del bambino che ascolta la radio. Però, ecco,nel delineare questi caratteri manca la malizia che in "Ju dou" fa trasformare a Zhang Yimou un bambino in un piccolo killer: quasi dei "Brutti sen'anima" queste figure, dal padre che accetta con fatica il cognato appena arrivato dala marina , alla moglie agli altri. Più curioso, piuttosto, è l'amore che il giovane vive con la misteriosa(in tutti sensi) Tulpan: in un vecchio film indiano, "Mathilukal", un detenuto intavolava una storia d'amore dietro le sbarre. Qui non si arriva a quei livelli, ma il protagonista (E' una lettura) sembra vivere di sogni, dalla marina andata male a un amore quasi virtuale, come se la realtà concreta rappresentasse uno scontro quotidiano che più che rafforzarlo lo fa persistere nella sua apatia. E-Ancora!- i richiami fuori campo della madre della ragazza richiamano il Kiarostamì di "Dieci". Quando però- Ancora una lettura personale- il giovane partecipa di un gesto naturale- in tutti sensi- come il parto della pecorella, è come se la vita avesse acquisito un altro significato, anche perché nel frattempo termina il suo rapporto quasi- virtuale con "Tulpan". E 'dunque tempo di maturare e compiere- Forse- dolorose rinunce, nel momento in cui cominciamo a credere in noi stessi come adulti.
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