Titolo originale | O ano em que meus pais saíram de férias |
Anno | 2006 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Brasile |
Durata | 104 minuti |
Regia di | Cao Hamburger |
Attori | Michel Joelsas, Germano Haiut, Paulo Autran, Daniela Piepszyk, Simone Spoladore Caio Blat, Liliana Castro, Eduardo Moreira, Rodrigo dos Santos. |
Uscita | venerdì 6 giugno 2008 |
Tag | Da vedere 2006 |
Distribuzione | Lucky Red |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,02 su 18 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 2 marzo 2015
Un ragazzino di dodici anni si ritrova a crescere da solo nel Brasile della dittatura militare. In Italia al Box Office L'anno in cui i miei genitori andarono in vacanza ha incassato 276 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Presentato in concorso alla cinquasettantesima edizione della Berlinale, L'anno in cui i miei genitori andarono in vacanza rappresenta bene l'evoluzione cinematografica che un paese come il Brasile ha realizzato negli ultimi dieci anni. Dal 1995 sembra viva una stagione felice, la cosiddetta "retomada". Il suo "processo di risensibilizzazione" consiste nel riscoprire le identità e nel far conoscere e rendere protagoniste le problematiche della vita urbana, le zone di frontiera e le aree di frattura sociale.
Lungi dal voler essere un semplice film di formazione in cui si mostra il passaggio del protagonista dall'infanzia alla sfera adulta, la vicenda tratta un tema impegnativo e importante come quello dell'esilio. Ognuno dei protagonisti si scontra con questa realtà sia letteralmente che metaforicamente. I genitori del protagonista sono costretti a lasciare il proprio figlio in quanto attivisti politici. Mauro non riesce a gustare fino in fondo le bellezze dell'infanzia in quanto perennemente in bilico tra il mondo reale e quello sognato. Il Brasile, stesso, risulta essere un personaggio in esilio. La passione e il calore che il suo popolo dimostra attraverso il tifo per i Mondiali del 1970 non ha nulla da spartire con il regime interno schiacciato dal potere di pochi.
Con un tono tipico della commedia, il piccolo protagonista sembra ricoprire il ruolo di regista. Grazie al suo sguardo curioso e alla vivace voce (è anche il narratore della storia) diveniamo quasi complici della sua capacità di adattamento a un mondo per lui ignoto e ostile. Fondamentali nella pellicola i colori del Bom Retiro, il frenetico quartiere in cui Mauro vive e che rappresenta, a suo modo, un vero e proprio universo in scala ridotta. Portoghese, yiddish, tedesco e italiano sono le lingue parlate. La ricca offerta di stimoli culturali viene assorbita da Mauro e dai suoi giovanissimi amici con un candore e una leggerezza che controbilancia bene le tragedie di quegli anni.
L'ANNO IN CUI I MIEI GENITORI ANDARONO IN VACANZA disponibile in DVD o BluRay |
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Talmente tanti i motivi per amare L'anno in cui i miei genitori andarono in vacanza che è difficile sceglierne uno: forse la forza evocativa dei campionati del mondo di calcio del 1970, quelli che perdemmo in finale e che il Brasile vinse alla grande, o forse la potenza sommessa di una vicenda che sa mescolare la politica e la vita privata, la crudeltà di una dittatura militare e i giochi solitari [...] Vai alla recensione »
Se Tropa de elite è un film sul presente, L'anno in cui i miei genitori andarono in vacanza è un «amarcord» dai toni molto insoliti. Si svolge nel 1970 e racconta l'estate di Mauro, un bambino di 12 anni che si ritrova improvvisamente solo: i genitori devono, appunto, «andare in vacanza», un eufemismo per indicare l'ingresso nella clandestinità (in Brasile imperversa una feroce giunta militare, gli [...] Vai alla recensione »
Brasile 1970. Il paese è attanagliato dalla dittatura militare e quella stessa estate, in Messico, si svolgono i campionati del mondo di calcio. Con prepotenti aspettative per quel che riuscirà a combinare la squadra capitanata da Pelé. In questo contesto il dodicenne Mauro viene imbarcato dai genitori nel maggiolino di famiglia. Da Belo Horizonte puntano verso San Paolo, quartiere Bom Retiro.
Possono giocare nella stessa formazione, Pelé e Tostão? Questa è la domanda che i brasiliani si pongono nell'estate di 38 anni fa. Il 1970, appunto, è l'anno dei mondiali in Messico, ma è anche il sesto di una dittatura militare che nel calcio, e nel tifo appassionato di tutto il Paese per la nazionale, cerca un potente strumento di consenso. A quel tempo, e più d'una volta anche a quella domanda, [...] Vai alla recensione »
Estate del 1970. Anno di Mondiali di calcio. Mauro, un ragazzino di dieci anni, si ritrova in viaggio sul maggiolino dei genitori. Da Belo Horizonte stanno andando verso San Paolo. Tra raccomandazioni e promesse di rivedersi presto per assistere insieme alle partite del Brasile, i genitori partono per le vacanze, scaricando Mauro davanti alla casa del nonno.
Brasile, 1970. Il dodicenne Mauro è in attesa che Pelè e Rivelinho gli regalino la terza coppa Rimet. Il suo giovane papà, di religione ebraica, e l'altrettanto giovane mamma, cattolica, sono oppositori del regime della Giunta Militare. All'improvviso i due si prendono una "vacanza", ovvero fuggono dalle soffiate traditrici lasciando Mauro in custodia al nonno barbiere.
Di Beto Villares (e c'è anche una canzone di Roberto Carlos) è la colonna sonora di L'anno che i miei passarono in vacanza del paulista Cao Hamburger (produce Meirelles), una commediola atroce e tragica sulla solitudine di un adolescente del Minas Gerais costretto a seguire i mondiali di calcio di Città del Messico del 1970 a San Paolo dal nonno, perché i genitori sono in fuga dalla dittatura e solo [...] Vai alla recensione »
Prendi i singoli ingredienti della ricetta, mescolali centellinando con cura le dosi e il patto che vien fuori è uno di quelli che può piacere molto alle cucine berlinesi. Sì, perché nel film The year my parents went on vacation (L'anno in cui i miei genitori sono andati in vacanza) del regista brasiliano Cao Hamburger, c'è la spruzzata «popular» dei mondiali di calcio del 1970, il fondale a ragnatela [...] Vai alla recensione »
Due genitori in fuga, un ragazzino affidato in tutta fretta al nonno, i mondiali di calcio del 1970. E dietro, invisibili ma sempre presenti, filtrati dallo sguardo del piccolo protagonista, l'angoscia e gli orrori della dittatura militare brasiliana. L'anno in cui i miei genitori andarono in vacanza è un film che sarebbe facile etichettare "di formula" se non fosse semplicemente, bonariamente irresistibile [...] Vai alla recensione »
"The Year My Parents Went on Vacation" is a sweet and somber film that works hard to overcome its limitations. Its tale of a 12-year-old boy coming of age has a weakness for the generic, but the film's setting is so quirkily unfamiliar in so many ways that it holds our interest in the way the boy's story doesn't always manage. The year in question is 1970, the country, Brazil.
Stasera l'Italia gioca contro l'Olanda, alla ricerca di un'altra cavalcata calcistica che cancelli le tante miserie e le poche nobiltà di questo nostro incorreggibile paese. Ecco perché vedere L'anno in cui i miei genitori andarono in vacanza di Cao Hamburger non è un esercizio nostalgico, seppur didascalico, ma utile. La storia sta tutta nel titolo wertmulleriano: siamo in Brasile, è il 1970.
“The Year My Parents Went on Vacation” takes place in Brazil in 1970, when the country was ruled by a military dictatorship and its national soccer team, led by Pelé, was making its way toward the finals of the World Cup. Accordingly, sports and politics both play parts in this film, directed by Cao Hamburger, which filters the tumult and trauma of Brazilian history through the perceptions of a 12-year-ol [...] Vai alla recensione »
Alla vigilia degli europei di calcio esce L'anno che i miei genitori andarono in vacanza di Cao Hamburger, un bel film che con il calcio e con delicata ironia ricorda la dittatura militare in Brasile di Emilio Garrastazu Médici sullo sfondo di Messico '70, quando l'Italia perse in finale proprio contro il Brasile. A San Paolo genitori ricercati dalla polizia, lasciano il figlio dodicenne pazzo per [...] Vai alla recensione »
Il dispositivo drammaturgico è a prova di bomba. Il Brasile del giugno '70 è oppresso dalla dittatura ma anche percorsa dalla febbre del calcio, dall'attesa degli imminenti mondiali che la Seleccao vincerà per la terza volta, dalle più accanite controversie sulla convivenza tra Tostao e Pelè. La prima casa è fortemente presente nella vita del piccolo Mauro ma lui ne è inconsapevole, mentre il ragazzo [...] Vai alla recensione »
Se dobbiamo giudicare dal cinema, e dal cinema visto ai festival, non esiste sudamericano che non sia di discendenza ebraica. Daniel Burman, con "L'abbraccio perduto", Orso d'oro a Berlino due anni fa, prometteva di diventare il Woody Allen argentino. (Promessa non mantenuta: alle battute ora preferisce i sentimenti, e la confusione generazionale dei trentenni).
La vacanza del titolo è in realtà una fuga: figlio di attivisti nel Brasile sotto dittatura del 1970, il piccolo Mauro cresce solo in una comunità di ebrei. E impara a vivere. Piccolo film retorico di formazione che sembra di aver già visto mille volte: humour, tenerezza, riflessioni politiche superficiali. Inutile con garbo. DISCRETO - PER (DIS)IMPEGNATI Da ViviMilano, giugno 2008
Coprodotto da Fernando Mereilles nel 2006 e presentato a Berlino nel gennaio 2007, arriva solo ora nelle nostre sale L'anno in cui i miei genitori andarono in vacanza. Un racconto di formazione all'ombra dei Mondiali di Calcio di Messico '70 (dove i carioca ci batterono 4 a 1 in finale), ma anche degli anni di piombo brasiliani che iniziarono in quello stesso periodo.