Girotondo esistenziale che si avvita su se stesso
di Alessandra Levantesi La Stampa
Vorrà dire qualcosa che, dei dieci titoli italiani variamente distribuiti nel programma della Mostra di Venezia, soltanto tre sono film di fiction? Forse i nostri registi sentono la necessità di riaccostarsi alla realtà senza filtro alcuno? Oppure non sanno bene come rispecchiare dentro una storia lo spessore e la forza della vita? Non prendere impegni stasera di Gianluca Tavarelli, presentato, ieri nella sezione Orizzonti, sembra proprio testimoniare di questa difficoltà.
Sullo sfondo di una Roma suggerita per scorci allusivi nella fotografia pastosa di Roberto Sforza, il film mette in scena un girotondo esistenziale di quelli che in questi ultimi anni il cinema, soprattutto americano, usa proporre: dal bellissimo Short Cuts a Magnolia fino al recente Crash tanto per intenderci. [...]
di Alessandra Levantesi, articolo completo (2493 caratteri spazi inclusi) su La Stampa 5 settembre 2006