Titolo originale | Man of the Year |
Anno | 2006 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | USA |
Durata | 115 minuti |
Regia di | Barry Levinson |
Attori | Robin Williams, Christopher Walken, Laura Linney, Lewis Black, Jeff Goldblum, David Alpay Faith Daniels, Tina Fey, Amy Poehler, Doug Murray, Chris Matthews, James Carville, Cathleen Crier, Rick Roberts (II), Karen Hines. |
Uscita | venerdì 11 maggio 2007 |
Distribuzione | Medusa |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,42 su 15 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 1 dicembre 2017
l film vede il grande attore Robin Williams nei panni di un noto presentatore di un talk show politico che decide di candidarsi alle elezione per il Presisente degli Stati Uniti. In Italia al Box Office L'uomo dell'anno ha incassato nelle prime 6 settimane di programmazione 1,4 milioni di euro e 405 mila euro nel primo weekend.
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CONSIGLIATO NÌ
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L'anchorman televisivo Tom Dobbs (Robin Williams), subissato da e-mail esultanti al momento di minacciare una candidatura alla presidenza degli Stati Uniti, decide di partecipare alla corsa alla Casa Bianca. Con un entourage capeggiato dal manager Jack Menken (Cristopher Walken), il suo cammino trionfale si scontra con la realtà e con un' irreale onestà.
Le vicende romanzate sull'uomo più importante del mondo, il Presidente degli Stati Uniti, sono state spesso oggetto di sceneggiature cinematografiche e televisive. Da Un presidente - Una storia d'amore alla serie tv West Wing, che vedeva rispettivamente nel ruolo del protagonista Michael Douglas e Martin Sheen. In questa sorta di demistificazione della televisione che si impossessa del cinema (Tom Dobbs è un comedian del piccolo schermo che è parte di un film pensato per le sale), Robin Williams si muove alla perfezione nella prima ora, manifestando naturalezza e solo attimi caricaturali tipici della sua natura. A tenergli testa c'è un immenso Cristopher Walken, immobilizzato su una sedia a rotelle, che dispensa lezioni di recitazione a destra e a manca (nella sequenza del ballo il suo movimento dei piedi a ritmo di musica è un piccolo gioiello).
Il climax ascendente della prima parte sembra fermarsi al momento clou, per poi subire una lenta discesa, inesorabile, che tradisce lo spettatore come se fosse il tradimento di un manifesto programmatico di un politico appena eletto. Il film di Barry Levinson soffre così di un approccio politically correct tipico del regista, che gioca troppo con i generi senza affrontarne uno con convinzione. D'altra parte il Presidente degli Stati Uniti deve accontentare tutti. E questo non sempre è possibile.
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Man of the Year ruota intorno alla storia di un semplice e "violento" comico. Presto però si candiderà alle elezioni presidenziali. Infine diventerà Presidente Designato degli Stati Uniti d'America. Robin Williams ci ha dato un'altra importante dimostrazione di saper recitare magistralmente, e la regia è indiscutibilmente sublime; Quello che molta gente che ha visto il film intende come Presidente [...] Vai alla recensione »
Ho letto molti anni fa un libro che portava lo stesso titolo,ma siccome è passato molto tempo e non ho ricordi del romanzo, non so se questa è la sua trasposizione cinematografica o solo un'omonimia.Comunque Il compianto Robin Williams ci regala un'altra perla con un'interpretazione istrionica, ma misurata rispetto agli standard cui ci ha abituato il nostro.
Tom Dobbs (Robin Williams) è un celebre comico e anchorman televisivo, divenuto molto popolare per la sua satira graffiante contro i mali della politica. Un po' per gioco e un po' per chissà-cosa, decide di candidarsi alla presidenza degli Stati Uniti d'America. Roba inimmaginabile dalle nostre parti. Così come assurda è la sua vittoria. Esageriamo: sul risultato delle elezioni si muove addirittura [...] Vai alla recensione »
L’anno successivo all’uscita de L’Uomo dell’anno, in America un comico televisivo, Stephen Cobert, si è veramente candidato alle elezioni presidenziali. La finzione che diviene realtà. Il film è uscito nelle sale italiane nel 2007, e furono in molti a pensare a Beppe Grillo come possibile comico candidato presidente: a pochi mesi di distanza [...] Vai alla recensione »
Io l'ho trovato un ottimo film. Mette in luce infatti i problemi del "sistema politico". Una ottima interpretazione di uno straordinario Robin Williams che non smette mai di stupire e di divertire. Una "commedia" che a tratti è un film comico e a tratti è un thriller. Consiglio la visione. Voto 7.5
il film sembra interessante,promette bene ma si sgonfia fino a sfioare il ridicolo. L'ascesa e l'avventura politica di un comico che quasi senza volervo si ritrova in lizza per la poltrona più importante ,quella di presidente degli Usa,ofrre molti spunti,ma la sceneggiatura è improbabile,grossolana. Robin Williams fa quello che può e dispiace bocciare un suo film,si tratta di un grande attore e lo [...] Vai alla recensione »
"Man oft he Year"di Barry Levinson (2006), che non ha nessun riferimento alla vicenda di Ronnie/Ronald Reagan, che non risulta essere mai stato un comico, semmai a quella di Coluche(Michel Colucci, che si era candidato alla presidenza francese negli anni Ottanta, poi ritirandosi), che comunque è uno di quei film che riflettono sulla vexata querelle delle elezioni presidenziali negli [...] Vai alla recensione »
Il film di Levinson ha l'appellativo di commedia... Ma ha troppe punte di "spionaggio" per essere una commedia pura. Nella scena in cui Eleanor Green è da sola nel suo appartamento si raggiunge la tensione di un thriller. L'idea è stata poi scopiazzata nella realtà (più come provocazione che altro).
A Barry Levinson non riesce più un film. Se L'uomo dell'anno non è brutto come Rivelazioni, Sfera e Bandits, ci manca poco. Eppure il regista e sceneggiatore cercava di collegarsi al suo film migliore, l'acre Sesso & potere. Ma s'è affidato ancora (come per Good Morning Vietnam, ecc.) a Robin Williams e ciò significa goderselo per il meglio e per il peggio, prevalente.
«I politici sono come i pannolini: vanno cambiati spesso, e per lo stesso motivo». Così Tom Dobbs si congeda dal pubblico del suo talk show, quello che ha incoraggiato la sua candidatura sino a eleggerlo Presidente degli Stati Uniti. O no? Già, perché è stato un malfunzionamento del sistema elettronico di voto a spedire contro ogni previsione Dobbs alla Casa Bianca e non un'acclamazione popolare in [...] Vai alla recensione »
Robin Williams, conduttore e comico televisivo di successo, si candida alle elezioni e vince, diventa Presidente degli Stati Uniti: ma la vicenda è più complicata di così, ha come bersaglio il mondo politico e quello industriale. L'uomo dell'anno di Barry Levinson è un film strano, in parte divertente, in parte tediosamente predicatorio, in parte aspramente critico verso l'Amministrazione americana, [...] Vai alla recensione »
Satira nel film «L'uomo dell'anno». Robin Williams è un comico che fustiga i politici in tv e, per un errore nel voto elettronico, diventa presidente degli Usa. Una commedia su qualcosa che può accadere (o forse è già accaduto). Cosa succederebbe se alle prossime elezioni Beppe Grillo, ricorrendo alla sua vis comica e all'indiscusso appeal polemico e televisivo, si candidasse e diventasse Presidente [...] Vai alla recensione »
Tom Dobbs (Williams) è una specie di David Letterman dalla lingua particolarmente pungente in tema di politica; quando i suoi manager pensano di farlo correre per le presidenziali degli Stati Uniti come trovata pubblicitaria, il presentatore tratta la sua campagna come uno scherzo che gli permette di fustigare l'establishment. Il suo successo è però tale che viene eletto davvero.
Robin Williams interpreta un comico della tv che, incitato dai suoi fan, decide di presentarsi alle elezioni presidenziali. Polverizza i concorrenti in ogni dibattito televisivo e arriva alla Casa Bianca. Ma un’impiegata della società che ha messo a punto un nuovo sistema di scrutinio elettronico dei voti scopre che c’è qualcosa che non va. Da promettente commedia politica il film si trasforma in un [...] Vai alla recensione »
Barry Levinson, che ebbe un Oscar per Rain Man, da qualche tempo si è dato al cinema politico (Good Morning Vietnam, Sesso e potere). Oggi prosegue su questa strada, però sul versante comico: il suo protagonista, infatti è un attore comico di professione, tale Tom Dobbs, che miete da anni successi clamorosi in spettacoli televisivi di intrattenimento.
Targata Barry Levinson, arriva dagli Usa l'ennesima rappresentazione di elezioni presidenziali, querelle e affini. Tutto parte dal terzo incomodo, Tom Dobbs (interpretato da Robin Williams, come sempre scoppiettante), un comico televisivo con tanto di manager (Christopher Walken) che decide di candidarsi alla presidenza, un po' per burla, un po' per non morire.
Il cinema americano, si sa, affronta senza tabù e complessi la politica. Che negli ultimi anni è stata al centro di pellicole molto diverse come il documentario Fahrenheit 9/11 di Michael Moore e il thriller The Manchurian Candidate di Jonathan Demme. Barry Levinson, autore di film di successo come Good Morning, Vietnam e Rain Man, ora reinventa sullo schermo l'inquilino della Casa Bianca con la commedia [...] Vai alla recensione »
«Criticare il governo è antipatriottico? Se così fosse saremmo ancora sotto gli inglesi». A parlare è L'uomo dell'anno, Tom Dobbs, anchorman comico che decide di candidarsi alla presidenza degli Stati Uniti. Per gioco, per vanità, forse perché è il suo pubblico che glielo chiede. La società dello spettacolo lo permette, anzi lo pretende: da Scwharzenegger a Reagan, passando per l'oscuro attore Rob [...] Vai alla recensione »
Il «terzo incomodo» o candidato outsider tra il democratico e il repubblicano. I dubbi sollevati dal funzionamento (e dagli interessi coinvolti) del voto elettronico. Infine la figura dell'uomo di spettacolo prestato alla politica. Ce n'è abbastanza per agganciare il film di Barry Levinson L'uomo dell'anno, con Robin Williams, ai reali sfondi recenti e meno recenti della vita americana.
Parabola fantapolitica sulla crisi dei valori politici negli Stati Uniti e offerta regalo da mattatore a Robin Williams, che esce dallo stagno degli ultimi film. Rimescola le carte del cinema apocalittico mediatico immaginando che le elezioni del prossimo presidente Usa siano dominate da un comico, onesto e diretto, cioè finto. Questo è uno degli aspetti deboli.
Barry Levinson ci riprova. Dieci anni dopo il tempestivo Sesso & potere - Wag The Dog, il regista di Good Morning Vietnam richiama il fido Robin Williams e va alla carica contro la politica-spettacolo. Nel frattempo però molte cose sono cambiate, non sempre in meglio. Nel mondo reale sono arrivati Bush, l'11 settembre, una guerra di cui non si vede la fine, eccetera.