L'incubo di Joanna Mills - The Return |
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Un film di Asif Kapadia.
Con Sarah Michelle Gellar, Peter O'Brien, Adam Scott, Kate Beahan, Sam Shepard
Titolo originale The Return.
Thriller,
Ratings: Kids+13,
durata 85 min.
- USA 2006.
- Eagle Pictures
uscita venerdì 18 gennaio 2008.
MYMONETRO
L'incubo di Joanna Mills - The Return
valutazione media:
1,90
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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estrapolazione dalle verità Inconsuetedi FluturneniaFeedback: |
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martedì 16 giugno 2009 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Unico e solo elemento narrativo nonchè filo conduttore intricato e pieno di nodi sono le visioni/allucinazioni di Joanna. Nessun elemento esterno viene aggiunto in aiuto per la comprensione del tutto. Stati d'ansia come pezzi di un mosaico sparpagliati alla rinfusa riportano Joanna ai ricordi traumatizzanti della sua infanzia. E' solo la scintilla, qualcosa di più grande di quanto mai potesse immaginare si sta abbattendo nella sua già fin troppo disordinata vita. Fino alla fine nulla è chiarito. Niente lascia presagire niente. La vita onirica di Joanna in un batter d'occhio lascia poco spazio ai ricordi + reconditi per fondersi e confondersi con quelli di qualcun'altra, tanto da portarla a rivivere gli stessi tragici eventi, la stessa orribile esperienza, ponendosi tra l'assolutamente non percepito e il percepito chiaramente. Reminescenze lottano e agiscono tutt'altro che all'oscuro del pensato cosciente. Ma lei nn sarà la vittima al contrario passerà ad un ruolo di spettatrice coinvolta nel disvelamento della verità celata. Due tragici incidenti come una specie di metempsicosi postuma avevano unito la Joanna bambina e Annie. Quello che le unisce è la stessa persona che aveva insidiato Joanna e violentato Annie. La trama nn è scontata quanto meno nel suo evolversi e nella sua spirale narrativa. Rivivere la vita di qualcun'altro nn è la cosa + originale del mondo da rappresentare ma tanto fa' il modo con cui la si racconta. Questa pellicola chiede e pretende molta pazienza allo spettatore. Groviglio edipico e autolesionismo ammazzano l'attenzione dello spettatore perchè la società contemporanea esige ritmo, respira affannosamente ogni giorno e senza velocità perde i sensi nel momento in cui si ritrova a camminare in un disambiguo equilibrio fisico mentale. Molto più facile mantenere stabilità nella frenesia che a passo d'uomo. Molto più facile fare proseliti criticando là dove le cose nn vanno propriamente per il verso giusto piuttosto che cercare di salvare il salvabile.
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