C.R.A.Z.Y.

Film 2006 | Drammatico +16 125 min.

Regia di Jean-Marc Vallée. Un film con Michel Côté, Marc-André Grondin, Danielle Proulx, Émile Vallée, Pierre-Luc Brillant. Cast completo Genere Drammatico - Canada, 2006, durata 125 minuti. Uscita cinema venerdì 25 agosto 2006Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 - MYmonetro 2,92 su 12 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento mercoledì 28 agosto 2013

Argomenti:  Film contro l'omotransfobia

Il percorso di iniziazione alla vita di un giovane che attraversa gli anni della trasgressione. Il film è stato premiato al Festival di Giffoni, In Italia al Box Office C.R.A.Z.Y. ha incassato nelle prime 6 settimane di programmazione 183 mila euro e 59,4 mila euro nel primo weekend.

Consigliato sì!
2,92/5
MYMOVIES 2,75
CRITICA 2,78
PUBBLICO 3,22
CONSIGLIATO SÌ
Un diario di formazione e crescita accompagnata dalle note agrodolci dei ribelli anni '60 e '70.
Recensione di Annalice Furfari
sabato 12 agosto 2006
Recensione di Annalice Furfari
sabato 12 agosto 2006

Zachary Beaulieu è nato il 25 dicembre 1960. Già questo basta a renderlo molto speciale, in una famiglia super religiosa. Se ci aggiungiamo una strana macchia biancastra su capelli nero corvino, una sensibilità profonda, una propensione per i giochi da bambina e una devotissima mamma convinta che il suo piccolino abbia il dono di far guarire i malati, il quadro è completo. Come se non bastasse, Zac è il quarto di cinque fratelli maschi, tutti molto diversi gli uni dagli altri. C'è l'arrogante trasgressivo, il secchione intellettuale e il fissato con lo sport. Mentre prova a integrarsi, Zac cresce e cerca la sua strada, tra la passione per il rock, i primi esperimenti sessuali e un padre ossessionato dalla virilità.
Un piccolo e indipendente gioiellino di formazione che racconta il difficile passaggio all'età adulta di un adolescente, come molti altri, in cerca di se stesso. Un diario di crescita narrato in prima persona dalla voce fuori campo dello stesso protagonista, espediente che vivacizza il racconto con una brillante ironia e una tenera autoironia che spinge a una totale, divertita e partecipe identificazione con il personaggio. Il regista canadese Jean-Marc Vallée adotta Zac già al momento della nascita, per abbandonarlo solo al raggiungimento di una piena maturazione, che passa per una dolorosa e tortuosa consapevolezza del proprio essere e per l'autoaccettazione, prima ancora che l'accettazione altrui. In mezzo ci sono tutta una serie di vicende, conflitti, scontri, rivelazioni, shock, gioie e dolori che ogni famiglia attraversa. Situazioni che possono cementificare i legami di sangue, oppure spezzarli per sempre. Il merito del regista è di non scivolare mai nella banalità o nel luogo comune, mantenendo un punto di vista brillante, vivace e leggero, persino nei momenti di maggiore intensità drammatica, resi autentici dall'ottima interpretazione degli attori, all'altezza della riuscita caratterizzazione psicologica dei personaggi.
Oltre al tono della narrazione, anche lo stile visivo dell'opera ricerca soluzioni non banali, che si appoggiano a un uso marcato del colore. Del resto, il film è ambientato negli anni - Sessanta, Settanta e primi Ottanta - in cui si è formata l'estetica pop e il regista ce lo ricorda pure con i riferimenti alle mode dell'epoca. E soprattutto con la musica. La colonna sonora gioca, infatti, un ruolo importantissimo, contribuendo in favore dell'ottima riuscita del film. Così, mentre il padre, ogni Natale, si esibisce sulle note di "Emmenez-moi" di Charles Aznavour, il figlio perde se stesso nelle intime atmosfere di "Space Oddity" di David Bowie e il loro rapporto di amore e odio segue i crinali di "Crazy" di Patsy Cline. La passione rock di Zac passa anche per i Rolling Stones e i Pink Floyd, come in ogni percorso di crescita che si rispetti nei ribelli anni Settanta. E mentre la vita prende pieghe inaspettate e colpisce con le sue batoste, la musica è sempre lì, pronta a commuovere con le sue vibrazioni, a consolare quando manca una spalla su cui piangere e a sorreggere quando c'è una perdita da affrontare o una dolorosa verità da accettare. Per poi ripartire verso nuovi orizzonti, in quel difficile e tormentato ma straordinario cammino che è la vita.

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Epopea familiare di formazione cadenzata sui ritmi musicali delle diverse epoche.
Recensione di Giovanni Idili

Quattro fratelli maschi, un padre ossessionato da machismo e virilità, una madre profondamente religiosa: in simili condizioni per Zachary, quarto e più sensibile tra cinque fratelli maschi, la scoperta dell'identità sessuale si trasforma in ricerca. In un viaggio (pre) adolescenziale carico di frustrazione e senso di colpa, si seguirà la crescita di Zachary, scandita da natali in famiglia e pulsioni contrastanti, verso il raggiungimento di un equilibrio chiamato consapevolezza.
Il cinema canadese riserva, seppur su frequenze modeste, piacevoli sorprese formato festival; è il caso di C.R.A.Z.Y., epopea familiare focalizzata sul singolo che serpeggia con pregevole sensibilità tra i più angusti recessi di una mente nell'età della formazione. La scelta di una struttura ripetitiva, in un intreccio cadenzato su raduni familiari e situazioni tipiche, evidenzia i cambiamenti dei caratteri stagliati sulle varie epoche, contraddistinte a loro volta da una colonna sonora eccellentemente missata. Tanti pregi dunque, tra cui una regia diligente e ricca di trovate, per un'opera che più che dire vuole smaniosamente mostrare: addirittura troppo. In un contesto delineato da un'ossatura a conti fatti abbastanza circoscritta, l'incapacità di Jean Marc Vallée di rinunciare a qualcosa, scaricando qualche quarto d'ora di zavorra in fase di montaggio, è ciò che fa volare C.R.A.Z.Y. a quote sensibilmente più basse rispetto alle proprie potenzialità. Come una bella canzone senza chiusura a tempo.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
sabato 25 febbraio 2012
paride86

Davvero una bella sorpresa, questo "C.R.A.Z.Y.": una storia raccontata con semplicità, personaggi ben definiti e una perenne atmosfera da fumetto che, insieme ad una magnifica colonna sonora rock, compongono un notevole film sulla diversità sessuale.

sabato 28 gennaio 2012
molenga

Piacevolissimo film canadese sulla crescita e sui dolori della famiglia: cinque iniziali, quelle del titolo, come i cinque nomi dei fratelli di questa famiglia del quebec, cresciuta tra una madre religiosa ma tutto sommato rafgionevole e un padre machista ma in fondo umano; zachary, il quartogenito, cresce tra ambigue sensazioni sessuali: quando il padre lo "becca" a toccarsi in macchina [...] Vai alla recensione »

mercoledì 1 maggio 2013
dead end nick

giovedì 11 aprile 2013
riccardo92

C.R.A.Z.Y narra la storia di una famiglia del ceto medio canadese, con 5 figli maschi, ognuno dei quali ricalca a grandi linee un clichè diverso (abbiamo il secchione, lo sportivo, il ribelle etc.). Protagonista assoluto è però Zachary, penultimo figlio, il quale scopre di avere un animo particolarmente sensibile e di essere, per vari motivi, diverso dagli altri.

mercoledì 16 maggio 2012
laurami

Vorrei acquistare il DVD nella versione italiana! Ho avuto la fortuna di vederlo e vorrei condividerlo con altre persone. Si trovano solo le versioni inglese e tedesca. Grazie a chi può darmi una informazione!

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Dario Zonta
L'Unità

Non sono tanti i film che arrivano dalla terra di Canada, eppure quelli che si riescono a vedere, tra festival e altro, restituiscono una vitalità e originalità non indifferente. Basti pensare al visionario e poetico Guy Maddin, da noi misconosciuto, ma autore di film incredibili, come The Saddest Song in the World. A verificare la pulsione di una cinematografia giovane e irrequieta arriva ora un altro [...] Vai alla recensione »

Alessandra De Luca
Ciak

Natale 1960, in una famiglia cattolica, nasce il quarto figlio, Zachary Beaulieu. Gli anni passano lieti tra allegre feste di compleanno e gli assolo di papà Beaulieu che canta Emmène-moi au bout de/a terre di Aznavour. Ma c'è qualcosa che non va in Zachary: come mai invece di giocare come i fratelli preferisce spingere la carrozzina dell'ultimo nato con le perle di sua madre? In vent'anni trascorsi [...] Vai alla recensione »

Lietta Tornabuoni
La Stampa

Crazy è la parola che vuol dire matto in inglese, è una canzone di Willie Nelson cantata da Patsy Cime, è il titolo di questo film di Jean-Marc Vallée su una famiglia canadese di maschi. Nel dicembre del 1960 nasce il quinto figlio, Zachary: ha un’infanzia felice, tra feste di Natale, carrozzine e bambole che ama. Poi il ragazzino diventa ragazzo e il padre, un appassionato di canzoni di Charles Aznayour, [...] Vai alla recensione »

Mariarosa Mancuso
Il Foglio

Mettiamola così: C.R.A.Z.Y. è il più bel titolo in uscita questa settimana. Dopo la dieta estiva, e prima dell'abbuffata veneziana, non andarlo a vedere subito è un delitto punibile con la visione coatta (occhi tenuti aperti con le pinze di Arancia meccanica) dei film italiani che nelle sale fanno mille spettatori. Mettiamola così: C.R.A.Z.Y. è un film come se ne vedono di rado, con una voce fuori [...] Vai alla recensione »

Beatrice Mele
Il Mucchio

Seicentomila dollari. È la cifra sborsata (e recuperata dal cachet degli attori e del regista) per pagare i diritti dei brani che accompagnano questo amabile lungometraggio canadese. David Bowie, Rolling Stones, Jefferson Airplane, Pink Floyd, Charles Aznavour, Patsy Cline (dal cui singolo Crazy, servito come acronimo viene il titolo) segnano i momenti importanti della crescita di Zac Beaulieu, quarto [...] Vai alla recensione »

Francesco Alò
Il Messaggero

Ancora David Bowie. Quante volte la geniale rockstar è stata utilizzata dal cinema per la presa di coscienza gay, o bisessuale, di un personaggio? Capitò già al Christian Bale di Velvet Goldmine ma anche a molti eroi di sceneggiature e romanzi di Hanif Kureishi per non parlare dell'inizio del recente Kinky Boots in cui il protagonista, futuro travestito, balla sulle note di Bowie.

Mauro Gervasini
Film TV

La calaverna è arrivata di colpo. Salite sui car, abbiamo dieci minuti di strada. Oggi non vi ammazziamo l'anima a travagliare. Solo una piccola ricognizione». Ecco come la traduttrice Yasmina Melaouah ha tentato di rendere in italiano il francese del Québec (per come ovviamente lo percepisce un francese). Se leggete Sotto i venti di Nettuno di Fred Vargas (Einaudi) scoprirete una sorta di neolingua [...] Vai alla recensione »

Serafino Murri
XL

Accompagnato dall'intero repertorio musicate degli anni 70, scorre il romanzo di formazione del piccolo "Ziggy Stardust" Zac, secondogenito di cinque problematici ragazzi di un'ordinaria famiglia canadese, alta ricerca del quid delta propria "diversità" tra emulazioni di rockstar e fluttuazioni sessuali. La voce di Zac ci guida per quarant'anni di vita in un film che mostra il solido talento visivo [...] Vai alla recensione »

Aldo Fittante
Film TV

Natali in casa Beaulieu, dal 1960 al 1980, tra un padre amante dei vinili (Patsy Cline e Charles Aznavour su tutti), una moglie che lo sopporta benevolmente e una nidiata (cinque figli, che compongono con le loro iniziali l'acronimo del titolo, preso in prestito da una canzone della stessa Cline: e quindi Christian, Raymond, Antoine, Zachary e Yvan) che si differenzia per aspirazioni, caratteri, taglio [...] Vai alla recensione »

Gian Luigi Rondi
Il Tempo

Un lungo cammino per accettarsi (e farsi accettare). Lo percorre, dagli anni Sessanta agli Ottanta, un ragazzo canadese, con quattro fratelli, una madre dolce e un padre maschilista, quando via via si scopre delle inclinazioni omosessuali. Le reprime in tutti i modi, e non solo perché, attorno, in famiglia e fuori, sente un ambiente ostile; alla lunga, però dopo peripezie numerosissime e scontri anche [...] Vai alla recensione »

winner
miglior film y generation
Festival di Giffoni
2006
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