Vita da strega

Federica Lamberti Zanardi

Per Nicole Kidman è tutta una questione di naso. Il suo fiuto per il successo è indiscutibile. Basta guardare la collezione di bei film degli ultimi quattro anni che le hanno addirittura fruttato un Oscar. E ora in Vita da strega il suo naso vero, quello appuntito e delicato, è lì in bella mostra a fare una smorfietta irriproducibile che è il sale del film diretto da Nora Ephron.
La smorfia in questione è quella di Samantha, la bionda protagonista dei telefilm anni Sessanta, che usava il naso come una bacchetta magica: basta muoverlo per far scomparire la vicina antipatica o per alzare un vento improvviso che scompiglia l’acconciatura della rivale in amore. Alzi la mano chi ha quarant’anni e non considera quella serie, andata in onda dal 1964 al 1972, un vero cult. Anche Nicole Kidman la adorava. «Quando ero piccola tutti mi dicevano che assomigliavo a Elizabeth Montgomery. Per questo imparai a muovere il naso come lei» racconta Nicole. Ed è stata proprio la sua somiglianza con l’attrice che incarnava Samantha a convincere Nora Ephron, regista newyorkese abilissima nelle commedie sentimentali (C’è posta per te, Insonnia d’amore), a sceglierla per il ruolo. Il film (dal 30 settembre nei cinema italiani) non è un vero e proprio remake della serie, ma ha una sceneggiatura articolata, che ne fa una commedia divertente. Ai critici americani non è piaciuta (l’hanno trovata troppo «sdolcinata»), il pubblico, invece, ha apprezzato l’operazione nostalgia. Isabel Bigelow è una bella streghetta che si è stufata di frequentare solo maghi e fattucchiere e vuole vivere in modo «normale» e incontrare un uomo «dolce e imbranato» di cui prendersi cura. Affitta una tipica casa americana nella San Fernando Valley in California e cerca di condurre una vita da vera mortale: va al supermercato (dove però paga con una carta dei tarocchi che diventa «magicamente» una carta di credito), compra il nuovo televisore al plasma (ma non capendo niente di tecnologia ricorre al suo «naso» per montano).
Dall’altra parte della città, Invece, Jack Wyatt è un famoso attore in crisi che, per ritrovare il successo, vuole interpretare il remake televisivo della famosa serie tv Bewitched (Vita da strega). Ma l’attrice che farà Samantha dovrà essere una perfetta sconosciuta in modo da non offuscare la sua interpretazione. E deve, soprattutto, saper fare la «smorfietta». Incontra per caso Isabel che con il naso è una vera «maga». E decide di scritturarla. Sul set del serial naturalmente accadrà di tutto: amori, vendette magiche, voli di scopa. Nei panni di Jack Wyatt, la Ephron ha voluto Will Ferrell, attore conosciuto per le sue performance comiche in Saturday Night Live e per film come Elf. «Si è presentato al primo incontro con me e Nicole vestito con un paio di bermuda a quadretti, una maglietta enorme, scarpe da ginnastica e calzini da tennis» racconta la regista. «Nicole, invece, era elegantissima: pullover di cashmere bianco e gonna bianca lunga, truccata e pettinata alla perfezione. Erano una coppia assolutamente strampalata».
Come sono nel film. Dove il look della Kidman è volutamente ispirato a quello di Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany, e lui, invece, sembra uscito da una brutta sit-com anni Settanta. Accanto a loro un’altra coppia anima la storia: Michael Caine, nei panni del padre di Isabel, e Shinlev MacLaine, ovvero Iris Smythson, l’attrice che nella fiction interpreta il ruolo di Endora, la madre di Samantha. Insomma i vari piani di realtà si mescolano in un gioco di rimandi televisivi e cinematografici che conserva il sottotesto della serie originale: la lotta di potere fra i due sessi.
«Mi amerai anche se sai che sono una strega?» chiede Isabel al Jack. E tutto il film procede nella direzione di una presa di coscienza di Isabel-Nicole, che da streghetta ingenua e pronta a sciogliersi davanti al primo uomo che dica «ho bisogno di te» diventa una donna consapevole del suo valore e decisa a non rinunciarci. Neanche per amore.
Non è un caso che a dirigere, scrivere e interpretare questo film siano stato due donne come Ephron e Kidman. Gli uomini le streghe le vedono in un modo un p0’ diverso. Un esempio? La «megera» di Terry Gilliam in I fratelli Grimm (nelle sale l’11 novembre), incarna tutti gli stereotipi maschili sul potere femminile: la giovinezza come ossessione, la bellezza usata solo come mezzo di coercizione del maschio. A incarnare tutto ciò la bellissima Monica Bellucci, che somiglia davvero alla strega di Biancaneve. Nicole Kidman, invece, ha giocato con questo ruolo mettendoci tutta la «leggerezza» di cui è capace: «Avevo voglia di un po’ di spensieratezza dopo The Hours e Dogville ha detto l’attrice, considerata a Hollywood ormai una vera potenza. Intelligente e abile con i giornalisti ha, infatti, saputo trasformare il fallimento del matrimonio con Tom Cruise in un plusvalore. Da allora ha lavorato senza sosta, portandosi a casa un Oscar e la simpatia di tutte le donne dicendo che «non è facile a 38 anni, separata con due figli, trovare un uomo capace di starti accanto». Se lo dice lei...
Da Il venerdì di Repubblica, 23 settembre 2005


di Federica Lamberti Zanardi, 23 settembre 2005