Guida per riconoscere i tuoi santi

Così il giovane Dito diventò un adulto

Vincitrice della Settimana della Critica veneziana, un'opera prima che ha fatto evocare (non invano) il nome di Martin Scorsese. Dito, giovane scrittore che vive in California, torna al quartiere natale del Queens per rivedere il padre malato. Il suo è anche un viaggio nel tempo: a una calda estate del 1986 quando, ancora ragazzo, si aggirava per le strade assieme agli amici. In flashback, il film narra la rivalità del gruppo con una banda di giovani neri, risolta drammaticamente, e gli eventi che indussero Dito a lasciare il quartiere e la sua ragazza. Difficile immaginare testo più autobiografico di questo.
Dall'esperienza personale, Montiel ha ricavato un libro ("scoperto" dall'attore Robert Downey jr., che ha voluto trasformarlo in film e interpretarne la parte principale) da cui ha tratto la sceneggiatura di Guida per riconoscere i tuoi santi. Se i temi di fondo (la fuga dalla violenza, la conquista dell'età adulta) non sono affatto inediti, è tutt'altro che ovvia - invece - la forma filmica scelta per rappresentarli.
Pur coltivando una propria "mitologia" del passato, Montiel evita accuratamente l'andamento letterario che accompagna quasi di regola il cinema della memoria. Nessuna nostalgia per l'adolescenza perduta, in altre parole; piuttosto una riflessione sulla formazione della personalità del soggetto narrante a partire da una frattura. Con momenti di straniamento in cui i personaggi "parlano" direttamente allo spettatore.
Da La Repubblica, 9 marzo 2007


di Roberto Nepoti, 9 marzo 2007