Il distratto Harrison Ford contro una gang di cattivi
di Roberto Nepoti La Repubblica
Periodicamente ci troviamo a riparlarne: ma è perché l'"abuse movie" rappresenta uno dei modelli narrativi immarcescibili del cinema. Lo schema torna sempre uguale, col buon borghese che tiene famiglia e, minacciato negli affetti più cari, subisce abusi da una banda di malviventi per tre quarti del film; poi, nell'ultimo quarto, ammazza i cattivi. All'abusata storiella, Firewall-Accesso negato si sforza di dare una riverniciata di fresco, aggiornadola con risvolti di cybercrimine e furto di personalità.
Specialista della sicurezza informatica di una grossa banca, Jack Stanfield ha una mogliettina affettuosa, un cagnolino simpatico, una bella villa sul mare e una coppia di figli, femmina adolescente-maschio bambino, che litiga di continuo; ma si sa, son ragazzi, e si vogliono un sacco di bene.
Tutto perfetto, insomma, finché non arrivano Bill Cox (Paul Bettany nella parte del bandito "suave": gentile nei modi, spietato nei fatti) e i suoi scagnozzi, che gli sequestrano famiglia e cane per obbligarlo a dirottare ingenti somme di denaro su conti di comodo. Quel che si sa, è che Stanfield la farà pagar cara a Cox e soci, salvando i suoi cari; resta da vedere come farà.
E qui viene la parte peggiore. Sia perché la sceneggiatura, precaria e indigente, non esce neppure per una scena dal recinto del già visto. Sia perché Harrison Ford, palesemente, se ne frega: pensando solo ai soldi da portare a casa, traversa il film come un sonnambulo, quasi che la faccenda non lo riguardi.
Da La Repubblica, 29 aprile 2006
di Roberto Nepoti, 29 aprile 2006