Poseidon

La crociera sul "Poseidon" è una vera catastrofe

Nominato a parecchi Oscar (ne vinse due: canzone ed effetti speciali) nel 1972, L'avventura del Poseidon fu un must del filone di catastrofe marina, prima che arrivasse Titanic a far saltare il banco. Vi si raccontavano i disperati tentativi di un pugno di passeggeri, con in testa Gene Hackman nella parte di un prete eroico, per emergere dal mondo alla rovescia di un transatlantico colato a picco. Riportare sullo schermo lo stesso soggetto (adattato dal romanzo di Paul Gallico), trent'anni e rotti di distanza e al costo di 175 milioni di dollari, non è stata un'idea geniale.
Non ci fosse Richard Dreyfuss con la dentiera (invece Kurt Russell sembra refrattario al passare del tempo: sarà la "sindrome" Jena Plissken?), giureresti che Poseidon è un film di molti anni fa, tornato misteriosamente alla luce. Il fattaccio avviene subito, durante i festeggiamenti per un imprecisato Capodanno. Còlta nel bel mezzo della festa, la maggioranza dei festaioli ci lascia subito le penne; per il resto del tempo, seguiremo l'errare di un piccolo nucleo assortito di sopravvissuti (l'ex-pompiere, la mamma col bambino, il giocatore di professione, il ricco gay, la clandestina...) nei labirinti della trappola in alto mare.
Wofgang Petersen (già reo di Troy) non sa sfruttare le potenzialità degli spazi claustrofobici; non fa altro che opporre ai personaggi difficoltà dopo difficoltà, come nei livelli di un videogame. Si pronunciano frasi del tipo "Che il cielo abbia pietà di noi" trovando anche il tempo, tra acqua e fuoco, di risolvere qualche conflitto edipico.
Da La Repubblica, 2 giugno 2006


di Roberto Nepoti, 2 giugno 2006