Flags of Our Fathers |
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Un film di Clint Eastwood.
Con Ryan Phillippe, Jesse Bradford, Adam Beach, Barry Pepper, John Benjamin Hickey.
continua»
Guerra,
durata 130 min.
- USA 2006.
uscita venerdì 10 novembre 2006.
MYMONETRO
Flags of Our Fathers
valutazione media:
3,42
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Desacralizzazione di un'impresadi ShiningEyesFeedback: 16074 | altri commenti e recensioni di ShiningEyes |
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venerdì 12 aprile 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
La missione di Clint stavolta è quella di desacralizzare l'impresa che fece l'esercito americano nella battaglia di Iwo Jima, mostrandoci il vero volto dei marines impegnati in quel cruento scontro: non eroi pronti a morire per la patria, ma gente normale, non battagliera,pronta a morire per loro stessa e per i propri compagni; attuando così un'operazione di velato anti-patriottismo, condannando gli alti vertici USA, che usano il patriottismo per convincere la gente a comprare dei buoni guerra, per continuare la guerra, e poco importa se la più sincera delle verità viene coperta a favore di una storia falsa e sensazionalistica. Il film, grazie ad una notevole sceneggiatura e fotografia, si lascia vedere ben volentieri, e ci mettiamo poco nel metterci nei panni dei presunti e scombussolati militari che hanno alzato quella bandiera, simbolo della “vittoria” e immortale icona dell'amor patrio americano. Possiamo scegliere a chi dei tre possiamo rispecchiarci meglio, in una situazione del genere: il vanesio Gagnon che tenta di sfruttare la popolarità a suo favore; l'umile e buon Doc Bradley che fa buon viso a cattivo gioco; il sofferente e alcolizzato Ira Kane, l'elemento più iracondo per questa spiacevole azione di propaganda americana. Proprio l'attore che interpreta Ira (Adam Beach) è quello da notare per la sua bravura (discreti gli altri due protagonisti). Il montaggio riesce a dividere bene le parti in cui i soldati sono impegnati nel fronte e nella campagna pubblicitaria, dove nel fronte si assiste al loro lato più intimistico e umano, mentre nel ritorno alla civiltà sembrano dei robottini senza spina dorsale sotto la balia della america menzognera. Il lavoro di Clint è superbo, anche se l'aspetto politico prevale un po' troppo, levando un po' di ossigeno alla bella visione del film, ma rimane un grande lavoro, superato dal più crudo e drammatico successivo“Lettere da Iwo Jima”.
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