La stella che non c'è

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Un film di Gianni Amelio. Con Sergio Castellitto, Ling Tai, Angelo Costabile, Hiu Sun Ha, Catherine Sng, Enrico Vanigiani, Roberto Rossi, Chungqing Xu, Biao Wang, Jian-yun Zhao, Qian-hao Huang, Xiu-feng Luo, Xian-bi Tang, Lin Wang.
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Drammatico, durata 104 min. - Italia 2006. uscita venerdì 8 settembre 2006. MYMONETRO La stella che non c'è * * * - - valutazione media: 3,00 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
carla fellegara lunedì 11 settembre 2006
che ne sai tu della cina? Valutazione 4 stelle su cinque
87%
No
13%

I bambini c’entrano anche stavolta. Il bambino in questione è Sao Li, due anni circa, silenzioso. No, non è lui il protagonista di “La stella ce non c’è”, ultimo film di Gianni Amelio, anzi Sao Li è una figura marginale nella storia, eppure sarà la sua solitudine a far cambiare le cose. In fondo un bambino è un bambino, anche nella Cina di oggi, dove i grattacieli cresconCo come funghi, dove ci sono più operai che contadini, dove ci sono bambini che vivono in fabbriche enormi e lavorano in fabbriche enormi. “Non me la immaginavo così la Cina” dice il protagonista del film, alias un convincente Sergio Castellitto che interpreta Vincenzo Buonavolontà, vale a dire il manutentore specializzato di un’acciaieria, che si mette in testa di risolvere il difetto meccanico insito nell’altoforno e per questo è pronto ad andare fino a Shangai dove l’impianto viene venduto. [+]

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maria cristina nascosi sabato 7 ottobre 2006
una stella a...venezia, tra libro e film Valutazione 3 stelle su cinque
74%
No
26%

Presente anche il regista, Gianni Amelio, alla 63 a edizione della Mostra Internazionale del Cinema, nella città lagunare per eccellenza, quest'anno, per promozionare il suo film, La stella che non c'è, e presentare, al contempo, il libro che Emanuela Martini, giornalista, critico e una delle ‘anime’ del Bergamo Film Meeting ab ovo, è proprio il caso di dirlo, ha voluto dedicargli e proporre nel prestigioso spazio della Terrazza Martini, all’Hotel Excelsior, del Lido Amelio per La stella che non c’è, ha cercato ispirazione nel libro di Ermanno Rea, La dismissione, saga singolare di un tramonto industriale. Una delegazione cinese arriva in Italia per rilevare un grande impianto da un'acciaieria in disarmo. [+]

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maria rosa giannalia lunedì 18 settembre 2006
film o documentario? Valutazione 2 stelle su cinque
62%
No
38%

Di Gianni Amelio ho visto quasi tutti i film e ho sempre provato grande commozione per la felice mano nel sapere scandagliare gli aspetti meno appariscenti del quotidiano, che poi sono quelli che ne danno la connotazione di fondo. Non mi è accaduto invece durante la visione di questo film. Poco verosimile, la fabula ( ma è tratta dal romanzo...)si può ricondurre a pochi punti focali: un tecnico di un'acciaieria preso da un raptus di moralità va in Cina a portare un pezzo fondamentale per il funzionamento di un altoforno acquistato in Italia da intermediari cinesi senza scrupoli che lo rivendono ad una ditta che lo va a piazzare in una remota regione dell'immenso stato cinese. Azione difficile quanto inutile: il pezzo verrà buttato via dagli operai. [+]

[+] giudizio sugli attori da ribaltare (di giampiero)
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x domenica 10 settembre 2006
barche sotto le stelle Valutazione 4 stelle su cinque
71%
No
29%

La stella che non c’è, continuazione ideale di un romanzo di Ermanno Rea, La dismissione, è il film più ecumenico di Gianni Amelio: il progresso rapido e sconvolgente muta radicalmente il volto di città e Paesi, rende obsolete attività e competenze, mescola le razze e costringe alla convivenza usi e costumi diversi, determina nella feroce lotta per l’affermazione di sé vincitori e vinti; allora arrivare al socratico sentirsi cittadino del mondo prima ancora che italiano o cinese diventa l’unico mezzo per conservare integra la propria identità di esseri umani; la stella che non c’è è visibile ovunque sotto lo stesso cielo. E’ una strada percorribile con molta fatica, fra le lacrime, e mai da soli: le microutopie prospettate quasi sempre dalla filmografia di matrice neo realistica di Amelio non fanno facili sconti a chi vi si imbarca, le contraddizioni sono insuperabili, l’idillio si solidifica quotidianamente durante il viaggio ma resta fragile, non ha continuità rasserenante, la porta aperta su un futuro possibile potrà richiudersi un giorno all’improvviso. [+]

[+] quello che conta è impegnarsi (di susanna valle)
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giampiero giovedì 14 settembre 2006
un napoletano in cina Valutazione 3 stelle su cinque
81%
No
19%

La stella che non c'è. La scena che mi ha colpito è quella in cui il protagonista, verso la fine del film, solo, su una chiatta che naviga lentamente su un fiume immenso, prima si commuove e poi inizia a piangere. Straordinario Castellitto. Questa scena dovrebbero metterla nel Libro di Scuola dei giovani attori, ammesso che ne esistesse ancora una. Altra cosa da fare urgentemente sarebbe iscrivere a questa scuola, per legge, il muccino, corredato dal suo telefonino ovviamente, insieme ai suoi cloni. Ma vediamo la vicenda. Un napoletano ripara da solo la centralina di un altoforno venduto dall’Italia ai cinesi e parte dall'Italia per portarla ai cinesi che hanno comprato l'impianto. Parte da solo. [+]

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dario di viesto martedì 1 maggio 2007
una centralina a forma di stella... Valutazione 4 stelle su cinque
75%
No
25%

Amelio ama viaggiare. Il suo cinema è un viaggio continuo, dove i percorsi geografici, pur tortuosi e affascinanti che siano, contano sicuramente meno di quelli interiori che il viaggio inesorabilmente comporta. Il viaggio significa sempre avventura, ma significa pure conoscenza di sé, ricerca ed, eventualmente, cambiamento. Il soggetto del film è una libera divagazione che trae spunto dal libro “La dismissione” di Ermanno Rea. Una multinazionale cinese compra in Italia un altoforno che, a detta del suo manutentore Vincenzo Buonavolontà, è difettoso e pericoloso. Pur avvertita del problema, la ditta decide di portare il macchinario in Cina, prima che l’operaio fosse riuscito ad ovviare al problema. [+]

[+] bella recensione (di canova)
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fabrizio dividi venerdì 17 giugno 2011
la cina è vicina? Valutazione 3 stelle su cinque
100%
No
0%

Vincenzo Buonavolontà, il manutentore di un alto forno che viene ceduto ad un gruppo industriale cinese, scopre un difetto all’impianto e decide di partire alla ricerca dei padroni della sua fabbrica per spiegarne il malfunzionamento. Lì incontra l’unica persona che lo può aiutare, la traduttrice conosciuta in Italia, novella Beatrice, che lo accompagna attraverso un viaggio allegorico nel cuore profondo dell’Oriente, in una Cina sconosciuta che affascina nelle sue contraddizioni.
Si assiste ad un percorso ideale nel mondo del lavoro di una nazione-continente, nelle sue radici culturali più recondite, in un abisso conradiano che conduce i protagonisti dai grattacieli di Shangai fino alle più remote cave minerarie di non precisate province dell’interno; bambini sfruttati e povertà difusa non minano un’etica di fondo che unisce tutte le categorie sociali e il mondo del lavoro affrescato dal regista si esplicita come valore assoluto di unico, grande legame universale fra le masse. [+]

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rosalinda venerdì 17 novembre 2006
la cina di oggi Valutazione 4 stelle su cinque
75%
No
25%

“La stella che non c’è” regia di Gianni Amelio Raccontare la Cina di oggi non è cosa semplice. In questo paese vige un durissimo sistema burocratico, una forma di dittatura che sommerge tutto sotto censura, un capitalismo che viaggia a ritmi sfrenati a scapito dei lavoratori, un inquinamento atmosferico che ha raggiunto livelli non più controllabili, cioè, un paese in cui il rispetto dei diritti umani non è assolutamente contemplato. E’ in questa Cina che Amelio ha girato il suo ultimo film “La stella che non c’è”. Un film che potremmo quasi definire un documentario etnografico, un “cinema diretto”, perché Amelio ha prediletto l’azione, i fatti, le immagini dei luoghi, ha fatto parlare la moltitudine di cinesi ripresi come un’onda impetuosa sulle loro biciclette, alcuni indossando anche le mascherine per difendersi dall’inquinamento. [+]

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ros lunedì 25 settembre 2006
preferenze per il neo realismo anke se............ Valutazione 4 stelle su cinque
50%
No
50%

Sicuramente il mio commento e' dettato dalla preferenza verso il genere neo-realistico. E sono piacevolmente colpita dalla scelta di Amelio di documentare una realta' ke sfugge a noi tanti. Perfettamente "azeccata" la scelta di Castellitto, che ancora una volta ha saputo con grande minimalismo, probabilmente quello che esigeva il film, dare una grande interpretazione di un personaggio. Ma quello che non condivido tanto: e' la scelta del caso. Nel senso che,sicuramente nella vita di ognuno,puo' capitare un giorno qualsiasi di incontrare qualcuno che proprio come si dice " casca a pennello", ma e' posibile che in un paese come la Cina incontro in tante biblioteche possibili a Shangai proprio quella che mi serviva? Ammesso che sia possibile non e' troppo insieme all' incontro casuale con l' operaio? Vorrei avere una risposta su questo, perche' poi il film mi e' piaciuto. [+]

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rescart giovedì 20 settembre 2012
film paradigmatico Valutazione 4 stelle su cinque
0%
No
0%

A sei anni di distanza dall'uscita nelle sale cinematografiche di questo film non è fuori luogo sostenere che la storia che esso descrive ed il modo in cui la descrive siano stati paradigmatici se non profetici di una situazione economico industriale che è ormai diventata la normalità in Italia. Con la precisazione che difficilmente un operaio licenziato da una fabbrica appena dismessa e venduta ai cinesi oggi si recherebbe in Cina se non per mero turismo. Se ciò avvenisse in un nuovo film ne uscirebbe una storia forse più divertente, magari l'ennesimo cine panettone fatto apposta per addormentare gli animi e risvegliare i bollenti spiriti. Ma non avremmo della Cina lo stesso quadro realistico, fatto di luci e ombre che sempre caratterizzano un paese in piena espansione economica, come lo fu anche l'Italia tra la fine degli anni '50 e gli inizi dei '60, a prescindere dall'ottimismo imperante. [+]

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