Omen: il presagio |
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Un film di John Moore.
Con Liev Schreiber, Julia Stiles, Mia Farrow, David Thewlis, Seamus Davey-Fitzpatrick.
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Titolo originale The Omen.
Horror,
durata 110 min.
- USA 2006.
uscita martedì 6 giugno 2006.
MYMONETRO
Omen: il presagio
valutazione media:
2,01
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Omen: il presagiodi NicolòMattaFeedback: 4285 | altri commenti e recensioni di NicolòMatta |
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lunedì 19 aprile 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il remake è un'arma a doppio taglio: imbarcarsi nell'impresa del confronto con l'originale è follia, specie se si tratta di un grande film. Non è il caso di Il presagio (1976), classico dell'horror diretto da Richard Donner e interpretato da un Gregory Peck insolito, ma che comunque garantiva brividi e suspense agli amanti del genere, secondo la moda lanciata tre anni prima dall'Esorcista. Il nuovo Omen di John Moore è un'operazione in altalena fra il riciclo e l'innovazione. Partendo dalla medesima sceneggiatura (di David Seltzer, tratta dal suo romanzo), la storia è quella dell'ambasciatore USA che adotta a Roma, per sopperire alla morte del figlio subito dopo il parto, un trovatello che si rivela essere l'Anticristo, sceso sulla Terra ad inaugurare l'Apocalisse biblica. Il piccolo Damien compie sei anni e da lì in poi cominciano ad accadere cose terrificanti: la bambinaia s'impicca e viene sostituita da una nuova che è in realtà l'apostola di Satana, un prete finisce impalato, la madre adottiva dell'Anticristo perde il secondo figlio e precipita dall'ospedale, un reporter che aiuta l'ambasciatore nelle indagini decapitato. E se il papà adottivo era indeciso sulla natura demoniaca di Damien, gli eventi accaduti lo confermano e toccherà a lui ripetere il sacrificio di Isacco con sette pugnali sull'altare di una chiesa. Quando muore anche lui, il piccolo innocente viene adottato, insomma non è finita. Sostanzialmente il film è lo stesso, ma con gli opportuni rimaneggiamenti: un omicidio in più - tanto perché non bastavano - e la ricerca dello shock è affidata ad un montaggio forsennato (p.e. nella scena del cimitero di Cerveteri, dove ambasciatore e reporter vengono aggrediti dai cani) che include immagini subliminali più ridicole che terrificanti per accentuare le turbe psichiche della povera mamma dell'Anticristo. E non bastasse, l'audacia di regista e sceneggiatore collega la venuta dell'Anticristo come ultimo di una serie di eventi che precede la fine del mondo: l'attentato alle Torri Gemelle, l'uragano Katrina e l'apparizione di una seconda stella cometa che, mentre la prima annunciava l'arrivo del Messia, la seconda segna la nascita del figlio di Satana. Tecnicamente il film è ben fatto (anche se la colonna sonora di Marco Beltrami non è quella arcaica di Jerry Goldsmith, peraltro premiata con l'Oscar) ma sfuggire al confronto è inevitabile: Liev Schreiber non è Gregory Peck e Julia Stiles non è Lee Remick, seppur il richiamo in azione di Mia Farrow come nursery diabolica ricorderà ai più i bei tempi di Rosemary's Baby-Nastro rosso a New York, dove era incinta del demonio.
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