Lietta Tornabuoni
La Stampa
L'amato ispettore Clouseau, maestro di disastri, non è cambiato. Con il suo strascicato accento francese dice «La terrò in Serbia» (anziché: in serbo), «E' circonciso dalla truppa» (anziché: circondato), critica «Lei mi voltastomaca» e il suo assistente Jean Reno che si chiama Ponton lo chiama Ponpon, Bonbon o Bonton. Volendo applicare a un arrestato la tecnica poliziotto buono-poliziotto cattivo, li fa lui tutt'e due, alternando dolcezza e violenza con sconcerto della vittima. Al Waldorf Astoria di New York semina rovine indescrivibili, al Casinò incontra l'agente 006, manovrando il computer spegne tutte le luci di Parigi di notte e, naturalmente alla sua maniera impacciata e arzigogolata, trova l'assassino. [...]
di Lietta Tornabuoni, articolo completo (2694 caratteri spazi inclusi) su La Stampa 24 marzo 2006