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Un film di Kim Ki-Duk.
Con Ha Jung-woo, Sung Hyun-ah, Ji-Yeon Park
Drammatico,
durata 97 min.
- Corea del sud, Giappone 2006.
uscita venerdì 25 agosto 2006.
MYMONETRO
Time
valutazione media:
3,03
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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la noiosa identitàdi anemone83Feedback: |
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lunedì 19 ottobre 2009 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
La poesia della “casa vuota”qui è svanita,come svanita è la magia dei silenzi.Ho atteso per tutto il tempo del film una redenzione dei protagonisti,una presa di coscienza che non è mai arrivata,a quel punto il fallimento e il finale tragico erano inevitabili. Il Tempo e il suo dominio sul mondo ,il tempo come dio che tutto crea,tutto trasforma,tutto annienta.Una divinità o un demone con cui l’Umanità da sempre fa i conti,lotta e inevitabilmente perde.A questo proposito però si insinua l’antichissimo dubbio:esisterebbe il tempo se non ci fosse qualcuno a misurarlo?Si ,insomma cosa sarebbe il Tempo senza l’Uomo?Aristotele avrebbe risposto:”l’immagine mobile dell’eternità”.Ecco che allora i termini della questione cambierebbero come pure gli esiti del conflitto. Ma nel film appunto,una tale presa di coscienza, non viene neppure sfiorata:non solo i protagonisti sono votati a un acerbo sviluppo intellettivo ma anche e soprattutto a una colpevole immaturità emotiva, agghiacciante e goffa tanto quanto l’indistinto numero di tazzine rotte. Ecco che allora a farla da padrone è il Tempo con i suoi cicli stagionali ,non tanto,perciò, il tempo che passa ,quanto il tempo che si ripete,dove l’identico diventa sinonimo di noioso. Da qui agli effetti che questo può avere sull’Amore il passo è breve,come fin troppo prevedibili sono quei mostri ,figli di una relazione tanto sciocca quanto perversa. Tempo,Amore,Noia(che originalità!),un trinomio visitato e rivisitato fino alla nausea,una storia talmente vecchia da essere sempre attuale, ahimè,(basta guardarsi intorno ). Non per questo,però, meno banale e scialba sin dalle prime battute,come troppo spesso sono le relazioni e quell’amore di cui tutti con eccessiva facilità parlano,confondendolo con troppa frequenza con la fenomenologia dell’amore che pretende novità e,superficiali e adolescenziali entusiasmi. ”scusa per questa identica noiosa faccia”dice lei!e non trova miglior soluzione che cambiarsi i connotati….in verità a ben pensarci non ci si poteva aspettare molto da una che ti pianta un’isterica scenata di gelosia per un’occhiatina alla cameriera….. Qualcuno ,dico io,avrebbe dovuto imbracciare una chitarra e cantarle magari La chanson des vieux amants,chissà magari ci saremmo risparmiati macabre scene di sale operatorie varie o il cruento e un tantino ridicolo finale. Siamo senza dubbio di fronte alla fotografia di una storia d’amore dei nostri tempi in cui di sentimenti si parla poco e niente, e l’elisir è rappresentato dal bisturi.Dove la novità è sempre solo quella esteriore e le singole parti non conoscono accordo ,figuriamoci armonia! appiattite come sono nella loro dimensione ,non conoscono crescita,evoluzione e persino il dolore sembra essere insensato e ridicolo,in una parola, vacuo.
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